08-05-2024
Una serata speciale per Prologis Italia che, presso Anteo Palazzo del Cinema di Milano, ha appena presentato ufficialmente le undici nuove opere di urban art che saranno realizzate all’Interporto di Bologna, nel solco del proprio impegno volto a rendere i propri parchi logistici esteticamente più attraenti per quanti vi lavorano attraverso la valorizzazione dell’arte urbana.
Per presentare questo importante ampliamento del patrimonio artistico promosso in Italia, Prologis ha organizzato una serata dal titolo "Undici. Prologis e l'arte urbana inclusiva”, che ha proposto innanzitutto un dialogo aperto fra la figura dei “committenti” e tre delle artiste coinvolte a Bologna.
Sandro Innocenti, senior vice president e country manager Italia di Prologis, era supportato dalle due figure che lo hanno accompagnato finora in questa efficace iniziativa: Margaryta Hnatenko, Real Estate & Customer Experience Manager di Prologis, e Claudia Montanari, che da poco è entrata a far parte di Moretti Modular Contractor come Innovation & ESG Strategy Director. Alle loro domande e curiosità hanno risposto le artiste SteReal, Kiki Skipi e Cheris, che hanno partecipato con i loro percorsi artistici, le loro esperienze e la loro originalità, anticipando i lavori che realizzeranno presso l'Interporto di Bologna. In evidenza temi come le pari opportunità, la libertà di espressione, ma anche argomenti “tecnici” come le modalità di realizzazione e i materiali utilizzati, oltre all’idea di fondo dell’urban art: la totale accessibilità dell’opera, che resta a disposizione sempre e di chiunque, senza essere limitata alla fruizione da parte dei soli “addetti ai lavori”. Un concetto ribadito anche dal docufilm che è stato proiettato in seguito, "The Land of Painted Boxes": girato dal regista Aldo Romano Innocenti presso il Prologis Park Lodi, nel corso delle tante visite guidate che si continuano a svolgere in questo sito, il documentario ha ripercorso le opere qui realizzate, con un approfondimento su tutti gli urban artist coinvolti nel progetto.
Per presentare questo importante ampliamento del patrimonio artistico promosso in Italia, Prologis ha organizzato una serata dal titolo "Undici. Prologis e l'arte urbana inclusiva”, che ha proposto innanzitutto un dialogo aperto fra la figura dei “committenti” e tre delle artiste coinvolte a Bologna.
Sandro Innocenti, senior vice president e country manager Italia di Prologis, era supportato dalle due figure che lo hanno accompagnato finora in questa efficace iniziativa: Margaryta Hnatenko, Real Estate & Customer Experience Manager di Prologis, e Claudia Montanari, che da poco è entrata a far parte di Moretti Modular Contractor come Innovation & ESG Strategy Director. Alle loro domande e curiosità hanno risposto le artiste SteReal, Kiki Skipi e Cheris, che hanno partecipato con i loro percorsi artistici, le loro esperienze e la loro originalità, anticipando i lavori che realizzeranno presso l'Interporto di Bologna. In evidenza temi come le pari opportunità, la libertà di espressione, ma anche argomenti “tecnici” come le modalità di realizzazione e i materiali utilizzati, oltre all’idea di fondo dell’urban art: la totale accessibilità dell’opera, che resta a disposizione sempre e di chiunque, senza essere limitata alla fruizione da parte dei soli “addetti ai lavori”. Un concetto ribadito anche dal docufilm che è stato proiettato in seguito, "The Land of Painted Boxes": girato dal regista Aldo Romano Innocenti presso il Prologis Park Lodi, nel corso delle tante visite guidate che si continuano a svolgere in questo sito, il documentario ha ripercorso le opere qui realizzate, con un approfondimento su tutti gli urban artist coinvolti nel progetto.
Le nuove opere previste a Bologna andranno ad arricchire il Museo di Urban Art a cielo aperto che qui ha preso il via nel 2023, grazie anche alla collaborazione di Interporto Bologna Spa, che da giugno ospiterà complessivamente quindici opere di arte urbana in un percorso pensato per essere coinvolgente sia sotto il punto di vista concettuale che visivo. L’ingresso al museo è gratuito, tutti i giorni dell’anno, giorno e notte. Ogni opera presente nel parco logistico è accompagnata da un QR code che permette ai visitatori di accedere direttamente dai loro smartphone ad una audio guida che illustra l’opera e presenta l’artista.
A differenza delle quattro opere già presenti sulle grandi facciate degli edifici adibiti alla logistica, gli artisti impegnati in questa nuova fase realizzeranno le loro opere utilizzando dei container messi a disposizione da Interporto Bologna Spa, posizionati in diversi punti del parco logistico, creando un dialogo tra l’esistente e il nuovo.
Obiettivo di questa seconda fase, sempre elaborata dal curatore Enrico Sironi “Hemo”, è quello di ampliare gli stili e le cifre stilistiche presenti nel Museo di Arte Urbana dando rappresentazione della maturità raggiunta da questa forma di arte. L’arte urbana, infatti, si è ormai affermata come uno degli strumenti di trasformazione di città e luoghi, frutto di commissioni pubbliche e private, e il suo linguaggio contribuisce a migliorare la percezione degli spazi, spesso invitando i cittadini a riflettere su temi di attualità.
«Nell’ambito della nostra filosofia PARKlife e sotto la direzione artistica di Enrico Sironi in arte Hemo abbiamo voluto proseguire nella costruzione di un percorso museale di arte urbana presso il nostro parco logistico di Bologna che fosse in grado di raccogliere in un unico luogo una ricchezza di stili ed interpretazioni in una logica inclusiva» commenta Sandro Innocenti, senior vice president e country manager Italia Prologis. «Questo ci permette non solo di continuare a rendere il parco esteticamente più attraente per chi ogni giorno lo frequenta per lavoro, creando punti di incontro e socializzazione, ma anche di costruire valore sociale grazie anche alla collaborazione di Interporto Bologna Spa che ha sposato la nostra filosofia. L’Interporto di Bologna è infatti aperto al pubblico 365 giorni all’anno 24 ore al giorno e pensiamo possa diventare un nuovo polo per le arti e la cultura per Bologna e i comuni del territorio, uno straordinario punto di incontro tra mondo del lavoro e cittadinanza».
«L’idea di questo incontro tra arte, cultura e logistica, si inserisce perfettamente nella nuova fase della Società Interporto Bologna di sviluppare l’infrastruttura e la comunità interportuale in maniera armonica, con servizi e progetti non solo per le aziende, ma anche per le persone, in un’ottica di benessere a 360 gradi per i lavoratori che popolano l’interporto e per le persone che abitano il territorio circostante» aggiunge Giuseppe Dall’Asta, Direttore, Interporto Bologna Spa. «Questa iniziativa proposta da Prologis, a cui Interporto ha aderito subito, va ad incrociare l’interesse per l’arte che la società ha sempre avuto sia dalla sua fondazione e dà ulteriore valore all’infrastruttura interportuale che potrà sempre più qualificarsi come un polo d’arte e cultura, oltre che di lavoro, e aprire sempre più le proprie porte al territorio metropolitano ed alla città di Bologna. Dopo l’apertura del centro medico, della school dedicata alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e del centro sportivo, sviluppato sempre in partnership con Prologis, questa iniziativa rappresenta un ulteriore tassello nel percorso di miglioramento della qualità e dell’attrattività della piattaforma logistica».
Nuovi artisti per un’arte urbana inclusiva
Gli undici artisti impegnati in questa nuova fase del progetto sono Giorgio Bartocci, artista poliedrico, attivo da oltre venti anni come writer, muralista e designer; SteReal, che dal business e la finanza è passata all’arte sviluppando una passione per il writing; Luca Font, riconosciuto a livello internazionale per essere stato tra i primi a trasformare il suo approccio tradizionale ai graffiti in uno stile che abbraccia fortemente la grafica e la tipografia; Mr. Thoms, attualmente uno degli street artist italiani più conosciuti; Caktus & Maria, duo composto da Vincenzo Mastroiorio e Maria che da oltre vent’anni approfondisce il suo percorso creativo attraverso l’Aerosol Art; Gio Pistone, artista romana conosciuta per la rappresentazione di figure di fantasia tendenti al mostruoso, caratterizzate da colori molto netti e forti; Cheris, street artist, tatuatrice e pittrice che fonde le sue diverse esperienze nell’arte urbana; Ale Senso, noto artista nell’ambito dell’arte pavimentale; Nulo, artista uruguaiana e prima artista straniera coinvolta nei progetti promossi da Prologis, che si caratterizza per un’estetica astratta, bidimensionale che tende alla semplificazione acuta; Kiki Skipi, artista che ambienta le sue opere nel mondo del fantastico con protagoniste donne senza volto; Hemo, curatore del percorso e artista riconosciuto per il suo stile unico che combina scritte e forme organiche. Le undici nuove opere di Bologna andranno a dialogare con le quattro opere realizzate nel 2023: “Panorama vibrante” di Joys che con i suoi 2.000 metri quadrati è la più grande opera d’arte urbana mai realizzata in Italia; “Bologna 01” di Moneyless; “Carosello” di Etnik e “Bella bugia o brutta verità” di Zed1.
«Dopo il successo del primo intervento che ha visto i primi quattro artisti realizzare opere monumentali di urban art, il secondo atto ci porta in un universo nuovo, sia per le dimensioni delle opere sia per il metodo adottato» illustra Enrico Sironi “Hemo”, art director. «Gli undici artisti ora coinvolti si distinguono per la loro abilità di mescolare forme e astrazioni, sfruttando elementi tridimensionali come i container per il trasporto delle merci. Il filo conduttore tra questi artisti, pur nella loro diversità, è un tema unificante: il sogno e la visione oltre il reale. Attraverso la loro arte, essi visualizzano un mondo migliore, un luogo dove l'immaginazione e la creatività travalicano i limiti del concreto per forgiare un avvenire più splendente. Sono fiducioso che questo progetto possa contribuire significativamente alla vitalità culturale dell'Interporto di Bologna, trasformandolo in un ambiente non solo di lavoro, ma anche di espressione artistica e di contemplazione sul futuro».
I concetti che Prologis ha fornito agli artisti quali fonte di ispirazione e fil rouge del Museo di Arte Urbana erano infatti: centralità del cliente, cambiamento attraverso l’innovazione, cultura e talento, integrità, mentorship, passione, coraggio, lavoro di squadra, cambiamento futuro, impegno, natura, sostenibilità.
A differenza delle quattro opere già presenti sulle grandi facciate degli edifici adibiti alla logistica, gli artisti impegnati in questa nuova fase realizzeranno le loro opere utilizzando dei container messi a disposizione da Interporto Bologna Spa, posizionati in diversi punti del parco logistico, creando un dialogo tra l’esistente e il nuovo.
Obiettivo di questa seconda fase, sempre elaborata dal curatore Enrico Sironi “Hemo”, è quello di ampliare gli stili e le cifre stilistiche presenti nel Museo di Arte Urbana dando rappresentazione della maturità raggiunta da questa forma di arte. L’arte urbana, infatti, si è ormai affermata come uno degli strumenti di trasformazione di città e luoghi, frutto di commissioni pubbliche e private, e il suo linguaggio contribuisce a migliorare la percezione degli spazi, spesso invitando i cittadini a riflettere su temi di attualità.
«Nell’ambito della nostra filosofia PARKlife e sotto la direzione artistica di Enrico Sironi in arte Hemo abbiamo voluto proseguire nella costruzione di un percorso museale di arte urbana presso il nostro parco logistico di Bologna che fosse in grado di raccogliere in un unico luogo una ricchezza di stili ed interpretazioni in una logica inclusiva» commenta Sandro Innocenti, senior vice president e country manager Italia Prologis. «Questo ci permette non solo di continuare a rendere il parco esteticamente più attraente per chi ogni giorno lo frequenta per lavoro, creando punti di incontro e socializzazione, ma anche di costruire valore sociale grazie anche alla collaborazione di Interporto Bologna Spa che ha sposato la nostra filosofia. L’Interporto di Bologna è infatti aperto al pubblico 365 giorni all’anno 24 ore al giorno e pensiamo possa diventare un nuovo polo per le arti e la cultura per Bologna e i comuni del territorio, uno straordinario punto di incontro tra mondo del lavoro e cittadinanza».
«L’idea di questo incontro tra arte, cultura e logistica, si inserisce perfettamente nella nuova fase della Società Interporto Bologna di sviluppare l’infrastruttura e la comunità interportuale in maniera armonica, con servizi e progetti non solo per le aziende, ma anche per le persone, in un’ottica di benessere a 360 gradi per i lavoratori che popolano l’interporto e per le persone che abitano il territorio circostante» aggiunge Giuseppe Dall’Asta, Direttore, Interporto Bologna Spa. «Questa iniziativa proposta da Prologis, a cui Interporto ha aderito subito, va ad incrociare l’interesse per l’arte che la società ha sempre avuto sia dalla sua fondazione e dà ulteriore valore all’infrastruttura interportuale che potrà sempre più qualificarsi come un polo d’arte e cultura, oltre che di lavoro, e aprire sempre più le proprie porte al territorio metropolitano ed alla città di Bologna. Dopo l’apertura del centro medico, della school dedicata alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e del centro sportivo, sviluppato sempre in partnership con Prologis, questa iniziativa rappresenta un ulteriore tassello nel percorso di miglioramento della qualità e dell’attrattività della piattaforma logistica».
Nuovi artisti per un’arte urbana inclusiva
Gli undici artisti impegnati in questa nuova fase del progetto sono Giorgio Bartocci, artista poliedrico, attivo da oltre venti anni come writer, muralista e designer; SteReal, che dal business e la finanza è passata all’arte sviluppando una passione per il writing; Luca Font, riconosciuto a livello internazionale per essere stato tra i primi a trasformare il suo approccio tradizionale ai graffiti in uno stile che abbraccia fortemente la grafica e la tipografia; Mr. Thoms, attualmente uno degli street artist italiani più conosciuti; Caktus & Maria, duo composto da Vincenzo Mastroiorio e Maria che da oltre vent’anni approfondisce il suo percorso creativo attraverso l’Aerosol Art; Gio Pistone, artista romana conosciuta per la rappresentazione di figure di fantasia tendenti al mostruoso, caratterizzate da colori molto netti e forti; Cheris, street artist, tatuatrice e pittrice che fonde le sue diverse esperienze nell’arte urbana; Ale Senso, noto artista nell’ambito dell’arte pavimentale; Nulo, artista uruguaiana e prima artista straniera coinvolta nei progetti promossi da Prologis, che si caratterizza per un’estetica astratta, bidimensionale che tende alla semplificazione acuta; Kiki Skipi, artista che ambienta le sue opere nel mondo del fantastico con protagoniste donne senza volto; Hemo, curatore del percorso e artista riconosciuto per il suo stile unico che combina scritte e forme organiche. Le undici nuove opere di Bologna andranno a dialogare con le quattro opere realizzate nel 2023: “Panorama vibrante” di Joys che con i suoi 2.000 metri quadrati è la più grande opera d’arte urbana mai realizzata in Italia; “Bologna 01” di Moneyless; “Carosello” di Etnik e “Bella bugia o brutta verità” di Zed1.
«Dopo il successo del primo intervento che ha visto i primi quattro artisti realizzare opere monumentali di urban art, il secondo atto ci porta in un universo nuovo, sia per le dimensioni delle opere sia per il metodo adottato» illustra Enrico Sironi “Hemo”, art director. «Gli undici artisti ora coinvolti si distinguono per la loro abilità di mescolare forme e astrazioni, sfruttando elementi tridimensionali come i container per il trasporto delle merci. Il filo conduttore tra questi artisti, pur nella loro diversità, è un tema unificante: il sogno e la visione oltre il reale. Attraverso la loro arte, essi visualizzano un mondo migliore, un luogo dove l'immaginazione e la creatività travalicano i limiti del concreto per forgiare un avvenire più splendente. Sono fiducioso che questo progetto possa contribuire significativamente alla vitalità culturale dell'Interporto di Bologna, trasformandolo in un ambiente non solo di lavoro, ma anche di espressione artistica e di contemplazione sul futuro».
I concetti che Prologis ha fornito agli artisti quali fonte di ispirazione e fil rouge del Museo di Arte Urbana erano infatti: centralità del cliente, cambiamento attraverso l’innovazione, cultura e talento, integrità, mentorship, passione, coraggio, lavoro di squadra, cambiamento futuro, impegno, natura, sostenibilità.