29-01-2024
Michela Del Pizzo
Michela Del Pizzo
Animato da un ricco parterre di ospiti in rappresentanza della logistica in Italia, l’incontro “La nuova logistica collaborativa: dal dire al fare” organizzato presso l’Hotel Palazzo Parigi di Milano da Innocenti Depositi con la regia di Donatella Rampinelli, co-fondatore presso WeDo Academy, ha portato in scena diversi esempi concreti di come sia possibile realizzare dei progetti di logistica collaborativa ad alta efficienza e innovazione, partendo da un primo essenziale fattore comune: la volontà.
Come ricordato infatti da Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics, la domanda da porsi è effettivamente una sola: «Abbiamo davvero il coraggio di collaborare?» Un quesito all’apparenza molto semplice, che ammette di aver ripreso da un colloquio avuto con Donatella Rampinelli qualche giorno prima dell’evento, ma che spesso non trova risposta tra gli addetti ai lavori, forse per paura di rendersi vulnerabili alla concorrenza o per la mancanza di competenze, se non addirittura risorse… Certo è che la logistica è sicuramente un buon alleato per chi invece intende “fare rete” e costruire nuove alleanze per superare al meglio le attuali sfide di mercato in quanto a digitalizzazione, automazione e sostenibilità.
«Negli ultimi anni il settore della Logistica ha dovuto fare i conti con l’aumento dei costi di produzione e del denaro, delle complessità (es. transizione energetica e omnichannel), oltre che con la cronica mancanza di personale. In questo contesto, nel 2023 il fatturato della Contract Logistics in Italia continuerà comunque la sua crescita, raggiungendo 112 miliardi di euro, ad un ritmo però più moderato degli scorsi anni. Ma il livello di servizio richiesto dalla committenza - ricorda Damiano Frosi - sarà sempre più elevato, per cui bisogna rimboccarsi le maniche». Quale strumento migliore se non la collaborazione per trovare nuove efficienze di filiera?
Come ricordato infatti da Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics, la domanda da porsi è effettivamente una sola: «Abbiamo davvero il coraggio di collaborare?» Un quesito all’apparenza molto semplice, che ammette di aver ripreso da un colloquio avuto con Donatella Rampinelli qualche giorno prima dell’evento, ma che spesso non trova risposta tra gli addetti ai lavori, forse per paura di rendersi vulnerabili alla concorrenza o per la mancanza di competenze, se non addirittura risorse… Certo è che la logistica è sicuramente un buon alleato per chi invece intende “fare rete” e costruire nuove alleanze per superare al meglio le attuali sfide di mercato in quanto a digitalizzazione, automazione e sostenibilità.
«Negli ultimi anni il settore della Logistica ha dovuto fare i conti con l’aumento dei costi di produzione e del denaro, delle complessità (es. transizione energetica e omnichannel), oltre che con la cronica mancanza di personale. In questo contesto, nel 2023 il fatturato della Contract Logistics in Italia continuerà comunque la sua crescita, raggiungendo 112 miliardi di euro, ad un ritmo però più moderato degli scorsi anni. Ma il livello di servizio richiesto dalla committenza - ricorda Damiano Frosi - sarà sempre più elevato, per cui bisogna rimboccarsi le maniche». Quale strumento migliore se non la collaborazione per trovare nuove efficienze di filiera?

Una triangolazione “circolare”
È quello che hanno pensato Davide Innocenti, presidente di Innocenti Depositi SpA, Paola Saggese, head of integrated operations, supply chain & digital transformation di Unilever, e Giuseppe Galantuomo, european logistics director Unilever, quando il loro cliente Crai Secom ha voluto rivedere la gestione distributiva dei prodotti di home & personal care in ottica sostenibile da molteplici punti di vista. Da qui è nata una vera e propria business intelligence che ha permesso a tutti e tre gli attori coinvolti di ottenere importanti vantaggi, grazie alla condivisione degli spazi operativi presso l’hub logistico di Carazzina (LO) di Innocenti Depositi, alla razionalizzazione delle attività di magazzino grazie all’intralogistica e all’ottimizzazione dei trasporti volta alla riduzione delle emissioni. «Ringrazio Crai Secom Spa e Unilever per averci scelto come partner ed aver costruito un progetto di reale collaborazione logistica. Stiamo sperimentando soluzioni di efficacia ed efficienza, per molto tempo solo teorizzate, e invece qui concretamente realizzate» chiosa Davide Innocenti.
Il progetto si basa, infatti, su un insieme di importanti risultati ottenuti in seguito a positive sperimentazioni precedentemente compiute dall’operatore logistico presso il sito di Lodi: nel 2008 con la realizzazione di un magazzino automatizzato fornito da Lytos con una capacità di 32mila posti pallet pilotato da un sistema di posizionamento e prelievo totalmente informatizzato; nel 2012 con l’applicazione di sistemi buffer pallet a gravità per la razionalizzazione dei flussi di merce in uscita; nel 2019 con la realizzazione di un sistema automatizzato fornito da Smartlog, caratterizzato da due robot antropomorfi in grado di effettuare operazioni di picking per strati di pallet e per colli sfusi. Il livello di automazione raggiunto all’interno del magazzino di Lodi consente di gestire prodotti pallettizzati in arrivo e predisporre pallet multi-prodotto pronti per l’invio ai centri distributivi della GDO in modo efficiente, con elevati standard qualità e senza l’intervento fisico di operatori.
Dopo aver analizzato le potenzialità offerte dal sito di Innocenti Depositi, Unilever e Crai hanno pertanto deciso di utilizzarne gli spazi in condivisione, rivedendo le attività di trasmissione degli ordini per una migliore gestione dello stock. In seguito a questa decisione, in completa condivisione di intenti con l’operatore logistico, Crai ha deciso di trasferire presso piattaforma di Lodi la gestione logistica della propria divisione “home care” e “personal care” (circa 1.600 referenze) per poter sfruttare a pieno i vantaggi legati alla condivisione dello stock in fase di trasporto secondario con Unilever, ottenendo tra i risultati un’importante riduzione dei chilometri percorsi di circa il 50%.
«L’utilizzo di un magazzino condiviso tra retailer e fornitore rappresenta ad oggi un unicum nel panorama della logistica e si può inserire a pieno titolo nell’ambito di un progetto di logistica collaborativa che guarda alla sostenibilità - ha commentato Matteo Gasparini, direttore Operations Crai. - I vantaggi sono stati davvero molteplici: dalla minimizzazione delle attività di trasporto - realizzando carichi completi a massima capacità degli automezzi - a beneficio dell’impatto ambientale, alla riduzione dei costi di gestione dell’inventario, fino ad un maggiore controllo delle performance». La collaborazione non finisce qui perché entro il 2027 è previsto anche lo spostamento di circa il 50% dei volumi inbound gestiti in collaborazione tra i tre partner, sempre presso l’hub lodigiano.
È quello che hanno pensato Davide Innocenti, presidente di Innocenti Depositi SpA, Paola Saggese, head of integrated operations, supply chain & digital transformation di Unilever, e Giuseppe Galantuomo, european logistics director Unilever, quando il loro cliente Crai Secom ha voluto rivedere la gestione distributiva dei prodotti di home & personal care in ottica sostenibile da molteplici punti di vista. Da qui è nata una vera e propria business intelligence che ha permesso a tutti e tre gli attori coinvolti di ottenere importanti vantaggi, grazie alla condivisione degli spazi operativi presso l’hub logistico di Carazzina (LO) di Innocenti Depositi, alla razionalizzazione delle attività di magazzino grazie all’intralogistica e all’ottimizzazione dei trasporti volta alla riduzione delle emissioni. «Ringrazio Crai Secom Spa e Unilever per averci scelto come partner ed aver costruito un progetto di reale collaborazione logistica. Stiamo sperimentando soluzioni di efficacia ed efficienza, per molto tempo solo teorizzate, e invece qui concretamente realizzate» chiosa Davide Innocenti.
Il progetto si basa, infatti, su un insieme di importanti risultati ottenuti in seguito a positive sperimentazioni precedentemente compiute dall’operatore logistico presso il sito di Lodi: nel 2008 con la realizzazione di un magazzino automatizzato fornito da Lytos con una capacità di 32mila posti pallet pilotato da un sistema di posizionamento e prelievo totalmente informatizzato; nel 2012 con l’applicazione di sistemi buffer pallet a gravità per la razionalizzazione dei flussi di merce in uscita; nel 2019 con la realizzazione di un sistema automatizzato fornito da Smartlog, caratterizzato da due robot antropomorfi in grado di effettuare operazioni di picking per strati di pallet e per colli sfusi. Il livello di automazione raggiunto all’interno del magazzino di Lodi consente di gestire prodotti pallettizzati in arrivo e predisporre pallet multi-prodotto pronti per l’invio ai centri distributivi della GDO in modo efficiente, con elevati standard qualità e senza l’intervento fisico di operatori.
Dopo aver analizzato le potenzialità offerte dal sito di Innocenti Depositi, Unilever e Crai hanno pertanto deciso di utilizzarne gli spazi in condivisione, rivedendo le attività di trasmissione degli ordini per una migliore gestione dello stock. In seguito a questa decisione, in completa condivisione di intenti con l’operatore logistico, Crai ha deciso di trasferire presso piattaforma di Lodi la gestione logistica della propria divisione “home care” e “personal care” (circa 1.600 referenze) per poter sfruttare a pieno i vantaggi legati alla condivisione dello stock in fase di trasporto secondario con Unilever, ottenendo tra i risultati un’importante riduzione dei chilometri percorsi di circa il 50%.
«L’utilizzo di un magazzino condiviso tra retailer e fornitore rappresenta ad oggi un unicum nel panorama della logistica e si può inserire a pieno titolo nell’ambito di un progetto di logistica collaborativa che guarda alla sostenibilità - ha commentato Matteo Gasparini, direttore Operations Crai. - I vantaggi sono stati davvero molteplici: dalla minimizzazione delle attività di trasporto - realizzando carichi completi a massima capacità degli automezzi - a beneficio dell’impatto ambientale, alla riduzione dei costi di gestione dell’inventario, fino ad un maggiore controllo delle performance». La collaborazione non finisce qui perché entro il 2027 è previsto anche lo spostamento di circa il 50% dei volumi inbound gestiti in collaborazione tra i tre partner, sempre presso l’hub lodigiano.

Decarbonizzare insieme i trasporti
Nella seconda parte dell’evento è stato presentato invece il progetto di riduzione delle emissioni nei trasporti portato avanti da Procter & Gamble (P&G) e Coop Alleanza 3.0. Grazie alla loro unione d’intenti, nel 2023 i due partner sono già riusciti a ridurre la propria impronta del 25% rispetto all'anno precedente, aumentando inoltre la quota di trasporto sostenibile al 30%. «Per quanto riguarda i trasporti, sia in entrata che in uscita dai nostri stabilimenti, per il 2040 il nostro obiettivo è azzerare le emissioni. - spiega Pietro D’Arpa, vice president Supply Chain P&G - Ci siamo posti l’obiettivo di ridurle del 40% entro il 2030 e stiamo progettando di aumentare l'efficienza del trasporto dei prodotti finiti in uscita del 50%, sempre entro il decennio». Sergio Barbarino, senior director research fellow di P&G, si è poi soffermato sulle strategie che l’azienda intende mettere in campo per raggiungere tali obiettivi, tra cui il maggior uso del trasporto intermodale (ferroviario e navale), miglioramento del tasso di riempimento per veicoli e container e l’aumento del carico utile massimo consentito per i veicoli. P&G è inoltre tra i 35 partner coinvolti nel progetto europeo Zefes, che intende testare nei prossimi quattro anni diversi progetti di decarbonizzazione dei trasporti combinando più soluzioni tra loro, tra cui veicoli eco-combi e trazione elettrica, con l'aggiunta del trasporto intermodale.
Nella stessa direzione viaggia Coop Alleanza 3.0, come spiega Paolo Rangoni, logistic director Italy dell’azienda, che ha ripercorso quanto fatto fin’ora per rendere più sostenibile la filiera. «Per ridurre il numero dei viaggi effettuati, ad esempio, i nostri contratti di trasporto incentivano i viaggi a pieno carico, tramite un’attività di pianificazione che mira a raggiungere una saturazione media di oltre il 90%. Inoltre, dalla mappatura condotta con i vettori, risulta che il parco mezzi utilizzato per la consegna ai punti vendita di Coop Alleanza 3.0 presenta una netta prevalenza di veicoli a ridotto impatto ambientale» sottolinea Rangoni.
In chiusura, Donatella Rampinelli accende il dibattito con i relatori sui temi emersi nel corso della mattinata, dando risalto al fatto che oggi tutte le aziende perseguono gli stessi identici obiettivi, ma in modi diversi gli uni dagli altri. Non sarebbe invece più semplice trovare un’unica strada da percorrere insieme, condividendo sforzi e obiettivi? Ci vuole coraggio, insomma, a non collaborare!
Nella seconda parte dell’evento è stato presentato invece il progetto di riduzione delle emissioni nei trasporti portato avanti da Procter & Gamble (P&G) e Coop Alleanza 3.0. Grazie alla loro unione d’intenti, nel 2023 i due partner sono già riusciti a ridurre la propria impronta del 25% rispetto all'anno precedente, aumentando inoltre la quota di trasporto sostenibile al 30%. «Per quanto riguarda i trasporti, sia in entrata che in uscita dai nostri stabilimenti, per il 2040 il nostro obiettivo è azzerare le emissioni. - spiega Pietro D’Arpa, vice president Supply Chain P&G - Ci siamo posti l’obiettivo di ridurle del 40% entro il 2030 e stiamo progettando di aumentare l'efficienza del trasporto dei prodotti finiti in uscita del 50%, sempre entro il decennio». Sergio Barbarino, senior director research fellow di P&G, si è poi soffermato sulle strategie che l’azienda intende mettere in campo per raggiungere tali obiettivi, tra cui il maggior uso del trasporto intermodale (ferroviario e navale), miglioramento del tasso di riempimento per veicoli e container e l’aumento del carico utile massimo consentito per i veicoli. P&G è inoltre tra i 35 partner coinvolti nel progetto europeo Zefes, che intende testare nei prossimi quattro anni diversi progetti di decarbonizzazione dei trasporti combinando più soluzioni tra loro, tra cui veicoli eco-combi e trazione elettrica, con l'aggiunta del trasporto intermodale.
Nella stessa direzione viaggia Coop Alleanza 3.0, come spiega Paolo Rangoni, logistic director Italy dell’azienda, che ha ripercorso quanto fatto fin’ora per rendere più sostenibile la filiera. «Per ridurre il numero dei viaggi effettuati, ad esempio, i nostri contratti di trasporto incentivano i viaggi a pieno carico, tramite un’attività di pianificazione che mira a raggiungere una saturazione media di oltre il 90%. Inoltre, dalla mappatura condotta con i vettori, risulta che il parco mezzi utilizzato per la consegna ai punti vendita di Coop Alleanza 3.0 presenta una netta prevalenza di veicoli a ridotto impatto ambientale» sottolinea Rangoni.
In chiusura, Donatella Rampinelli accende il dibattito con i relatori sui temi emersi nel corso della mattinata, dando risalto al fatto che oggi tutte le aziende perseguono gli stessi identici obiettivi, ma in modi diversi gli uni dagli altri. Non sarebbe invece più semplice trovare un’unica strada da percorrere insieme, condividendo sforzi e obiettivi? Ci vuole coraggio, insomma, a non collaborare!