23-03-2021
a cura di Michela Del Pizzo
a cura di Michela Del Pizzo
Si è da poco concluso il secondo appuntamento del ciclo di webinar del Laboratorio RISE (Università di Brescia) dedicati all'Economia Circolare dal titolo “Rigenerare prodotti e componenti per evitare il fine vita” e moderato dai professori Marco Perona, Nicola Saccani e Gianmarco Bressanelli dell’Università di Brescia. Gli ospiti che sono intervenuti portando le loro testimonianze sono stati: Giulio Bonazzi, CEO Aquafil Group, Marco Olivieri, CEO E-Repair Srl ed Eric Romano, Marketing Manager presso Oldrati Group.
«Rigenerare prodotti e componenti è infatti una delle strategie chiave dell’Economia Circolare, in grado di eliminare il concetto di fine vita e conseguire notevoli vantaggi ambientali. - afferma Marco Perona in apertura - Le aziende che hanno colto in passato le opportunità della Rigenerazione stanno oggi ottenendo enormi vantaggi competitivi. Sono svariati i modi in cui si può intraprendere con successo un percorso di economia circolare basato sulla rigenerazione e in quest’occasione avremo modo di sentire tre differenti realtà che hanno saputo trasformarla in un’opportunità di crescita e sviluppo del business».
«Rigenerare prodotti e componenti è infatti una delle strategie chiave dell’Economia Circolare, in grado di eliminare il concetto di fine vita e conseguire notevoli vantaggi ambientali. - afferma Marco Perona in apertura - Le aziende che hanno colto in passato le opportunità della Rigenerazione stanno oggi ottenendo enormi vantaggi competitivi. Sono svariati i modi in cui si può intraprendere con successo un percorso di economia circolare basato sulla rigenerazione e in quest’occasione avremo modo di sentire tre differenti realtà che hanno saputo trasformarla in un’opportunità di crescita e sviluppo del business».
Il filo sostenibile è di nylon
Il primo ospite è Giulio Bonazzi, CEO di Aquafil Group, azienda specializzata nella produzione di fibre sintetiche, in special modo di quelle in poliammide 6. Il Gruppo è punto di riferimento per qualità, innovazione e nuovi modelli di sviluppo sostenibile che hanno dato vita al progetto Econyl: «Il processo di rigenerazione Econyl - spiega Bonazzi - trasforma quello che era un rifiuto in una nuova fonte di opportunità da implementare nel campo della moda e dell’arredamento. Infatti, i rifiuti in nylon, come le reti da pesca non più utilizzabili e gli scarti di produzione tessile, che sarebbero destinati allo smaltimento vengono recuperati e trasformati in un filo nuovo, aventi le stesse caratteristiche del nylon da materia prima vergine».
Econyl è il risultato di un lungo percorso di ricerca che l’azienda ha avviato diverso tempo fa esaminando l’impatto ambientale dei propri prodotti tramite l’analisi del loro ciclo di vita (LCA). I risultati dell’analisi hanno fornito precise indicazioni sull’impatto ambientale complessivo del filo di nylon e sul contributo delle diverse fasi del ciclo di vita. La fase di estrazione di materie prime, in particolare, si è rivelata quella più impattante e su cui pertanto concentrare gli sforzi di miglioramento. È stato quindi avviato un processo di ricerca e innovazione che ha portato al lancio nel 2016 del progetto Econyl Regeneration System: un sistema industriale altamente innovativo, che permette di trasformare il nylon a fine vita in materia prima seconda per nuovi prodotti, evitando in questo modo di immettere nuovi rifiuti nell’ambiente.
Il primo ospite è Giulio Bonazzi, CEO di Aquafil Group, azienda specializzata nella produzione di fibre sintetiche, in special modo di quelle in poliammide 6. Il Gruppo è punto di riferimento per qualità, innovazione e nuovi modelli di sviluppo sostenibile che hanno dato vita al progetto Econyl: «Il processo di rigenerazione Econyl - spiega Bonazzi - trasforma quello che era un rifiuto in una nuova fonte di opportunità da implementare nel campo della moda e dell’arredamento. Infatti, i rifiuti in nylon, come le reti da pesca non più utilizzabili e gli scarti di produzione tessile, che sarebbero destinati allo smaltimento vengono recuperati e trasformati in un filo nuovo, aventi le stesse caratteristiche del nylon da materia prima vergine».
Econyl è il risultato di un lungo percorso di ricerca che l’azienda ha avviato diverso tempo fa esaminando l’impatto ambientale dei propri prodotti tramite l’analisi del loro ciclo di vita (LCA). I risultati dell’analisi hanno fornito precise indicazioni sull’impatto ambientale complessivo del filo di nylon e sul contributo delle diverse fasi del ciclo di vita. La fase di estrazione di materie prime, in particolare, si è rivelata quella più impattante e su cui pertanto concentrare gli sforzi di miglioramento. È stato quindi avviato un processo di ricerca e innovazione che ha portato al lancio nel 2016 del progetto Econyl Regeneration System: un sistema industriale altamente innovativo, che permette di trasformare il nylon a fine vita in materia prima seconda per nuovi prodotti, evitando in questo modo di immettere nuovi rifiuti nell’ambiente.
Chi ha detto che la gomma non è rinnovabile?
A seguire Eric Romano, Marketing Manager di Oldrati Group, da oltre cinquant’anni specializzata in guarnizioni industriali. Come per Acquafil, anche Oldrati ha iniziato diversi anni fa un percorso di sostenibilità che l’ha portata al recente lancio di Ogreen, una gomma derivante da materia prima rigenerata, ottenuta da una gestione all’avanguardia degli scarti di produzione. «Grazie alla riduzione dei rifiuti e al riutilizzo della gomma, - afferma Romano - siamo in grado di evitare di smaltire in discarica l’equivalente in peso di 1.500 piccole auto. La rigenerazione della gomma è possibile e contribuisce alla creazione di un’economia sostenibile e circolare. Oggi dovremmo cambiare la nostra concezione di”materiale di scarto” e, da questo punto in poi, iniziare a chiamarlo materia prima da riutilizzo invece di rifiuto».
La soluzione proposta da Oldrati è davvero rivoluzionaria se si pensa che fino ad ora la gomma è stata considerata una risorsa naturale non rinnovabile e quindi soggetta a smaltimento una volta giunta a fine vita. Inoltre, gli scarti di lavorazione e le componenti in gomma presenti negli oggetti di uso quotidiano rappresentano da sempre una quantità impressionante di materiale di scarto ed oggi invece diventano di nuovo una risorsa utilizzabile. La gomma rigenerata Ogreen è monocomponente e rappresenta la materia prima che, insieme ad altri elementi e ad una percentuale di materiale vergine, dà forma al manufatto finito. Proprio per questo, per rendere la materia prima modellabile e quindi riutilizzabile, la gomma subisce un processo termomeccanico di devulcanizzazione, riportando il materiale allo stato vergine. Ogreen può essere utilizzato al 99% per produrre nuovi componenti, a seconda delle prestazioni specifiche richieste dal cliente. L’obiettivo di Oldrati sarà quello di trasformare nel 2021 circa 1200 tonnellate di gomma “di scarto” in una mescola a basso impatto ambientale.
Rigenerazione di componenti elettronici
Marco Olivieri, CEO di E-Repair, ha infine illustrato il nuovo modello di business sostenibile avviato dalla sua azienda qualche tempo fa, basato sul riutilizzo delle schede elettroniche industriali usate. Secondo la vision di E-Repair è necessario scardinare l'attuale modalità di gestione delle attività di manutenzione aziendale che vengono attivate solo in caso di guasto, e che comportano ingenti costi di fermo macchina. Per Olivieri la rigenerazione dei componenti elettronici industriali non rappresenta solo un business ma vuole essere d'esempio nella riduzione dell'inquinamento industriale, generando una nuova sensibilità nell'ambito della responsabilità ambientale.
«Il concetto cardine del servizio Easy Regeneration, - spiega Olivieri - ispirato all'economia circolare, prevede attraverso un processo tecnologicamente rivoluzionario, di ripristinare i prodotti elettronici industriali riportandoli ad ore zero. Tale sistema permette di sostituire tutte le parti soggette ad usura del prodotto e di testare la funzionalità del prodotto stesso e dei singoli componenti, oltre ad effettuare l'attività di pulizia e, dove possibile, il ripristino estetico dell’oggetto».
Il servizio Easy Regenerationn permette di ridurre, se non azzerare, i tempi di fermo-macchina e di riprendere in tempi brevissimi la produzione, senza scendere a compromessi sulla qualità disponendo immediatamente del prodotto di ricambio, con un notevole risparmio economico e con la garanzia della rigenerazione secondo gli standard propri di un laboratorio Autorizzato Siemens.
A seguire Eric Romano, Marketing Manager di Oldrati Group, da oltre cinquant’anni specializzata in guarnizioni industriali. Come per Acquafil, anche Oldrati ha iniziato diversi anni fa un percorso di sostenibilità che l’ha portata al recente lancio di Ogreen, una gomma derivante da materia prima rigenerata, ottenuta da una gestione all’avanguardia degli scarti di produzione. «Grazie alla riduzione dei rifiuti e al riutilizzo della gomma, - afferma Romano - siamo in grado di evitare di smaltire in discarica l’equivalente in peso di 1.500 piccole auto. La rigenerazione della gomma è possibile e contribuisce alla creazione di un’economia sostenibile e circolare. Oggi dovremmo cambiare la nostra concezione di”materiale di scarto” e, da questo punto in poi, iniziare a chiamarlo materia prima da riutilizzo invece di rifiuto».
La soluzione proposta da Oldrati è davvero rivoluzionaria se si pensa che fino ad ora la gomma è stata considerata una risorsa naturale non rinnovabile e quindi soggetta a smaltimento una volta giunta a fine vita. Inoltre, gli scarti di lavorazione e le componenti in gomma presenti negli oggetti di uso quotidiano rappresentano da sempre una quantità impressionante di materiale di scarto ed oggi invece diventano di nuovo una risorsa utilizzabile. La gomma rigenerata Ogreen è monocomponente e rappresenta la materia prima che, insieme ad altri elementi e ad una percentuale di materiale vergine, dà forma al manufatto finito. Proprio per questo, per rendere la materia prima modellabile e quindi riutilizzabile, la gomma subisce un processo termomeccanico di devulcanizzazione, riportando il materiale allo stato vergine. Ogreen può essere utilizzato al 99% per produrre nuovi componenti, a seconda delle prestazioni specifiche richieste dal cliente. L’obiettivo di Oldrati sarà quello di trasformare nel 2021 circa 1200 tonnellate di gomma “di scarto” in una mescola a basso impatto ambientale.
Rigenerazione di componenti elettronici
Marco Olivieri, CEO di E-Repair, ha infine illustrato il nuovo modello di business sostenibile avviato dalla sua azienda qualche tempo fa, basato sul riutilizzo delle schede elettroniche industriali usate. Secondo la vision di E-Repair è necessario scardinare l'attuale modalità di gestione delle attività di manutenzione aziendale che vengono attivate solo in caso di guasto, e che comportano ingenti costi di fermo macchina. Per Olivieri la rigenerazione dei componenti elettronici industriali non rappresenta solo un business ma vuole essere d'esempio nella riduzione dell'inquinamento industriale, generando una nuova sensibilità nell'ambito della responsabilità ambientale.
«Il concetto cardine del servizio Easy Regeneration, - spiega Olivieri - ispirato all'economia circolare, prevede attraverso un processo tecnologicamente rivoluzionario, di ripristinare i prodotti elettronici industriali riportandoli ad ore zero. Tale sistema permette di sostituire tutte le parti soggette ad usura del prodotto e di testare la funzionalità del prodotto stesso e dei singoli componenti, oltre ad effettuare l'attività di pulizia e, dove possibile, il ripristino estetico dell’oggetto».
Il servizio Easy Regenerationn permette di ridurre, se non azzerare, i tempi di fermo-macchina e di riprendere in tempi brevissimi la produzione, senza scendere a compromessi sulla qualità disponendo immediatamente del prodotto di ricambio, con un notevole risparmio economico e con la garanzia della rigenerazione secondo gli standard propri di un laboratorio Autorizzato Siemens.
In chiusura, Gianmarco Bressanelli dell’Università di Brescia ha riassunto i vantaggi competiti e le sfide derivanti dal processo di rigenerazione dei materiali. Sicuramente si ottiene una riduzione dei costi per l’approvvigionamento delle materie prime e si abbassa notevolmente il rischio sulla fornitura dei materiali, oltre a guadagnare un fattore di differenziazione sul mercato che permette un migliore posizionamento della propria supply chain. Me le sfide da affrontare sono ancora diverse, come ad esempio lo sviluppo di modelli di bussiness tutt’altro che semplice e che richiede tante risorse, tempo e investimenti economici da parte, al momento, dei soli privati. Almeno in Italia.
Tutte le informazioni dei prossimi incontri sull’economia circolare promossi da RISE, nonchè gli atti degli eventi, sono disponibili qui.
Tutte le informazioni dei prossimi incontri sull’economia circolare promossi da RISE, nonchè gli atti degli eventi, sono disponibili qui.