20-11-2020
L’edizione numero undici del convegno “L’efficienza della gestione dei processi sanitari” organizzato da Editrice TeMi, svoltosi per la prima volta online nei giorni 18 e 19 novembre 2020, ha registrato numeri da record - 250 iscritti, più di 180 presenze online, 22 relatori, 10 partner, 4 tavole tematiche – confermandosi un incontro importante per stimolare l’innovazione e l’efficienza nel comparto sanitario e farmaceutico, grazie ai molteplici punti di vista dei suoi relatori: mondo accademico, industriale, operatori logistici, fornitori di tecnologie, ospedali. L'evento è stato organizzato in collaborazione con il Consorzio Dafne, con il patrocinio di AIIC, Assoram, Assologistca, IN.GE.SAN e SiFo. Sulla pagina del convegno www.logfarma.it si possono rivedere i video integrali delle quattro tavole rotonde; a breve saranno disponibili anche le presentazioni.
Cecilia Biondi, caporedattrice delle riviste di Editrice TeMi, ha aperto la due giorni sottolineando l’importanza delle testimonianze qui raccolte in un momento in cui proprio il sistema sanitario è stressato oltre l’immaginabile: «Quest’anno il convegno si svolge in una cornice di forte drammaticità. Mentre ci corre l’obbligo di un ringraziamento ai protagonisti della sanità che si prodigano oltre limite, lo stesso va alle aziende protagoniste del convegno, che, con le loro realizzazioni, rendono più agevole il loro lavoro». Dopo i saluti istituzionali, si è passati subito al primo gruppo di discussione dedicato alla logistica collaborativa.
Soluzioni collaborative e tecnologie sostenibili
La prima tavola rotonda è stata moderata da Daniele Marazzi, consigliere delegato Consorzio Dafne, che ha ripreso la metafora del gioco di squadra di Julio Velasco per sottolineare il valore della collaborazione di filiera e l’importanza di ricoprire il proprio ruolo in funzione di obiettivi comuni, condivisi, affinché ogni azione sia propedeutica al successo di quella successiva.
Da quest’immagine è partito Fabio Grossi Gondi, Direttore Generale Plurima SpA per descrivere il loro ruolo di “alzatore” in prima linea svolto dalla sua azienda durante l’emergenza Covid-19. «I nostri clienti, ospedali e aziende sanitarie pubbliche e private, - spiega Grossi Gondi - ci hanno immediatamente chiesto più spazio per la gestione di extra-stock di materiale Covid (DPI, tamponi, ventilatori, letti, farmaci…) e di spedizioni extra, oltre al supporto alle strutture logistiche interne. Per fare questo, abbiamo prima pensato alla messa in sicurezza dei nostri dipendenti e all’erogazione sicura dei nostri servizi, per poi attivare nuovi modelli distributivi per supportare chi stava e sta tutt’ora combattendo questa battaglia al fianco dei pazienti». Da marzo Plurima è al fianco di Azienda Zero, l’azienda sanitaria della Regione Veneto, per il rifornimento di farmaci, ventilatori polmonari, dispositivi medici, mascherine e molto altro stoccati in un magazzino di 17.000 mq realizzato ad hoc a Veggiano (PD). Inoltre, in poco più di 24 ore l’operatore è stato in grado di configurare una piattaforma informatica tra Azienda Zero, Plurima e i suoi interlocutori ospedalieri che consentisse a tutti di dialogare in tempo reale in forma digitale. Tutto questo però è stato possibile, sottolinea Grossi Gondi, grazie all’impegno e alla disponibilità dei dipendenti Plurima, che non si sono mai sottratti alle loro attività nonostante la situazione emergenziale.
Subito dopo Michele Palumbo, Head of Supply Chain Management Italy ha mostrato il lato più innovativo del colosso farmaceutico, che ad oggi ha investito 5,3 miliardi di euro in R&D. «Nel 2010 abbiamo iniziato a pensare ad un mondo in cui fosse possibile dialogare con qualsiasi linguaggio informatico, a prescindere dalle interfacce. Per fare questo, abbiamo realizzato una piattaforma cloud per consentire agli attori del nostro processo distributivo di contribuire al tracciamento delle consegne. In questo ecosistema collaborativo, c’era però ancora qualche opacità lungo la filiera, risolta adottando la tecnologia RFID sia per il labelling dei colli che per l’identificazione dei bancali, così che informazioni e prodotti viaggiassero in maniera univoca». Ma non è tutto, perché Bayer ha sostituito tutti i pallet Epal con i Green Pallet 2.0 sviluppati da Simpool: pallet in plastica riciclata da poliaccoppiati, riciclabili e riutilizzabili più volte e che diventano intelligenti grazie al tag RFID applicato ad ognuno di essi. Inoltre, grazie all’eccezionale peso supportato rispetto ad un pallet in legno, Bayer è passata da un parco pallet di circa 70.000 pezzi a quello attuale di soli 4.000 bancali. Grazie a tutte queste soluzioni integrate tra loro, il processo distributivo ha ottenuto un incremento del livello di servizio (tempo e qualità), visibilità in tempo reale della filiera, chiara attribuzione delle responsabilità, aumento della sicurezza, oltre ad una migliore collaborazione coi partner e una maggiore disponibilità di prodotti lato cliente.
Cecilia Biondi, caporedattrice delle riviste di Editrice TeMi, ha aperto la due giorni sottolineando l’importanza delle testimonianze qui raccolte in un momento in cui proprio il sistema sanitario è stressato oltre l’immaginabile: «Quest’anno il convegno si svolge in una cornice di forte drammaticità. Mentre ci corre l’obbligo di un ringraziamento ai protagonisti della sanità che si prodigano oltre limite, lo stesso va alle aziende protagoniste del convegno, che, con le loro realizzazioni, rendono più agevole il loro lavoro». Dopo i saluti istituzionali, si è passati subito al primo gruppo di discussione dedicato alla logistica collaborativa.
Soluzioni collaborative e tecnologie sostenibili
La prima tavola rotonda è stata moderata da Daniele Marazzi, consigliere delegato Consorzio Dafne, che ha ripreso la metafora del gioco di squadra di Julio Velasco per sottolineare il valore della collaborazione di filiera e l’importanza di ricoprire il proprio ruolo in funzione di obiettivi comuni, condivisi, affinché ogni azione sia propedeutica al successo di quella successiva.
Da quest’immagine è partito Fabio Grossi Gondi, Direttore Generale Plurima SpA per descrivere il loro ruolo di “alzatore” in prima linea svolto dalla sua azienda durante l’emergenza Covid-19. «I nostri clienti, ospedali e aziende sanitarie pubbliche e private, - spiega Grossi Gondi - ci hanno immediatamente chiesto più spazio per la gestione di extra-stock di materiale Covid (DPI, tamponi, ventilatori, letti, farmaci…) e di spedizioni extra, oltre al supporto alle strutture logistiche interne. Per fare questo, abbiamo prima pensato alla messa in sicurezza dei nostri dipendenti e all’erogazione sicura dei nostri servizi, per poi attivare nuovi modelli distributivi per supportare chi stava e sta tutt’ora combattendo questa battaglia al fianco dei pazienti». Da marzo Plurima è al fianco di Azienda Zero, l’azienda sanitaria della Regione Veneto, per il rifornimento di farmaci, ventilatori polmonari, dispositivi medici, mascherine e molto altro stoccati in un magazzino di 17.000 mq realizzato ad hoc a Veggiano (PD). Inoltre, in poco più di 24 ore l’operatore è stato in grado di configurare una piattaforma informatica tra Azienda Zero, Plurima e i suoi interlocutori ospedalieri che consentisse a tutti di dialogare in tempo reale in forma digitale. Tutto questo però è stato possibile, sottolinea Grossi Gondi, grazie all’impegno e alla disponibilità dei dipendenti Plurima, che non si sono mai sottratti alle loro attività nonostante la situazione emergenziale.
Subito dopo Michele Palumbo, Head of Supply Chain Management Italy ha mostrato il lato più innovativo del colosso farmaceutico, che ad oggi ha investito 5,3 miliardi di euro in R&D. «Nel 2010 abbiamo iniziato a pensare ad un mondo in cui fosse possibile dialogare con qualsiasi linguaggio informatico, a prescindere dalle interfacce. Per fare questo, abbiamo realizzato una piattaforma cloud per consentire agli attori del nostro processo distributivo di contribuire al tracciamento delle consegne. In questo ecosistema collaborativo, c’era però ancora qualche opacità lungo la filiera, risolta adottando la tecnologia RFID sia per il labelling dei colli che per l’identificazione dei bancali, così che informazioni e prodotti viaggiassero in maniera univoca». Ma non è tutto, perché Bayer ha sostituito tutti i pallet Epal con i Green Pallet 2.0 sviluppati da Simpool: pallet in plastica riciclata da poliaccoppiati, riciclabili e riutilizzabili più volte e che diventano intelligenti grazie al tag RFID applicato ad ognuno di essi. Inoltre, grazie all’eccezionale peso supportato rispetto ad un pallet in legno, Bayer è passata da un parco pallet di circa 70.000 pezzi a quello attuale di soli 4.000 bancali. Grazie a tutte queste soluzioni integrate tra loro, il processo distributivo ha ottenuto un incremento del livello di servizio (tempo e qualità), visibilità in tempo reale della filiera, chiara attribuzione delle responsabilità, aumento della sicurezza, oltre ad una migliore collaborazione coi partner e una maggiore disponibilità di prodotti lato cliente.
Prossimo obiettivo: adozione della blockchain per “notarizzare” le informazioni più importanti sulla distribuzione farmaceutica di Bayer. Un progetto che sta vedendo la luce in collaborazione con il partner Intesa (Gruppo IBM), e che ha come finalità quella di realizzare una cold chain per garantire i più elevati livelli di sicurezza possibili. Giorgio Fasolis, Supply Chain Solution Consultant Intesa SpA (Gruppo IBM), ha sottolineato infatti come la blockchain sia un importante enabler digitale che concorre a trasformare, migliorare, ottimizzare e proteggere i processi operativi, tra cui la distribuzione. Intesa, oltre che con Bayer, ha collaborato anche con il Consorzio Dafne per il lancio di IN2Dafne, l’iniziativa basata su blockchain che mira ad aumentare e garantire visibilità ai diversi attori della supply chain grazie alla condivisione delle quantità disponibili di medicinali nei diversi nodi della filiera, includendo in prospettiva prescrizioni e dispensazioni tramite l’integrazione di sistemi di monitoraggio già presenti.
«Obiettivo primario del progetto IN2Dafne – ha spiegato successivamente Christian Mondini, Head of Innovation & Development Consorzio Dafne - è permettere ai diversi attori della filiera di poter accedere, con visibilità opportunamente profilata e segregata, a informazioni relative alla disponibilità di farmaci sul territorio nazionale, rispettivamente in stock presso l’azienda farmaceutica e nella rete distributiva, per area geografica. AIFA e le istituzioni preposte al monitoraggio potranno così contare su uno strumento ulteriore per verificare eventuali segnalazioni di carenze o indisponibilità con una fotografia aggiornata della situazione. Le tecnologie blockchain, smart contract e private data, alla base di IN2Dafne, per loro natura garantiscono un elevato livello di sicurezza delle informazioni condivise, senza richiedere la presenza di una “terza parte fidata” che detenga le informazioni e assicuri la corretta accessibilità ai singoli attori e consentendo al Consorzio Dafne di mantenere la governance del progetto».
Creare valore per la filiera, anche in vista del vaccino
Può il partner logistico contribuire alla creazione di valore all’interno della catena distributiva farmaceutica? Se sì, come? Gianluigi Sangermani, Direttore Commerciale Silvano Chiapparoli Logistica, indica la logistica collaborativa e l’outsourcing come due leve di efficienza per la distribuzione di farmaci e dispositivi medici. «Da quattro anni - spiega Sangermani - abbiamo adottato l’utilizzo di un segnacollo standard per l’identificazione dei colli e una maggiore sicurezza nella filiera, sul quale è apposto un QRCode. Il progetto Etichetta che parla, nato in collaborazione con Comifar e adottato poi dal Consorzio Dafne vista la sua validità, punta a definire uno standard comune di identificazione dei colli in termini di codici da apporre su un segnacollo che sia comune a tutta la filiera. Non esistendo oggi un linguaggio comune sui segnacolli, le informazioni disponibili sono normalmente leggibili e utilizzabili solamente dal depositario che le produce; il grossista è obbligato ad aprire il collo per acquisire le informazioni dalla singola confezione. I vantaggi sono innumerevoli per tutti gli attori coinvolti: per il depositario, che si vede facilitare la conta colli con il Vettore e introdurre codifiche standard per l’identificazione dei nodi di partenza e destino della spedizione; per l’attore che riceve le merci che è facilitato nell’identificazione del contenuto dei colli, acquisendo le informazioni dall’esterno del collo (codice, quantità, lotti e scadenze) e può accelerare l’entrata merci, massimizzando il valore del DDT Elettronico ricevuto».
Chiapparoli, supportata da CEF, ha poi avviato il progetto “articoli in sofferenza”: ai colli che contengono prodotti che necessitano di maggiore attenzione in fase di handling, viene applicato un tag RFID sul quale poter registrare eventuali informazioni sullo stato. Infine, l’operatore ha aderito al progetto Green Pallet 2.0 di Bayer e sta collaborando con AIFA per la tracciabilità rafforzata dei seriali immessi sul mercato attraverso un progetto pilota attualmente in corso.
Con Pina Putzulu, Hospital & Specialty Pharma BU Director DHL Supply Chain Italy si è affrontato un tema che è sulla prima pagina di tutti i quotidiani nazionali: la distribuzione del vaccino antiCovid e la preparazione della filiera a questa sfida senza precedenti. Il gruppo DHL ha iniziato a lavorare al tema a livello worldwide a partire da luglio, creando dei gruppi di lavoro suddivisi per country e commissionando a McKinsey uno studio per capire come garantire una supply chain sicura e predisposta a gestire la distribuzione del vaccino di prossima produzione. Questo perché i vaccini sono sì in fase di sviluppo, ma la loro capacità di porre fine a questa pandemia dipende da un’efficace catena di approvvigionamento in grado di connettere produttori e fruitori nel miglior modo possibile. Questo tenendo conto che oggi la gran parte dei vaccini viene distribuita a 2-8 °C…
«Servono dunque tecnologie, capacità di stoccaggio, imballaggi ad hoc e nuovi modelli di supply chain end to end. - afferma Putzulu - DHL ha individuato tre possibili scenari: spedizione diretta al punto di utilizzo del pallet (più certo); cross-docking nazionale di contenitori refrigerati su pallet per ridurre i costi transfrontalieri, con sventagliamento sui punti di destino; stoccaggio locale per poi ripartire il contenuto del pallet in contenitori refrigerati. Quali implicazioni logistiche per l’Italia? Il nostro Paese ha una buona infrastruttura logistica a livello regionale ma lo stoccaggio dovrà avere breve durata e ciò comporterà la necessità di creare una rete distributiva davvero capillare. Recentemente, abbiamo investito in un nuovo Bio Pharma Hub di 6.000 mq per la gestione a temperatura controllata dei farmaci con un cold chain concept 2-8/-20 °C ed una gestione del carico integrata, dotato anche di un’area dedicata alla serializzazione e di una cella certificata GMP. Un esempio di innovazione logistica che sicuramente tornerà utile per la sfida che ci apprestiamo ad affrontare sul vaccino antiCovid».
«Obiettivo primario del progetto IN2Dafne – ha spiegato successivamente Christian Mondini, Head of Innovation & Development Consorzio Dafne - è permettere ai diversi attori della filiera di poter accedere, con visibilità opportunamente profilata e segregata, a informazioni relative alla disponibilità di farmaci sul territorio nazionale, rispettivamente in stock presso l’azienda farmaceutica e nella rete distributiva, per area geografica. AIFA e le istituzioni preposte al monitoraggio potranno così contare su uno strumento ulteriore per verificare eventuali segnalazioni di carenze o indisponibilità con una fotografia aggiornata della situazione. Le tecnologie blockchain, smart contract e private data, alla base di IN2Dafne, per loro natura garantiscono un elevato livello di sicurezza delle informazioni condivise, senza richiedere la presenza di una “terza parte fidata” che detenga le informazioni e assicuri la corretta accessibilità ai singoli attori e consentendo al Consorzio Dafne di mantenere la governance del progetto».
Creare valore per la filiera, anche in vista del vaccino
Può il partner logistico contribuire alla creazione di valore all’interno della catena distributiva farmaceutica? Se sì, come? Gianluigi Sangermani, Direttore Commerciale Silvano Chiapparoli Logistica, indica la logistica collaborativa e l’outsourcing come due leve di efficienza per la distribuzione di farmaci e dispositivi medici. «Da quattro anni - spiega Sangermani - abbiamo adottato l’utilizzo di un segnacollo standard per l’identificazione dei colli e una maggiore sicurezza nella filiera, sul quale è apposto un QRCode. Il progetto Etichetta che parla, nato in collaborazione con Comifar e adottato poi dal Consorzio Dafne vista la sua validità, punta a definire uno standard comune di identificazione dei colli in termini di codici da apporre su un segnacollo che sia comune a tutta la filiera. Non esistendo oggi un linguaggio comune sui segnacolli, le informazioni disponibili sono normalmente leggibili e utilizzabili solamente dal depositario che le produce; il grossista è obbligato ad aprire il collo per acquisire le informazioni dalla singola confezione. I vantaggi sono innumerevoli per tutti gli attori coinvolti: per il depositario, che si vede facilitare la conta colli con il Vettore e introdurre codifiche standard per l’identificazione dei nodi di partenza e destino della spedizione; per l’attore che riceve le merci che è facilitato nell’identificazione del contenuto dei colli, acquisendo le informazioni dall’esterno del collo (codice, quantità, lotti e scadenze) e può accelerare l’entrata merci, massimizzando il valore del DDT Elettronico ricevuto».
Chiapparoli, supportata da CEF, ha poi avviato il progetto “articoli in sofferenza”: ai colli che contengono prodotti che necessitano di maggiore attenzione in fase di handling, viene applicato un tag RFID sul quale poter registrare eventuali informazioni sullo stato. Infine, l’operatore ha aderito al progetto Green Pallet 2.0 di Bayer e sta collaborando con AIFA per la tracciabilità rafforzata dei seriali immessi sul mercato attraverso un progetto pilota attualmente in corso.
Con Pina Putzulu, Hospital & Specialty Pharma BU Director DHL Supply Chain Italy si è affrontato un tema che è sulla prima pagina di tutti i quotidiani nazionali: la distribuzione del vaccino antiCovid e la preparazione della filiera a questa sfida senza precedenti. Il gruppo DHL ha iniziato a lavorare al tema a livello worldwide a partire da luglio, creando dei gruppi di lavoro suddivisi per country e commissionando a McKinsey uno studio per capire come garantire una supply chain sicura e predisposta a gestire la distribuzione del vaccino di prossima produzione. Questo perché i vaccini sono sì in fase di sviluppo, ma la loro capacità di porre fine a questa pandemia dipende da un’efficace catena di approvvigionamento in grado di connettere produttori e fruitori nel miglior modo possibile. Questo tenendo conto che oggi la gran parte dei vaccini viene distribuita a 2-8 °C…
«Servono dunque tecnologie, capacità di stoccaggio, imballaggi ad hoc e nuovi modelli di supply chain end to end. - afferma Putzulu - DHL ha individuato tre possibili scenari: spedizione diretta al punto di utilizzo del pallet (più certo); cross-docking nazionale di contenitori refrigerati su pallet per ridurre i costi transfrontalieri, con sventagliamento sui punti di destino; stoccaggio locale per poi ripartire il contenuto del pallet in contenitori refrigerati. Quali implicazioni logistiche per l’Italia? Il nostro Paese ha una buona infrastruttura logistica a livello regionale ma lo stoccaggio dovrà avere breve durata e ciò comporterà la necessità di creare una rete distributiva davvero capillare. Recentemente, abbiamo investito in un nuovo Bio Pharma Hub di 6.000 mq per la gestione a temperatura controllata dei farmaci con un cold chain concept 2-8/-20 °C ed una gestione del carico integrata, dotato anche di un’area dedicata alla serializzazione e di una cella certificata GMP. Un esempio di innovazione logistica che sicuramente tornerà utile per la sfida che ci apprestiamo ad affrontare sul vaccino antiCovid».
La distribuzione farmaceutica si racconta
Stefano Novaresi, Direttore Generale Unico SpA La farmacia dei farmacisti, apre la seconda tavola rotonda ricordando come per affrontare al meglio l’attuale pandemia, non certo la prima nella storia umana, sono necessari sicuramente nuovi modelli, servizi e soluzioni ma ciò che davvero resta essenziale è tenere il paziente al centro di ogni scelta decisionale.
Fra gli esempi principali proposti per la discussione, il ruolo della ATS di Bergamo nella Distribuzione per Conto (DPC) per la Regione Lombardia. Nella sua presentazione Mauro Signorelli ha trattato gli aspetti organizzativi connessi al piano della cronicità e assistenza sanitaria domiciliare in Lombardia. In precedenza, la DPC in Lombardia era gestita autonomamente dalle varie ASL. Ognuna quindi riconosceva i propri farmaci in DPC e ne gestiva la scelta, l’acquisto e la distribuzione alle farmacie. La nostra idea è stata quella di avviare un discorso di consorzio, inizialmente con le ASL di Como, Lecco, Monza Brianza e Sondrio, creando un solo elenco di farmaci DPC (farmaci ad alto costo e sostanzialmente legati a patologie croniche o di elevata complessità, quali oncologici, nefrologici, insuline, classificati A-PHT) che acquistavamo noi per tutte queste ASL distribuendoli poi alle alle farmacie delle varie province. I risultati di questa prima iniziativa spontanea sono stati così positivi da convincere la Regione Lombardia, da ottobre 2014, ad affidare alla ASL di Bergamo il compito di svolgere questo servizio per tutte le ASL della regione, con un mandato di tre anni.
A livello di logistica come si struttura il progetto? «In pratica sono gli stessi magazzini dei grossisti che da sempre servono le farmacie per la distribuzione del farmaco. Per il servizi DPC, sono organizzati in modo gerarchico, con quattro capofila che gestiscono rispettivamente gli altri magazzini suddivisi in quattro filiere, sulle quali il farmaco viene ripartito in base ai consumi. In questo progetto i grossisti hanno svolto un ruolo fondamentale, partecipando fattivamente a questo accordo e rispondendo, soprattutto, con un importante sforzo organizzativo, supportato spesso da conseguenti investimenti in strutture, spazi e risorse dedicate. Non sono meri esecutori logistici, ma anello fondamentale di questa catena. Anche per questo la nostra scelta è stata quella di coinvolgere tutti i nomi attivi nella regione, ottenendo così la massima capillarità distributiva e consolidando, anche per loro, opportunità di business nel rapporto con le farmacie».
Semplificare i servizi per il paziente
A seguire Giuseppe Capoferri, Amministratore Delegato Gulliver, ha parlato della tracciabilità completa per la delivery dei farmaci. La gestione dell’ultimo miglio in tempi di Covid, infatti, è diventata più severa e richiede informazioni, garantite e in tempo reale, che siano in grado di superare i confini delle singole organizzazioni per arrivare al più presto a chi ne ha necessità. Utilizzando le piattaforme tecnologiche di base, unite agli strumenti del web e della mobilità, le soluzioni Gulliver permettono di conferire precisione ed efficacia ai processi di delivery comunque intesi. Per questo Gulliver ha lanciato G-Transport, l’App mobile per smartphone dedicata al settore trasporti che permette una comunicazione bidirezionale driver-azienda per una gestione dei dati in real time. «La soluzione è stata realizzata grazie alla piattaforma MDC di Gulliver e il suo obiettivo è verificare in ogni momento l’esito e l’organizzazione delle consegne e dei ritiri, grazie all’utilizzo di semplici, pratiche e innovative App native per smartphone, dispositivi rugged e tablet. La lettura di bar code, QR code e NFC può essere effettuata tramite la fotocamera del telefono o con strumentazioni ad hoc come i lettori di Koamtac. Si integra ai più diffusi sistemi TMS attualmente sul mercato, ma può lavorare in modalità completamente autonoma».
A conclusione della prima giornata la presentazione di doFar, il servizio dedicato ai pazienti cronici (circa il 40% della popolazione) ideato e sviluppato per favorire l’aderenza terapeutica, risulta di enorme importanza in questa fase di emergenza sanitaria poiché riduce al minimo la necessità di spostamenti e contatti dei soggetti fragili come i pazienti cronici e di quelli più esposti al contagio come medici e farmacisti. «doFar vuole sollevare i pazienti e i loro cari da ogni incombenza e da ogni preoccupazione aggiuntiva e accompagnarli serenamente lungo ogni passo del loro personale percorso terapeutico. - ha spiegato Cinzia Masia, amministratore delegato doFar – Il sistema si avvale dell’interazione di 5 piattaforme che gestiscono la rete telematica che regola i flussi dei dati scambiati tra medico - farmacista - paziente - help desk - corriere, tessendone, attraverso lo scambio, la struttura dell’intero servizio. Il sistema doFar, ottenuti i dati che compongono la terapia del paziente, per mezzo delle sue funzioni matematiche elabora e quindi programma le prescrizioni e le relative dispensazioni allineando quindi tutti i farmaci che la compongono, riconducendo il tutto ad un'unica data di prescrizione/ dispensazione. doFar invierà al medico la richiesta di predisposizione delle ricette che occorrono alla terapia indicandogli il termine entro cui inviarle al nostro archivio digitale che automaticamente e attraverso protocolli di sicurezza le inoltra alla farmacia di fiducia. DoFar inoltre, notificherà di mettere da parte i farmaci che dovranno essere ritirati personalmente dal paziente in un giorno prestabilito da doFar o dal corriere che si occuperà di effettuare la consegna presso il domicilio. Questa notifica consente alla farmacia di ordinare per tempo i farmaci necessari alla dispensazione, compresi quelli in DPC o che mancano in magazzino». Il progetto è partito a settembre di quest’anno è annovera già 400 farmacie aderenti e oltre 300 pazienti cronici abbonati.
Stefano Novaresi, Direttore Generale Unico SpA La farmacia dei farmacisti, apre la seconda tavola rotonda ricordando come per affrontare al meglio l’attuale pandemia, non certo la prima nella storia umana, sono necessari sicuramente nuovi modelli, servizi e soluzioni ma ciò che davvero resta essenziale è tenere il paziente al centro di ogni scelta decisionale.
Fra gli esempi principali proposti per la discussione, il ruolo della ATS di Bergamo nella Distribuzione per Conto (DPC) per la Regione Lombardia. Nella sua presentazione Mauro Signorelli ha trattato gli aspetti organizzativi connessi al piano della cronicità e assistenza sanitaria domiciliare in Lombardia. In precedenza, la DPC in Lombardia era gestita autonomamente dalle varie ASL. Ognuna quindi riconosceva i propri farmaci in DPC e ne gestiva la scelta, l’acquisto e la distribuzione alle farmacie. La nostra idea è stata quella di avviare un discorso di consorzio, inizialmente con le ASL di Como, Lecco, Monza Brianza e Sondrio, creando un solo elenco di farmaci DPC (farmaci ad alto costo e sostanzialmente legati a patologie croniche o di elevata complessità, quali oncologici, nefrologici, insuline, classificati A-PHT) che acquistavamo noi per tutte queste ASL distribuendoli poi alle alle farmacie delle varie province. I risultati di questa prima iniziativa spontanea sono stati così positivi da convincere la Regione Lombardia, da ottobre 2014, ad affidare alla ASL di Bergamo il compito di svolgere questo servizio per tutte le ASL della regione, con un mandato di tre anni.
A livello di logistica come si struttura il progetto? «In pratica sono gli stessi magazzini dei grossisti che da sempre servono le farmacie per la distribuzione del farmaco. Per il servizi DPC, sono organizzati in modo gerarchico, con quattro capofila che gestiscono rispettivamente gli altri magazzini suddivisi in quattro filiere, sulle quali il farmaco viene ripartito in base ai consumi. In questo progetto i grossisti hanno svolto un ruolo fondamentale, partecipando fattivamente a questo accordo e rispondendo, soprattutto, con un importante sforzo organizzativo, supportato spesso da conseguenti investimenti in strutture, spazi e risorse dedicate. Non sono meri esecutori logistici, ma anello fondamentale di questa catena. Anche per questo la nostra scelta è stata quella di coinvolgere tutti i nomi attivi nella regione, ottenendo così la massima capillarità distributiva e consolidando, anche per loro, opportunità di business nel rapporto con le farmacie».
Semplificare i servizi per il paziente
A seguire Giuseppe Capoferri, Amministratore Delegato Gulliver, ha parlato della tracciabilità completa per la delivery dei farmaci. La gestione dell’ultimo miglio in tempi di Covid, infatti, è diventata più severa e richiede informazioni, garantite e in tempo reale, che siano in grado di superare i confini delle singole organizzazioni per arrivare al più presto a chi ne ha necessità. Utilizzando le piattaforme tecnologiche di base, unite agli strumenti del web e della mobilità, le soluzioni Gulliver permettono di conferire precisione ed efficacia ai processi di delivery comunque intesi. Per questo Gulliver ha lanciato G-Transport, l’App mobile per smartphone dedicata al settore trasporti che permette una comunicazione bidirezionale driver-azienda per una gestione dei dati in real time. «La soluzione è stata realizzata grazie alla piattaforma MDC di Gulliver e il suo obiettivo è verificare in ogni momento l’esito e l’organizzazione delle consegne e dei ritiri, grazie all’utilizzo di semplici, pratiche e innovative App native per smartphone, dispositivi rugged e tablet. La lettura di bar code, QR code e NFC può essere effettuata tramite la fotocamera del telefono o con strumentazioni ad hoc come i lettori di Koamtac. Si integra ai più diffusi sistemi TMS attualmente sul mercato, ma può lavorare in modalità completamente autonoma».
A conclusione della prima giornata la presentazione di doFar, il servizio dedicato ai pazienti cronici (circa il 40% della popolazione) ideato e sviluppato per favorire l’aderenza terapeutica, risulta di enorme importanza in questa fase di emergenza sanitaria poiché riduce al minimo la necessità di spostamenti e contatti dei soggetti fragili come i pazienti cronici e di quelli più esposti al contagio come medici e farmacisti. «doFar vuole sollevare i pazienti e i loro cari da ogni incombenza e da ogni preoccupazione aggiuntiva e accompagnarli serenamente lungo ogni passo del loro personale percorso terapeutico. - ha spiegato Cinzia Masia, amministratore delegato doFar – Il sistema si avvale dell’interazione di 5 piattaforme che gestiscono la rete telematica che regola i flussi dei dati scambiati tra medico - farmacista - paziente - help desk - corriere, tessendone, attraverso lo scambio, la struttura dell’intero servizio. Il sistema doFar, ottenuti i dati che compongono la terapia del paziente, per mezzo delle sue funzioni matematiche elabora e quindi programma le prescrizioni e le relative dispensazioni allineando quindi tutti i farmaci che la compongono, riconducendo il tutto ad un'unica data di prescrizione/ dispensazione. doFar invierà al medico la richiesta di predisposizione delle ricette che occorrono alla terapia indicandogli il termine entro cui inviarle al nostro archivio digitale che automaticamente e attraverso protocolli di sicurezza le inoltra alla farmacia di fiducia. DoFar inoltre, notificherà di mettere da parte i farmaci che dovranno essere ritirati personalmente dal paziente in un giorno prestabilito da doFar o dal corriere che si occuperà di effettuare la consegna presso il domicilio. Questa notifica consente alla farmacia di ordinare per tempo i farmaci necessari alla dispensazione, compresi quelli in DPC o che mancano in magazzino». Il progetto è partito a settembre di quest’anno è annovera già 400 farmacie aderenti e oltre 300 pazienti cronici abbonati.
Automazione e robotica applicate alla sanità
Il giorno dopo si riaccende il dibattito sull’efficienza in sanità con Carlo Rafele, Professore Ordinario, Dipartmento Ing. Gestionale, Politecnico di Torino, in veste di moderatore nonché chairman alla quarta tavola rotonda del convegno. Prima di lasciare la parola ai relatori, Rafele ha espresso le sue perplessità sulla catena dei dati sui tamponi Covid: «Il più eclatante esempio di effetto bullwhip di data chain in Italia – lo definisce Rafele - che nasce da alcuni chiaroscuri sulla raccolta dati: tempi di attraversamento diversi a seconda delle regioni; dati non allineati nel tempo; differenti piattaforme di gestione dati; diverse interpretazioni da parte dei mezzi di comunicazione; problema di integrazione dei dati raccolti».
Dopo queste riflessioni la parola è passata a Marcello Pani, Direttore Divisione UOC Farmacia del Policlinico Gemelli per l’avvio della terza tavola rotonda dedicata ad automazione e robotica. Si parte dal progetto di automazione spinta presentato da Filippo Indovina, Amministratore Delegato Knapp Italia, e Michele Simbula, Head of Healthcare Logistics Sales Rekeep SpA, che sta coinvolgendo un’importante ASL del Nord Italia nello studio di fattibilità sull’ottimizzazione della catena di dispensazione dei farmaci dal magazzino centralizzato fino al degente in reparto attraverso l’automazione. La realtà presa in considerazione ha un magazzino centrale gestito da Rekeep per la parte logistica che serve 4 strutture ospedaliere per 504 posti letto (398 dipartimenti abilitati ad emettere i fabbisogni, 166.700 richieste/anno per 410.592 righe/anno). «Lo studio – ha spiegato Michele Simbula - si pone l’obiettivo della fattibilità di automazione del magazzino centralizzato, tracciabilità dei prodotti lungo l’intero processo, gestione armadio/ logistica di reparto. I vantaggi gestionali sono: semplificazione adempimenti gestionali, ottimizzazione dei processi logistici; gestione inventariale; stoccaggio a magazzino e monitoraggio consumi; tracciabilità prodotti. I vantaggi economici per la gestione delle scorte invece includono: riduzione delle scorte di reparto e farmacia sino al 40% sulle giacenze di magazzino; sugli scaduti c’è un conseguimento di un risparmi o pari al 25% sui consumi».
Filippo Indovina ha sottolienato invece le soluzioni che verranno integrate: «Ci siamo focalizzati su due soluzioni in particolare: la prima è KnappStore per l’automazione del magazzino ospedaliero; la seconda è invece Cube di Apostore, ideale per ottenere un armadio di reparto ottimizzato, funzionale e connesso. Nel progetto, c’è la possibilità di impiegare anche un carrello di reparto automatizzato che funge in sostanza da piccolo magazzino su due ruote. Tutte queste soluzioni sono integrate tra loro attraverso un’unica piattaforma software che permette lo scambio dei dati per una completa tracciabilità di ciò che viene movimentato tra il magazzino e il reparto». Attualmente il magazzino centrale è gestito manualmente e conta circa 3,8 milioni di pezzi in stock e processa circa 33.500 righe al mese per circa 4.000 referenze (85% righe per farmaci, 15% per dispositivi medici).
Si è parlato ancora di robotica e automazione insieme a Daniele Tomasello, Key Account Manager BD Rowa Italy che ha esordito così: «Mantenere alto il livello di efficienza in un contesto pandemico come quello che stiamo vivendo non è stato facile, ma grazie alle nostre soluzioni di automazione, i clienti hanno potuto garantire gli approvvigionamenti di filiera rispettando tempi e consegne, oltre che gli standard di sicurezza personale». Gli ambiti di applicazione di tali soluzioni sono molteplici, come spiega Tomasello: «Le soluzioni BD Rowa più conosciute sono sicuramente quelle della distribuzione intermedia del farmaco per la media e bassa rotazione, in grado di rispondere ad esigenze specifiche di mercato grazie alla flessibilità del nostro software Mosaic e da un protocollo di comunicazione standard integrabile con qualsiasi gestionale. Di recente, però, abbiamo iniziato ad approcciarci anche alla distribuzione per conto, dove la gestione separata degli stock e la preparazione degli ordini avviene ancora prevalentemente in modalità manuale. In parallelo, abbiamo implementato anche delle nuove soluzioni all'interno di celle frigo per la gestione automatizzata di prodotti termolabili, anche qui elevando il grado di efficienza di attività che normalmente vengono svolte dall’operatore. Infine, abbiamo presentato soluzioni specifiche per la gestione dei narcotics, per i quali è essenziale garantire la completa tracciabilità dei prodotti per monitorarne la distribuzione».
BD Rowa ha inoltre raggiunto una pietra miliare nei suoi quasi 25 anni di storia: il reparto Produzione di Kelberg, Germania, ha prodotto il 10.000° sistema di stoccaggio robotizzato. Parallelamente, BD Rowa Italia ha concluso la 1.000ma installazione in Italia. Due traguardi molto importanti, che segnano l’evoluzione dei sistemi di automazione robotizzati realizzati presso l’unico sito produttivo che l'azienda abbia mai avuto da quando è stata fondata, quello di Kelberg.
Il giorno dopo si riaccende il dibattito sull’efficienza in sanità con Carlo Rafele, Professore Ordinario, Dipartmento Ing. Gestionale, Politecnico di Torino, in veste di moderatore nonché chairman alla quarta tavola rotonda del convegno. Prima di lasciare la parola ai relatori, Rafele ha espresso le sue perplessità sulla catena dei dati sui tamponi Covid: «Il più eclatante esempio di effetto bullwhip di data chain in Italia – lo definisce Rafele - che nasce da alcuni chiaroscuri sulla raccolta dati: tempi di attraversamento diversi a seconda delle regioni; dati non allineati nel tempo; differenti piattaforme di gestione dati; diverse interpretazioni da parte dei mezzi di comunicazione; problema di integrazione dei dati raccolti».
Dopo queste riflessioni la parola è passata a Marcello Pani, Direttore Divisione UOC Farmacia del Policlinico Gemelli per l’avvio della terza tavola rotonda dedicata ad automazione e robotica. Si parte dal progetto di automazione spinta presentato da Filippo Indovina, Amministratore Delegato Knapp Italia, e Michele Simbula, Head of Healthcare Logistics Sales Rekeep SpA, che sta coinvolgendo un’importante ASL del Nord Italia nello studio di fattibilità sull’ottimizzazione della catena di dispensazione dei farmaci dal magazzino centralizzato fino al degente in reparto attraverso l’automazione. La realtà presa in considerazione ha un magazzino centrale gestito da Rekeep per la parte logistica che serve 4 strutture ospedaliere per 504 posti letto (398 dipartimenti abilitati ad emettere i fabbisogni, 166.700 richieste/anno per 410.592 righe/anno). «Lo studio – ha spiegato Michele Simbula - si pone l’obiettivo della fattibilità di automazione del magazzino centralizzato, tracciabilità dei prodotti lungo l’intero processo, gestione armadio/ logistica di reparto. I vantaggi gestionali sono: semplificazione adempimenti gestionali, ottimizzazione dei processi logistici; gestione inventariale; stoccaggio a magazzino e monitoraggio consumi; tracciabilità prodotti. I vantaggi economici per la gestione delle scorte invece includono: riduzione delle scorte di reparto e farmacia sino al 40% sulle giacenze di magazzino; sugli scaduti c’è un conseguimento di un risparmi o pari al 25% sui consumi».
Filippo Indovina ha sottolienato invece le soluzioni che verranno integrate: «Ci siamo focalizzati su due soluzioni in particolare: la prima è KnappStore per l’automazione del magazzino ospedaliero; la seconda è invece Cube di Apostore, ideale per ottenere un armadio di reparto ottimizzato, funzionale e connesso. Nel progetto, c’è la possibilità di impiegare anche un carrello di reparto automatizzato che funge in sostanza da piccolo magazzino su due ruote. Tutte queste soluzioni sono integrate tra loro attraverso un’unica piattaforma software che permette lo scambio dei dati per una completa tracciabilità di ciò che viene movimentato tra il magazzino e il reparto». Attualmente il magazzino centrale è gestito manualmente e conta circa 3,8 milioni di pezzi in stock e processa circa 33.500 righe al mese per circa 4.000 referenze (85% righe per farmaci, 15% per dispositivi medici).
Si è parlato ancora di robotica e automazione insieme a Daniele Tomasello, Key Account Manager BD Rowa Italy che ha esordito così: «Mantenere alto il livello di efficienza in un contesto pandemico come quello che stiamo vivendo non è stato facile, ma grazie alle nostre soluzioni di automazione, i clienti hanno potuto garantire gli approvvigionamenti di filiera rispettando tempi e consegne, oltre che gli standard di sicurezza personale». Gli ambiti di applicazione di tali soluzioni sono molteplici, come spiega Tomasello: «Le soluzioni BD Rowa più conosciute sono sicuramente quelle della distribuzione intermedia del farmaco per la media e bassa rotazione, in grado di rispondere ad esigenze specifiche di mercato grazie alla flessibilità del nostro software Mosaic e da un protocollo di comunicazione standard integrabile con qualsiasi gestionale. Di recente, però, abbiamo iniziato ad approcciarci anche alla distribuzione per conto, dove la gestione separata degli stock e la preparazione degli ordini avviene ancora prevalentemente in modalità manuale. In parallelo, abbiamo implementato anche delle nuove soluzioni all'interno di celle frigo per la gestione automatizzata di prodotti termolabili, anche qui elevando il grado di efficienza di attività che normalmente vengono svolte dall’operatore. Infine, abbiamo presentato soluzioni specifiche per la gestione dei narcotics, per i quali è essenziale garantire la completa tracciabilità dei prodotti per monitorarne la distribuzione».
BD Rowa ha inoltre raggiunto una pietra miliare nei suoi quasi 25 anni di storia: il reparto Produzione di Kelberg, Germania, ha prodotto il 10.000° sistema di stoccaggio robotizzato. Parallelamente, BD Rowa Italia ha concluso la 1.000ma installazione in Italia. Due traguardi molto importanti, che segnano l’evoluzione dei sistemi di automazione robotizzati realizzati presso l’unico sito produttivo che l'azienda abbia mai avuto da quando è stata fondata, quello di Kelberg.
L'integrazione dei processi e degli apparati
Nell’ultima tavola rotonda, il focus tecnologico si sposta verso software, gestione dei dati, integrazione degli apparati e delle informazioni e il confronto tra i partecipanti viene moderato da Carlo Rafele. Il primo intervento è quello di Deborah De Cesare, Ricercatrice dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, che ha offerto spunti sul cambiamento della percezione nei confronti delle tecnologie digitali da parte dei vari stakeholder del settore durante l'emergenza sanitaria (es. app per il paziente, telemedicina, terapie digitali, ecc.), abbozzando degli scenari futuri.
De Cesare spiega che l’emergenza Covid-19 ha accresciuto la consapevolezza tra cittadini, professionisti sanitari e manager delle strutture sanitarie sul contributo del digitale nel processo di prevenzione, cura e assistenza. Anche se quasi la metà dei CIO delle aziende sanitarie stima un aumento di investimenti in sanità digitale nel 2020, «Sembra ancora lontana una piena evoluzione del sistema sanitario italiano verso il modello della “Connected Care”, ovvero un sistema salute connesso e personalizzato, grazie a un utilizzo maturo delle tecnologie digitali, alla valorizzazione dei dati e all’empowerment dei cittadini e dei professionisti». Focus interessante è stato quello sulla telemedicina, tema di forte attualità viste le potenzialità che avrebbe nell’assistenza dei pazienti sintomatici non gravi a distanza. «Il boom di interesse per la Telemedicina durante il lockdown ha portato a un aumento delle sperimentazioni: il 37% delle strutture sanitarie sta sperimentando il Tele-monitoraggio (27% nel 2019) e il 35% la Tele-visita (15% nel 2019)» spiega De Cesare. L’emergenza, infine, ha evidenziato l’importanza della possibilità di accedere da remoto ai servizi sanitari per garantire il distanziamento sociale e ridurre il rischio di contagio.
In seguito Andrea Piovanelli, Product Manager in Antares Vision SpA, ha illustrato i molteplici vantaggi di una tracciabilità completa nel contesto ospedaliero, in grado di mettere insieme tutto il flusso dei materiali con il flusso dei pazienti e delle attività cliniche. Tutto questo è possibile grazie alla Smart Ward Platform (SWP), la piattaforma intelligente realizzata da Antares Vision le cui funzionalità sono state testate nell’ultimo anno grazie al coinvolgimento dell’IRCCS Ospedale San Raffaele per la fase di test in reparto.
Referente del progetto è Alberto Sanna, direttore del Centro di Ricerca sulle Tecnologie Avanzate per la Salute ed il Benessere dell’Ospedale San Raffaele, che gestisce molti dei progetti innovativi portati avanti dalla struttura in tre ambiti di ricerca integrati: Smarter and Safer Hospital (tecnologie informatiche, automazione e robotica per i processi ospedalieri), Smarter and Healthier Life (disegno di sistemi e servizi che favoriscono stili di vita individuali più salutari nella vita quotidiana) e Smarter and Healthier City (tecnologie informatiche, automazione e robotica per ecosistemi urbani che favoriscono stili di vita collettivi più salutari ed ecosostenibili). Insegna Health Informatics all’Università Vita-Salute di Milano.
Tornando al progetto SWP, Andrea Piovanelli spiega: «La nostra intenzione è estendere la tracciabiltià del farmaco sull’ultimo miglio della supply chian, eliminando da una parte le attività a scarso valore aggiunto per il paziente, dall’altra avendo una mappatura completa di tutti i flussi per gestire al meglio il rischio clinico. Il progetto, infatti, si prefissa obiettivi di grande impatto, come la riduzione di errori nella somministrazione dei farmaci e il miglioramento della logistica e tracciabilità del farmaco attraverso un’automazione integrata dei flussi e dei processi che, ad esempio, avrà anche un impatto benefico sulla diminuzione dello spreco di medicinali. La piattaforma permetterà, altresì, di acquisire digitalmente i parametri fisiologici del paziente, ottenenere una serie di ulteriori dati necessari alla valutazione del suo comportamento durante la terapia e avere maggiore visibilità sulle attività di reparto».
“Sanità digitale: l'impatto delle tecnologie digitali a favore della Medicina 4.0” è stato invece l’argomento di Pietro Lanza, General Manager, Intesa (Gruppo IBM), Blockchain Director IBM Italia, forte della sua esperienza nella trasformazione digitale dei processi aziendali, più che mai strategica oggi anche nei settori healthcare e farmaceutico. Il messaggio lanciato da Lanza è molto chiaro: «Le aziende che oggi stanno investendo in innovazione saranno quelle che riusciranno a trarre i maggiori vantaggi competitivi non solo nel breve, ma anche nel medio termine. Tutti i processi che hanno come obiettivo la salute, infatti, sia quelli interni alle strutture sanitarie, sia quelli che vanno a coinvolgere direttamente il cittadino, si stanno confrontando da tempo con le opportunità di miglioramento offerte dalla digitalizzazione: un lungo e variegato processo che ultimamente ha subito una netta accelerazione per effetto dell’emergenza sanitaria».
Intesa è anche partner tecnologico del Consorzio Dafne per tutti i principali progetti di trasformazione digitale della filiera e supporta il progetto IN2Dafne, presentato nella prima tavola rotonda, con servizi digitali innovativi secondo un modello di co-innovazione intrapreso da anni con il Consorzio.
A chiudere quest’ultima tavola rotonda è stato Francesco Cigala, Responsabile Acquisti Fondazione Poliambulanza di Brescia, azienda in prima linea nella cura dei pazienti Covid-19, che ha messo a frutto con profitto i tanti progetti di efficientamento condotti in chiave Lean. Una testimonianza preziosa che sottolinea quanto resti strategica l’operatività umana anche in un contesto in forte sviluppo tecnologico come quello sanitario, che proprio in questi mesi sta facendo un grosso balzo in avanti sul fronte della digitalizzaione. «L’approccio Lean è stato la chiave di volta del nostro operato. - sostiene Francesco Cigala - Dal “bed management” trasversale su tutte le aree Covid, che si è dimostrato fondamentale per la gestione dei pazienti Covid, agli strumenti visual che permettono di verificare in tempo reale l'occupazione di tutti i centri nevralgici dell'ospedale, le cui informazioni confluiscono sulla gestione operativa che ha visibilità completa su tutte le risorse chiave. Altra attività che è risultata importante dal punto di vista organizzativo è stata quella dei gruppi di lavoro, che si incontravano due volte al giorno la mattina e la sera per evidenziare tutti i problemi da risolvere». Tra le criticità riscontrate, quella della mancanza di ossigeno, che ha portato ad un adeguamento dei serbatoi da 12.000 a 37.000 litri per far fronte ad un consumo giornaliero passato in poco tempo da 560 a 10.800 litri, con un incremento del 2.000%.
Nell’ultima tavola rotonda, il focus tecnologico si sposta verso software, gestione dei dati, integrazione degli apparati e delle informazioni e il confronto tra i partecipanti viene moderato da Carlo Rafele. Il primo intervento è quello di Deborah De Cesare, Ricercatrice dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, che ha offerto spunti sul cambiamento della percezione nei confronti delle tecnologie digitali da parte dei vari stakeholder del settore durante l'emergenza sanitaria (es. app per il paziente, telemedicina, terapie digitali, ecc.), abbozzando degli scenari futuri.
De Cesare spiega che l’emergenza Covid-19 ha accresciuto la consapevolezza tra cittadini, professionisti sanitari e manager delle strutture sanitarie sul contributo del digitale nel processo di prevenzione, cura e assistenza. Anche se quasi la metà dei CIO delle aziende sanitarie stima un aumento di investimenti in sanità digitale nel 2020, «Sembra ancora lontana una piena evoluzione del sistema sanitario italiano verso il modello della “Connected Care”, ovvero un sistema salute connesso e personalizzato, grazie a un utilizzo maturo delle tecnologie digitali, alla valorizzazione dei dati e all’empowerment dei cittadini e dei professionisti». Focus interessante è stato quello sulla telemedicina, tema di forte attualità viste le potenzialità che avrebbe nell’assistenza dei pazienti sintomatici non gravi a distanza. «Il boom di interesse per la Telemedicina durante il lockdown ha portato a un aumento delle sperimentazioni: il 37% delle strutture sanitarie sta sperimentando il Tele-monitoraggio (27% nel 2019) e il 35% la Tele-visita (15% nel 2019)» spiega De Cesare. L’emergenza, infine, ha evidenziato l’importanza della possibilità di accedere da remoto ai servizi sanitari per garantire il distanziamento sociale e ridurre il rischio di contagio.
In seguito Andrea Piovanelli, Product Manager in Antares Vision SpA, ha illustrato i molteplici vantaggi di una tracciabilità completa nel contesto ospedaliero, in grado di mettere insieme tutto il flusso dei materiali con il flusso dei pazienti e delle attività cliniche. Tutto questo è possibile grazie alla Smart Ward Platform (SWP), la piattaforma intelligente realizzata da Antares Vision le cui funzionalità sono state testate nell’ultimo anno grazie al coinvolgimento dell’IRCCS Ospedale San Raffaele per la fase di test in reparto.
Referente del progetto è Alberto Sanna, direttore del Centro di Ricerca sulle Tecnologie Avanzate per la Salute ed il Benessere dell’Ospedale San Raffaele, che gestisce molti dei progetti innovativi portati avanti dalla struttura in tre ambiti di ricerca integrati: Smarter and Safer Hospital (tecnologie informatiche, automazione e robotica per i processi ospedalieri), Smarter and Healthier Life (disegno di sistemi e servizi che favoriscono stili di vita individuali più salutari nella vita quotidiana) e Smarter and Healthier City (tecnologie informatiche, automazione e robotica per ecosistemi urbani che favoriscono stili di vita collettivi più salutari ed ecosostenibili). Insegna Health Informatics all’Università Vita-Salute di Milano.
Tornando al progetto SWP, Andrea Piovanelli spiega: «La nostra intenzione è estendere la tracciabiltià del farmaco sull’ultimo miglio della supply chian, eliminando da una parte le attività a scarso valore aggiunto per il paziente, dall’altra avendo una mappatura completa di tutti i flussi per gestire al meglio il rischio clinico. Il progetto, infatti, si prefissa obiettivi di grande impatto, come la riduzione di errori nella somministrazione dei farmaci e il miglioramento della logistica e tracciabilità del farmaco attraverso un’automazione integrata dei flussi e dei processi che, ad esempio, avrà anche un impatto benefico sulla diminuzione dello spreco di medicinali. La piattaforma permetterà, altresì, di acquisire digitalmente i parametri fisiologici del paziente, ottenenere una serie di ulteriori dati necessari alla valutazione del suo comportamento durante la terapia e avere maggiore visibilità sulle attività di reparto».
“Sanità digitale: l'impatto delle tecnologie digitali a favore della Medicina 4.0” è stato invece l’argomento di Pietro Lanza, General Manager, Intesa (Gruppo IBM), Blockchain Director IBM Italia, forte della sua esperienza nella trasformazione digitale dei processi aziendali, più che mai strategica oggi anche nei settori healthcare e farmaceutico. Il messaggio lanciato da Lanza è molto chiaro: «Le aziende che oggi stanno investendo in innovazione saranno quelle che riusciranno a trarre i maggiori vantaggi competitivi non solo nel breve, ma anche nel medio termine. Tutti i processi che hanno come obiettivo la salute, infatti, sia quelli interni alle strutture sanitarie, sia quelli che vanno a coinvolgere direttamente il cittadino, si stanno confrontando da tempo con le opportunità di miglioramento offerte dalla digitalizzazione: un lungo e variegato processo che ultimamente ha subito una netta accelerazione per effetto dell’emergenza sanitaria».
Intesa è anche partner tecnologico del Consorzio Dafne per tutti i principali progetti di trasformazione digitale della filiera e supporta il progetto IN2Dafne, presentato nella prima tavola rotonda, con servizi digitali innovativi secondo un modello di co-innovazione intrapreso da anni con il Consorzio.
A chiudere quest’ultima tavola rotonda è stato Francesco Cigala, Responsabile Acquisti Fondazione Poliambulanza di Brescia, azienda in prima linea nella cura dei pazienti Covid-19, che ha messo a frutto con profitto i tanti progetti di efficientamento condotti in chiave Lean. Una testimonianza preziosa che sottolinea quanto resti strategica l’operatività umana anche in un contesto in forte sviluppo tecnologico come quello sanitario, che proprio in questi mesi sta facendo un grosso balzo in avanti sul fronte della digitalizzaione. «L’approccio Lean è stato la chiave di volta del nostro operato. - sostiene Francesco Cigala - Dal “bed management” trasversale su tutte le aree Covid, che si è dimostrato fondamentale per la gestione dei pazienti Covid, agli strumenti visual che permettono di verificare in tempo reale l'occupazione di tutti i centri nevralgici dell'ospedale, le cui informazioni confluiscono sulla gestione operativa che ha visibilità completa su tutte le risorse chiave. Altra attività che è risultata importante dal punto di vista organizzativo è stata quella dei gruppi di lavoro, che si incontravano due volte al giorno la mattina e la sera per evidenziare tutti i problemi da risolvere». Tra le criticità riscontrate, quella della mancanza di ossigeno, che ha portato ad un adeguamento dei serbatoi da 12.000 a 37.000 litri per far fronte ad un consumo giornaliero passato in poco tempo da 560 a 10.800 litri, con un incremento del 2.000%.
Atti del convegno
I video completi delle tavole rotonde sono on line su www.logfarma.it insieme all'agenda completa, ai comunicati stampa e ai rimandi alle edizioni precedenti. Via via saranno caricate le presentazioni dei relatori, alla corrispondente voce nell'agenda.
Arrivederci all’edizione 2021 con l’augurio che si svolga in un clima meno drammatico di quello attuale e che ci si possa rincontrare di persona per ristabilire delle connessioni “umane” oltre che digitali.
I video completi delle tavole rotonde sono on line su www.logfarma.it insieme all'agenda completa, ai comunicati stampa e ai rimandi alle edizioni precedenti. Via via saranno caricate le presentazioni dei relatori, alla corrispondente voce nell'agenda.
Arrivederci all’edizione 2021 con l’augurio che si svolga in un clima meno drammatico di quello attuale e che ci si possa rincontrare di persona per ristabilire delle connessioni “umane” oltre che digitali.
assistenza domiciliare
- Automazione
- codici a barre
- collaboration
- Digital transformation
- eHealth
- farmaceutica e cosmetica
- farmacia
- identificazione paziente
- Industria 4.0
- magazzino
- ospedale
- outsourcing
- RFID
- serializzazione
- servizi logistici
- software
- sostenibilità
- stoccaggio
- supply chain management
- Temperatura controllata
- tracciabilità
22/06/2015
17/11/2015
03/03/2016
02/02/2016
11/05/2016