A due mesi dell'estensione dell'obbligo di fatturazione elettronica a tutta la PA, che ha portato il principale cliente della “filiera-Italia” (la Pubblica Amministrazione), con circa 130 miliardi di acquisti l'anno ad imboccare con decisione la strada della digitalizzazione del ciclo commerciale, possiamo tracciare un primo bilancio tutto sommato positivo, come emerso anche dall'ultimo convegno indetto dall'Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano per presentare i risultati del rapporto “Dopo la PA, il Digitale (ri)entra nel Business” presso il Campus Bovisa dell'ateneo milanese.
La novità più interessante emersa in questa decina edizione dell'Osservatorio è che l’avvento della Fatturazione Elettronica verso la PA sta stimolando le imprese a rivedere i propri processi interni e le relazioni B2b in chiave digitale. Con l’obbligo della Fatturazione Elettronica verso la PA, innanzitutto, è esploso il numero delle imprese che utilizzano (o adotteranno a breve) soluzioni di Conservazione Digitale per almeno una parte delle proprie fatture attive: dopo essere passate da 5.000 del 2013 alle 130.000 del 2014, oggi superano le 300.000 imprese.
L’obbligo di Conservazione Digitale delle fatture destinate alla PA può essere un innesco per avviare progetti estesi anche agli altri documenti legati alle relazioni B2b: molte imprese, con l’occasione della Fatturazione Elettronica verso la PA, hanno già deciso di estendere i progetti di Conservazione Digitale a tutte le fatture, non solo a quelle dirette alle PA. In alcuni casi l’uso del Tracciato FatturaPA è adottato per l’emissione di tutte le fatture attive.
«Anche chi non ha forti relazioni commerciali con la PA sta sfruttando la pervasività della Fatturazione Elettronica verso la PA per incrementare le relazioni digitali con i propri partner commerciali – affermano Paolo Catti e Irene Facchinetti dell'Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico – . Lo stimolo non ha mosso solo le grandi imprese, anche alcuni fornitori più piccoli della PA hanno colto l’occasione per attivare, proseguire o completare un percorso di innovazione, ciascuno secondo le proprie possibilità e caratteristiche».Molte esperienze di ricorso alla Digitalizzazione in realtà non sono legate solo all’avvento dellaFatturazione Elettronica. Si sono sviluppate precedentemente in contesti di filiera, attraverso standard perfezionati e consolidati negli anni, la cui diffusione ha portato a una crescita continua delle imprese interconnesse. Gli strumenti digitali utilizzati dalle organizzazioni per veicolare i documenti di supporto alle relazioni di business con i propri interlocutori sono l’EDI (Electronic Data Interchange, modello di integrazione basato sull’interscambio di dati in formato elettronico strutturato), le Extranet e i Portali B2b (soluzioni di gestione integrata dei processi interaziendali, che consentono sia l’interazione applicazione-applicazione sia quella uomo-applicazione).Nel 2014 sono state circa 10.000 le imprese (con un lieve incremento del 3% rispetto al 2013) che in Italia hanno scambiato tramite reti EDI i principali documenti del Ciclo Ordine-Pagamento con clienti o fornitori. Ed è in forte il volume di documenti scambiati, che nel 2014 mostra un aumento del 32%.
Oltre 60.000 imprese italiane sono connesse tramite Extranet e/o Portali B2b ai propri partnercommerciali, canali che consentono lo scambio regolare di almeno uno dei documenti del Ciclodell’Ordine. Sono oltre 350 i Portali B2b attivi in Italia che alcune imprese “leader di filiera” hannoattivato per trasmettere e ricevere i documenti del Ciclo dell’Ordine scambiati con oltre 60.000fornitori o clienti. E non mancano casi in cui si è andati verso lo scambio di informazioni in ottica più collaborativa, attivando modelli di “eSupply Chain Collaboration”.