08-02-2024
L'economia globale continua a cambiare assetto dopo le persistenti pressioni economiche e geopolitiche, mentre vengono ridisegnate le rotte del commercio mondiale, che oggi fa i conti con rischi sempre maggiori e che portano in primo piano i corridoi commerciali regionali rispetto a quelli tradizionali come Cina-USA e Cina-EU.
“Le dinamiche che osserviamo attualmente sulle rotte commerciali, se non riportate presto sotto controllo, potranno generare sia effetti diretti nel nostro Paese, come l’inflazione e l’aumento dei costi di trasporto, sia indirette, mettendo in crisi la prevedibilità e l’affidabilità delle catene di fornitura, arrivando potenzialmente a cambiare il vantaggio competitivo di alcune aree del mondo.” spiega Fabio Dal Pan, Managing Director e Partner di BCG. Dal quadro attuale emerge il cambio di un trend che durava dalla fine della Guerra Fredda e che adesso non vede più il commercio fare da traino alla globalizzazione. Stando alla nuova edizione del Global Trade Report di Boston Consulting Group (BCG), dal titolo "Jobs, National Security, and the Future of Trade", il commercio globale sta infatti crescendo a un ritmo più lento rispetto all'economia mondiale: secondo le previsioni, il commercio crescerà del 2,8% all'anno fino al 2032, mentre il PIL mondiale crescerà del 3,1%.
“Le dinamiche che osserviamo attualmente sulle rotte commerciali, se non riportate presto sotto controllo, potranno generare sia effetti diretti nel nostro Paese, come l’inflazione e l’aumento dei costi di trasporto, sia indirette, mettendo in crisi la prevedibilità e l’affidabilità delle catene di fornitura, arrivando potenzialmente a cambiare il vantaggio competitivo di alcune aree del mondo.” spiega Fabio Dal Pan, Managing Director e Partner di BCG. Dal quadro attuale emerge il cambio di un trend che durava dalla fine della Guerra Fredda e che adesso non vede più il commercio fare da traino alla globalizzazione. Stando alla nuova edizione del Global Trade Report di Boston Consulting Group (BCG), dal titolo "Jobs, National Security, and the Future of Trade", il commercio globale sta infatti crescendo a un ritmo più lento rispetto all'economia mondiale: secondo le previsioni, il commercio crescerà del 2,8% all'anno fino al 2032, mentre il PIL mondiale crescerà del 3,1%.

I cinque fattori geopolitici che cambieranno il commercio globale nei prossimi anni, sono stati calcolati sulla base del Global Trade Model, che utilizza l’intelligenza artificiale e le correlazioni storiche per creare previsioni decennali (il modello copre oltre 250 Paesi esportatori in 14 aree chiave, processando oltre 500 milioni di dati che misurano indicatori macroeconomici come PIL, popolazione, disoccupazione, inflazione e tassi di interesse). “In un anno che vedrà metà della popolazione mondiale votare per 8 elezioni nei Paesi più popolosi del mondo, ci aspettiamo sempre maggiore attenzione della politica industriale verso alcuni temi cruciali come l’indipendenza strategica dei settori chiave dell’economia nazionale, la creazione di posti di lavoro e l'energia verde.” Prosegue Dal Pan. “Come conseguenza potrà esserci un rafforzamento di alcune partnership commerciali tra un numero ristretto di paesi, specialmente in Nord America, Europa e nell’area ASEAN. L’Europa in particolare proseguirà verso una maggiore indipendenza e resilienza nei settori strategici, assumendo un ruolo diverso e più solido nei confronti di USA e Cina”.
Come cambia il commercio UE:
- Nell’Unione Europea il valore reale degli scambi commerciali totali crescerà del 2,1% all'anno, raggiungendo i 16.300 miliardi di dollari entro il 2032.
- Il futuro del commercio dell'UE vedrà il rafforzamento dei legami con gli Stati Uniti, con una variazione del commercio di beni che dovrebbe crescere del 38%. L'UE vedrà anche una crescita tra i mercati emergenti, tra cui India (66%) e Turchia (23%).
- Una serie di fattori sta contribuendo al reshoring della produzione in tutto il mondo, con un prevedibile effetto frenante sul commercio globale. Ad esempio, politiche come il Green Deal dell'UE stanno incentivando le aziende europee a utilizzare più fonti energetiche a basse emissioni di carbonio, spostando la produzione in aree locali.
A livello globale, le cinque dinamiche che ridisegneranno l’assetto commerciale nel prossimo decennio, sono:
1. Le persistenti tensioni commerciali e un crescente "commercio gestito" tra Cina e Occidente stanno causando un rallentamento del commercio. Lo sviluppo più significativo a livello globale vede la riduzione del commercio tra USA e Cina, con un valore commerciale previsto al 2032 in calo di 197 miliardi di dollari rispetto al 2022. Il commercio della Cina con l'UE continuerà invece a crescere, ma più lentamente della media globale.
2. Gli Stati Uniti, il Canada e il Messico beneficeranno del loro Accordo (USMC Agreement), come prevedono le stime per cui il commercio degli Stati Uniti con i vicini crescerà di 466 miliardi di dollari nel prossimo decennio.
3. Le nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) trarranno i maggiori benefici dal nuovo ordine commerciale mondiale, con stime di crescita degli scambi di 1.200 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Questo avverrà soprattutto perché quest’area sarà la destinazione chiave per le aziende che cercano di diminuire la propria dipendenza dalla Cina per l'approvvigionamento e la produzione.
4. L'India continua a beneficiare di una struttura di costi bassi, di una forza lavoro sempre più capace e di una logistica in miglioramento per emergere come un importante mercato interno e destinazione alternativa alla Cina per la produzione globale. Le stime prevedono infatti una crescita commerciale annua media del 6,3% in India, più del doppio della media globale.
5. Gran parte del commercio della Russia si sta spostando verso i paesi BRIC (Brasile, Cina, India e Sud Africa), mentre crescerà il commercio con Cina e India rispettivamente di 134 miliardi e 26 miliardi di dollari entro il 2032. Il commercio Russia-UE diminuirà invece di 222 miliardi di dollari.
La Cina, oggi principale esportatore mondiale di beni manufatturieri, sta perdendo competitività sui costi e ha un’economia domestica lenta. La ridotta concentrazione del commercio in Cina favorirà quindi i paesi dell’area ASEAN e l'India, poiché molte aziende sposteranno qui la produzione, sia per ridurre i rischi lungo catena di approvvigionamento globale sia per accedere a nuovi mercati. Un’altra conseguenza è che il commercio tra ASEAN e Cina crescerà in modo impressionante di 616 miliardi di dollari nel prossimo decennio, così come il commercio ASEAN con Stati Uniti e Giappone, in aumento di oltre 200 miliardi di dollari. Non si tratta di cambiamenti temporanei, ma piuttosto di tensioni che possono ridisegnare l’assetto economico globale. Agire in modo deciso per rispondere alla volatilità che caratterizza il panorama commerciale odierno è una necessità: investire nel rafforzamento delle catene di approvvigionamento e sviluppare le giuste capacità di gestione del rischio, così come di cybersecurity, permetterebbero di essere preparati a cambi di scenario repentini e fuori controllo.
Come cambia il commercio UE:
- Nell’Unione Europea il valore reale degli scambi commerciali totali crescerà del 2,1% all'anno, raggiungendo i 16.300 miliardi di dollari entro il 2032.
- Il futuro del commercio dell'UE vedrà il rafforzamento dei legami con gli Stati Uniti, con una variazione del commercio di beni che dovrebbe crescere del 38%. L'UE vedrà anche una crescita tra i mercati emergenti, tra cui India (66%) e Turchia (23%).
- Una serie di fattori sta contribuendo al reshoring della produzione in tutto il mondo, con un prevedibile effetto frenante sul commercio globale. Ad esempio, politiche come il Green Deal dell'UE stanno incentivando le aziende europee a utilizzare più fonti energetiche a basse emissioni di carbonio, spostando la produzione in aree locali.
A livello globale, le cinque dinamiche che ridisegneranno l’assetto commerciale nel prossimo decennio, sono:
1. Le persistenti tensioni commerciali e un crescente "commercio gestito" tra Cina e Occidente stanno causando un rallentamento del commercio. Lo sviluppo più significativo a livello globale vede la riduzione del commercio tra USA e Cina, con un valore commerciale previsto al 2032 in calo di 197 miliardi di dollari rispetto al 2022. Il commercio della Cina con l'UE continuerà invece a crescere, ma più lentamente della media globale.
2. Gli Stati Uniti, il Canada e il Messico beneficeranno del loro Accordo (USMC Agreement), come prevedono le stime per cui il commercio degli Stati Uniti con i vicini crescerà di 466 miliardi di dollari nel prossimo decennio.
3. Le nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) trarranno i maggiori benefici dal nuovo ordine commerciale mondiale, con stime di crescita degli scambi di 1.200 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Questo avverrà soprattutto perché quest’area sarà la destinazione chiave per le aziende che cercano di diminuire la propria dipendenza dalla Cina per l'approvvigionamento e la produzione.
4. L'India continua a beneficiare di una struttura di costi bassi, di una forza lavoro sempre più capace e di una logistica in miglioramento per emergere come un importante mercato interno e destinazione alternativa alla Cina per la produzione globale. Le stime prevedono infatti una crescita commerciale annua media del 6,3% in India, più del doppio della media globale.
5. Gran parte del commercio della Russia si sta spostando verso i paesi BRIC (Brasile, Cina, India e Sud Africa), mentre crescerà il commercio con Cina e India rispettivamente di 134 miliardi e 26 miliardi di dollari entro il 2032. Il commercio Russia-UE diminuirà invece di 222 miliardi di dollari.
La Cina, oggi principale esportatore mondiale di beni manufatturieri, sta perdendo competitività sui costi e ha un’economia domestica lenta. La ridotta concentrazione del commercio in Cina favorirà quindi i paesi dell’area ASEAN e l'India, poiché molte aziende sposteranno qui la produzione, sia per ridurre i rischi lungo catena di approvvigionamento globale sia per accedere a nuovi mercati. Un’altra conseguenza è che il commercio tra ASEAN e Cina crescerà in modo impressionante di 616 miliardi di dollari nel prossimo decennio, così come il commercio ASEAN con Stati Uniti e Giappone, in aumento di oltre 200 miliardi di dollari. Non si tratta di cambiamenti temporanei, ma piuttosto di tensioni che possono ridisegnare l’assetto economico globale. Agire in modo deciso per rispondere alla volatilità che caratterizza il panorama commerciale odierno è una necessità: investire nel rafforzamento delle catene di approvvigionamento e sviluppare le giuste capacità di gestione del rischio, così come di cybersecurity, permetterebbero di essere preparati a cambi di scenario repentini e fuori controllo.