14-06-2024
Il trasporto idroviario commerciale interno italiano si sviluppa principalmente attorno al bacino idroviario padano-veneto, che trova nell’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco il suo elemento chiave – la cosiddetta “Autostrada blu”.
L’Asta navigabile del fiume Po, infatti, è l’unica tratta che garantisce la navigabilità a scopo commerciale per 365 giorni all’anno. Nonostante incida solo per lo 0,1% dei volumi di merci trasportate, rispetto a una media di oltre il 20% nei primi cinque Paesi benchmark europei, grazie ai nuovi fondi stanziati e all’apertura del collegamento con Chioggia le merci transitanti per il sistema idroviario sono aumentate del 160% dal 2015.
La filiera estesa del sistema idroviario del Nord Italia coinvolge 25 macro-settori economici e genera un valore aggiunto di quasi 500 milioni di euro per il territorio (circa il 3% del PIL delle province di Rovigo e Mantova). L’efficace messa a terra degli investimenti programmati potrebbe generare benefici economici netti pari a 1,4 miliardi entro il 2030 riconducibili alle reti navigabili italiane.
Non solo benefici economici, ma anche ambientali: si stima che una crescita del +25% del trasporto idroviario comunitario favorirebbe il raggiungimento dei target di decarbonizzazione europei.
La Provincia di Mantova, nella fattispecie, ospita sette porti pubblici e sei porti privati adibiti al trasporto fluviale di merci; il Sistema Portuale Mantovano è il terminal naturale dell'idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, in particolare in località Porto Valdaro.
Il sistema Idroviario del Nord Italia può quindi giocare in ruolo chiave nello sviluppo del sistema logistico e, di conseguenza, dell’industria manifatturiera. Solo, però, se verranno superati i colli di bottiglia normativi, infrastrutturali e verrà perseguito un piano di medio-lungo termine per il settore idroviario: superamento criticità normative, incentivi pubblici aggiuntivi agli investimenti privati (es. bonus sul carburante “verde”), digitalizzazione, sostegno ai distretti industriali lungo l’asta navigabile, come le Hydrogen Valley di Valdaro (MN) e Porto Marghera (VE).
Questi i dati salienti illustrati presso la sede di Confindustria Mantova durante la presentazione del Rapporto “La Rete Navigabile Italiana: una nuova risorsa per il Paese. Le opportunità offerte dall’ottimizzazione e dall’efficientamento del sistema idroviario del Nord Italia” realizzato da The European House - Ambrosetti (TEHA) per Confindustria Mantova e Confindustria Veneto Est, in collaborazione con Provincia di Mantova e Provincia di Rovigo, Infrastrutture Venete Srl, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Interporto di Rovigo.
L’evento si è aperto con i saluti da parte del Presidente di Confindustria Mantova Fabio Viani e del Presidente della Provincia Carlo Bottani. Sono intervenuti a seguire: Guido Guidesi, Assessore Sviluppo Economico Regione Lombardia; Alessandro Gatti, Dirigente Pianificazione territoriale e della navigazione – Edilizia – Ambiente Provincia di Mantova; Nicola Galli, Direttore Agire – Agenzia per la gestione intelligente delle risorse energetiche della Provincia di Mantova; Diego Cattoni, CEO A22; Matteo Gasparato, Presidente Consorzio ZAI; Alessandra Grosso, Direttore Generale Infrastrutture Venete; Nicola Pascal, Presidente The International Propeller Club Port of Mantua; Alessia Rotta, Presidente Rail Traction Company.
L’Asta navigabile del fiume Po, infatti, è l’unica tratta che garantisce la navigabilità a scopo commerciale per 365 giorni all’anno. Nonostante incida solo per lo 0,1% dei volumi di merci trasportate, rispetto a una media di oltre il 20% nei primi cinque Paesi benchmark europei, grazie ai nuovi fondi stanziati e all’apertura del collegamento con Chioggia le merci transitanti per il sistema idroviario sono aumentate del 160% dal 2015.
La filiera estesa del sistema idroviario del Nord Italia coinvolge 25 macro-settori economici e genera un valore aggiunto di quasi 500 milioni di euro per il territorio (circa il 3% del PIL delle province di Rovigo e Mantova). L’efficace messa a terra degli investimenti programmati potrebbe generare benefici economici netti pari a 1,4 miliardi entro il 2030 riconducibili alle reti navigabili italiane.
Non solo benefici economici, ma anche ambientali: si stima che una crescita del +25% del trasporto idroviario comunitario favorirebbe il raggiungimento dei target di decarbonizzazione europei.
La Provincia di Mantova, nella fattispecie, ospita sette porti pubblici e sei porti privati adibiti al trasporto fluviale di merci; il Sistema Portuale Mantovano è il terminal naturale dell'idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, in particolare in località Porto Valdaro.
Il sistema Idroviario del Nord Italia può quindi giocare in ruolo chiave nello sviluppo del sistema logistico e, di conseguenza, dell’industria manifatturiera. Solo, però, se verranno superati i colli di bottiglia normativi, infrastrutturali e verrà perseguito un piano di medio-lungo termine per il settore idroviario: superamento criticità normative, incentivi pubblici aggiuntivi agli investimenti privati (es. bonus sul carburante “verde”), digitalizzazione, sostegno ai distretti industriali lungo l’asta navigabile, come le Hydrogen Valley di Valdaro (MN) e Porto Marghera (VE).
Questi i dati salienti illustrati presso la sede di Confindustria Mantova durante la presentazione del Rapporto “La Rete Navigabile Italiana: una nuova risorsa per il Paese. Le opportunità offerte dall’ottimizzazione e dall’efficientamento del sistema idroviario del Nord Italia” realizzato da The European House - Ambrosetti (TEHA) per Confindustria Mantova e Confindustria Veneto Est, in collaborazione con Provincia di Mantova e Provincia di Rovigo, Infrastrutture Venete Srl, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Interporto di Rovigo.
L’evento si è aperto con i saluti da parte del Presidente di Confindustria Mantova Fabio Viani e del Presidente della Provincia Carlo Bottani. Sono intervenuti a seguire: Guido Guidesi, Assessore Sviluppo Economico Regione Lombardia; Alessandro Gatti, Dirigente Pianificazione territoriale e della navigazione – Edilizia – Ambiente Provincia di Mantova; Nicola Galli, Direttore Agire – Agenzia per la gestione intelligente delle risorse energetiche della Provincia di Mantova; Diego Cattoni, CEO A22; Matteo Gasparato, Presidente Consorzio ZAI; Alessandra Grosso, Direttore Generale Infrastrutture Venete; Nicola Pascal, Presidente The International Propeller Club Port of Mantua; Alessia Rotta, Presidente Rail Traction Company.

«Il settore dei trasporti incide per oltre il 30% dei consumi energetici italiani: per raggiungere i target di decarbonizzazione europei, è richiesta una crescita del +25% del trasporto idroviario comunitario» ha commentato Benedetta Brioschi, Partner The European House - Ambrosetti. «La Rete Navigabile italiana può offrire un importante contributo nel raggiungimento degli obiettivi europei e l’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante è un elemento chiave del trasporto idroviario commerciale italiano distinguendosi per garanzia di piena navigabilità a pieno carico 365 giorni l’anno. Per la prima volta, The European House – Ambrosetti ha ricostruito la filiera estesa del sistema idroviario, che coinvolge 25 macro-settori economici e abilita la creazione di un Valore Aggiunto di quasi 500 milioni di euro per il territorio, grazie ad un moltiplicatore economico pari a 3,7, superiore a molti altri settori. Tuttavia, il pieno dispiegamento dei benefici economici, sociali e ambientali attivabili dal sistema idroviario passa attraverso il superamento di alcuni ostacoli normativi e infrastrutturali che devono essere superati anche grazie alla messa a terra degli investimenti programmati».
I messaggi chiave del Rapporto
1. Il settore dei trasporti incide per oltre il 30% dei consumi energetici italiani e genera oltre il 20% delle emissioni GHG: per raggiungere i target di decarbonizzazione europei, è richiesta una crescita del +25% del trasporto idroviario comunitario.
2. In Italia il sistema idroviario incide solo per lo 0,1% dei volumi di merci trasportate, rispetto ad un valore medio di oltre il 20% nei primi cinque Paesi benchmark europei (Paesi Bassi 42%, Romania 25,1%, Bulgaria 24,4%, Belgio 11,5%, Lussemburgo 8,0%, segue Germania 7,4%), che per specifica conformazione geografica e per gli ingenti fondi pubblici stanziati negli anni, hanno saputo sfruttare al meglio le potenzialità del sistema idroviario, e rispetto alla media UE a 27 più UK del 5,6% (15° Paese).
3. L’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante è un elemento chiave del trasporto idroviario commerciale italiano, che si sviluppa principalmente attorno al bacino idroviario padano-veneto, distinguendosi per garanzia di piena navigabilità a pieno carico 365 giorni l’anno e garanzia di destinazione delle merci su tempi certi e programmabili. Il suo utilizzo è cresciuto del 160% dal 2015.
4. La filiera estesa del sistema idroviario (che comprende il trasporto integrato di merci e le catene di fornitura e subfornitura attivate sul territorio nazionale) coinvolge venticinque macro-settori economici, oltre 4 mila occupati (diretti, indiretti e indotti) e genera un Valore Aggiunto di quasi 500 milioni di euro per il territorio (circa il 3% del PIL delle province di Rovigo e Mantova), grazie ad un moltiplicatore economico pari a 3,7, superiore a molti altri settori (per ogni euro di Valore Aggiunto generato dal sistema del trasporto integrato di merci nel Nord Italia, se ne attivano 2,7 aggiuntivi nel resto dell’economia).
5. Ostacoli normativi (modalità di accesso e limitazioni dell’idrobonus e di incentivi per il carburante, navigazione promiscua fino a 1 miglio), vincoli infrastrutturali (ampiezza dei canali e altezza ridotta dei ponti, che inibiscono il transito di imbarcazioni di Classe V) e una flotta poco efficiente sono i fattori ostativi allo sviluppo del pieno potenziale del trasporto idroviario integrato di merci lungo l’Idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco e l’Asta navigabile del fiume Po e le principali sfide da indirizzare per rilanciare il trasporto idroviario in Italia.
6. L’efficace messa a terra degli investimenti programmati potrebbe generare un giro d’affari aggiuntivo pari a 1,4 miliardi di euro entro il 2030, riconducibili all’attività delle reti navigabili italiane, tra il ritorno indiretto degli interventi di efficientamento e manutenzione del sistema idroviario del Nord Italia e quello diretto derivante dalla crescita dei volumi di merci trasportate (fino a 5 volte) e dal mercato servito. L’occupazione totale includerebbe 3.500 occupati. Se i 4 milioni tonnellate di merci aggiuntive transitassero su idrovia, si abiliterebbe un risparmio di 100.000 tonnellate di CO2 e 17 milioni di euro all’anno.
7. Sono state individuate sei linee d’azione prioritarie per rilanciare il settore idroviario nazionale e permettere il pieno dispiegamento dei benefici attivabili dagli investimenti programmati.
Le sei azioni prioritarie per il sistema idroviario
1. Il superamento delle criticità normative che scoraggiano la scelta del sistema idroviario e che ostacolano l’integrazione con le leggi del sistema marittimo, soprattutto in riferimento alle acque promiscue e ai limiti doganali attuali per la previsione nell’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante di un corridoio doganale dal mare ai porti interni.
2. Lo stanziamento di incentivi pubblici aggiuntivi all’interno di un piano di medio-lungo periodo per il sistema idroviario, affinché gli investimenti dei privati possano essere favoriti (es. bonus sul carburante “verde” o alternativi). Attribuire valore alla cantieristica fluviale e alle misure di finanziamento connesse è di prioritaria importanza.
3. Il potenziamento dell’integrazione del sistema idroviario all’interno di un ecosistema di trasporti intermodale, soprattutto per carichi di dimensioni eccezionali.
4. La promozione della realizzazione di un numero crescente di distretti industriali lungo la rete idroviaria del Nord Italia, come le Hydrogen Valley, che possano essere sinergici tra loro.
5. La promozione di una pianificazione integrata e scambio di dati tra il sistema di trasporto fluviale e marittimo, facendo leva sui meccanismi di digitalizzazione (es. River Information Services).
6. La previsione di attività di comunicazione e sensibilizzazione delle imprese verso le opportunità e i benefici offerti dall’Asta navigabile.
Da ultimo, un aspetto trasversale è rappresentato dalla necessità di sviluppare una pianificazione urbanistica maggiormente integrata e coordinata tra le aree adiacenti all’idrovia e finalizzata ad attrarre le aziende appartenenti ai principali distretti industriali con l’obiettivo di garantire che le potenzialità abilitate dal sistema idroviario siano pienamente dispiegate.
Gli stakeholder di riferimento e coinvolti nello sviluppo del presente Studio esprimono l’ambizione di istituire un tavolo permanente per il monitoraggio e l’implementazione degli investimenti previsti nell’efficientamento del sistema idroviario del Nord Italia.
«L’intermodalità in ambito logistico rappresenta una leva strategica di sviluppo per l’industria manifatturiera del Nord Italia. In particolare, crediamo con forza che l’Autostrada blu, la linea navigabile Mantova, Rovigo, Chioggia, Venezia, sia un’opportunità imperdibile per la nostra economia, come modalità integrativa e sostenibile al trasporto delle merci» ha dichiarato Fabio Viani, Presidente di Confindustria Mantova. «Con questo studio abbiamo voluto dotare il territorio di una linea guida autorevole, scientifica e certificata da un partner di rilievo come Ambrosetti. Oggi consegniamo questi dati a tutte le istituzioni perché possano rappresentare una base di conoscenza condivisa sulle opportunità economiche attivabili grazie alla promozione del sistema idroviario e del trasporto fluvio-marittimo, con l’obiettivo di costruire un percorso di lavoro territoriale di crescita e sviluppo».
«La Provincia di Mantova è stata la prima istituzione a credere nel valore e nelle potenzialità del porto di Valdaro e nell’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco» ha sottolineato con convinzione il Presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani. «Questa ‘autostrada su acqua’ può veramente cambiare il futuro del nostro territorio. Passare dall’intermodale al trimodale vuol dire ridurre sensibilmente le emissioni e quindi generare benefici all’ambiente ma anche incrementare e valorizzare la competitività delle aziende mantovane sia in import che in export. Per cui quello dell’idrovia è uno dei principali obiettivi di mandato come amministrazione ma credo più in generale per tutta la provincia virgiliana. Ringrazio tutti i promotori dello studio che oggi viene presentato e che ci permette importanti riflessioni e condivisioni».
I messaggi chiave del Rapporto
1. Il settore dei trasporti incide per oltre il 30% dei consumi energetici italiani e genera oltre il 20% delle emissioni GHG: per raggiungere i target di decarbonizzazione europei, è richiesta una crescita del +25% del trasporto idroviario comunitario.
2. In Italia il sistema idroviario incide solo per lo 0,1% dei volumi di merci trasportate, rispetto ad un valore medio di oltre il 20% nei primi cinque Paesi benchmark europei (Paesi Bassi 42%, Romania 25,1%, Bulgaria 24,4%, Belgio 11,5%, Lussemburgo 8,0%, segue Germania 7,4%), che per specifica conformazione geografica e per gli ingenti fondi pubblici stanziati negli anni, hanno saputo sfruttare al meglio le potenzialità del sistema idroviario, e rispetto alla media UE a 27 più UK del 5,6% (15° Paese).
3. L’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante è un elemento chiave del trasporto idroviario commerciale italiano, che si sviluppa principalmente attorno al bacino idroviario padano-veneto, distinguendosi per garanzia di piena navigabilità a pieno carico 365 giorni l’anno e garanzia di destinazione delle merci su tempi certi e programmabili. Il suo utilizzo è cresciuto del 160% dal 2015.
4. La filiera estesa del sistema idroviario (che comprende il trasporto integrato di merci e le catene di fornitura e subfornitura attivate sul territorio nazionale) coinvolge venticinque macro-settori economici, oltre 4 mila occupati (diretti, indiretti e indotti) e genera un Valore Aggiunto di quasi 500 milioni di euro per il territorio (circa il 3% del PIL delle province di Rovigo e Mantova), grazie ad un moltiplicatore economico pari a 3,7, superiore a molti altri settori (per ogni euro di Valore Aggiunto generato dal sistema del trasporto integrato di merci nel Nord Italia, se ne attivano 2,7 aggiuntivi nel resto dell’economia).
5. Ostacoli normativi (modalità di accesso e limitazioni dell’idrobonus e di incentivi per il carburante, navigazione promiscua fino a 1 miglio), vincoli infrastrutturali (ampiezza dei canali e altezza ridotta dei ponti, che inibiscono il transito di imbarcazioni di Classe V) e una flotta poco efficiente sono i fattori ostativi allo sviluppo del pieno potenziale del trasporto idroviario integrato di merci lungo l’Idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco e l’Asta navigabile del fiume Po e le principali sfide da indirizzare per rilanciare il trasporto idroviario in Italia.
6. L’efficace messa a terra degli investimenti programmati potrebbe generare un giro d’affari aggiuntivo pari a 1,4 miliardi di euro entro il 2030, riconducibili all’attività delle reti navigabili italiane, tra il ritorno indiretto degli interventi di efficientamento e manutenzione del sistema idroviario del Nord Italia e quello diretto derivante dalla crescita dei volumi di merci trasportate (fino a 5 volte) e dal mercato servito. L’occupazione totale includerebbe 3.500 occupati. Se i 4 milioni tonnellate di merci aggiuntive transitassero su idrovia, si abiliterebbe un risparmio di 100.000 tonnellate di CO2 e 17 milioni di euro all’anno.
7. Sono state individuate sei linee d’azione prioritarie per rilanciare il settore idroviario nazionale e permettere il pieno dispiegamento dei benefici attivabili dagli investimenti programmati.
Le sei azioni prioritarie per il sistema idroviario
1. Il superamento delle criticità normative che scoraggiano la scelta del sistema idroviario e che ostacolano l’integrazione con le leggi del sistema marittimo, soprattutto in riferimento alle acque promiscue e ai limiti doganali attuali per la previsione nell’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante di un corridoio doganale dal mare ai porti interni.
2. Lo stanziamento di incentivi pubblici aggiuntivi all’interno di un piano di medio-lungo periodo per il sistema idroviario, affinché gli investimenti dei privati possano essere favoriti (es. bonus sul carburante “verde” o alternativi). Attribuire valore alla cantieristica fluviale e alle misure di finanziamento connesse è di prioritaria importanza.
3. Il potenziamento dell’integrazione del sistema idroviario all’interno di un ecosistema di trasporti intermodale, soprattutto per carichi di dimensioni eccezionali.
4. La promozione della realizzazione di un numero crescente di distretti industriali lungo la rete idroviaria del Nord Italia, come le Hydrogen Valley, che possano essere sinergici tra loro.
5. La promozione di una pianificazione integrata e scambio di dati tra il sistema di trasporto fluviale e marittimo, facendo leva sui meccanismi di digitalizzazione (es. River Information Services).
6. La previsione di attività di comunicazione e sensibilizzazione delle imprese verso le opportunità e i benefici offerti dall’Asta navigabile.
Da ultimo, un aspetto trasversale è rappresentato dalla necessità di sviluppare una pianificazione urbanistica maggiormente integrata e coordinata tra le aree adiacenti all’idrovia e finalizzata ad attrarre le aziende appartenenti ai principali distretti industriali con l’obiettivo di garantire che le potenzialità abilitate dal sistema idroviario siano pienamente dispiegate.
Gli stakeholder di riferimento e coinvolti nello sviluppo del presente Studio esprimono l’ambizione di istituire un tavolo permanente per il monitoraggio e l’implementazione degli investimenti previsti nell’efficientamento del sistema idroviario del Nord Italia.
«L’intermodalità in ambito logistico rappresenta una leva strategica di sviluppo per l’industria manifatturiera del Nord Italia. In particolare, crediamo con forza che l’Autostrada blu, la linea navigabile Mantova, Rovigo, Chioggia, Venezia, sia un’opportunità imperdibile per la nostra economia, come modalità integrativa e sostenibile al trasporto delle merci» ha dichiarato Fabio Viani, Presidente di Confindustria Mantova. «Con questo studio abbiamo voluto dotare il territorio di una linea guida autorevole, scientifica e certificata da un partner di rilievo come Ambrosetti. Oggi consegniamo questi dati a tutte le istituzioni perché possano rappresentare una base di conoscenza condivisa sulle opportunità economiche attivabili grazie alla promozione del sistema idroviario e del trasporto fluvio-marittimo, con l’obiettivo di costruire un percorso di lavoro territoriale di crescita e sviluppo».
«La Provincia di Mantova è stata la prima istituzione a credere nel valore e nelle potenzialità del porto di Valdaro e nell’idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco» ha sottolineato con convinzione il Presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani. «Questa ‘autostrada su acqua’ può veramente cambiare il futuro del nostro territorio. Passare dall’intermodale al trimodale vuol dire ridurre sensibilmente le emissioni e quindi generare benefici all’ambiente ma anche incrementare e valorizzare la competitività delle aziende mantovane sia in import che in export. Per cui quello dell’idrovia è uno dei principali obiettivi di mandato come amministrazione ma credo più in generale per tutta la provincia virgiliana. Ringrazio tutti i promotori dello studio che oggi viene presentato e che ci permette importanti riflessioni e condivisioni».