Grande successo di folla e di qualità nel convegno organizzato il 24 maggio scorso a Torino da SCM Academy, la organizzazione di imprese fornitrici ed utilizzatrici di logistica, fondata recentemente da Domenico Netti e che, a giudicare dal successo dell’evento, si pone prepotentemente alla ribalta.
La presentazione ai lavori, fatta con partecipazione quasi emotiva dal dott. Netti, ha introdotto il concetto di 4.0, non tanto cercando di dargliene una definizione ma facendolo praticamente coincidere con gli obiettivi dell’incontro. L’idea del quale è venuta pensando alle numerose piccole aziende che oggi, anzi che utilizzare le soluzioni automatizzate e i sistemi del 4.0, utilizzano manodopera disincentivata e malpagata. Questa problematica ha spinto i fondatori di SCM alla ricerca di nuovi approcci che pongano fine a tali tendenze, cause di un vero e proprio freno per lo sviluppo industriale nazionale. Facendo riferimento al 4.0 risulta quindi necessario sottolineare due esigenze: quella dell’introduzione di una vera cultura dell’innovazione e quella di definizione concreta delle risorse a disposizione.
Tematiche come l’intelligenza artificiale, la robotica, le stampanti 3D sono dei capisaldi di questa area e rappresentano le prime soluzioni adottabili per l’aggiornamento dei processi produttivi. Gli investimenti nella tecnologia risultano quindi fondamentali per cogliere a pieno le opportunità fornite dall’industria 4.0 al fine di rendere la propria azienda competitiva sul mercato. Conoscere le fonti di finanziamento, anche a livello istituzionale, è quindi una necessità sempre più importante per gli operatori logistici. Si delinea così il profilo di un mercato, quello odierno della logistica, non più disposto ad accettare l’improvvisazione o il mantenimento di vecchie prassi ma, al contrario, alla costante ricerca di soluzioni innovative per l’ottimizzazione dei processi. Innovazione che però è troppo spesso, secondo il dott. Netti, vissuta e percepita come un elemento negativo, fonte di rischio e causa della perdita di posti di lavoro, ma che in realtà propone la possibilità ai protagonisti del settore di cambiare pelle. Un rinnovamento che deve riguardare tutti, dal tecnico al dirigente, così da rendere solide sul mercato anche le piccole imprese e i piccoli operatori logistici.
In un settore come quello logistico infatti, in cui vige una sorta di responsabilità solidale, si fa strada sempre più prepotentemente anche una concorrenza sleale che mette a rischio la sopravvivenza di molte imprese; la capacità di rendersi competitivi risulta allora fondamentale per la sopravvivenza stessa dell’azienda. Tra gli operatori però sono numerosi quelli che dimostrano ancora una forte resistenza al cambiamento, che offrono servizi antiquati ma con prezzi contenuti. Elemento questo che può far gola alle aziende ma le cui conseguenze ricadono interamente sulle spalle del lavoratore, ultimo anello della catena. Diffidenza e chiusura simile a quella manifestata con l’avvento della grande distribuzione che aveva portato alla chiusura di molti piccoli esercizi ma che oggi vede un’inversione ulteriore di tendenza. L’e-commerce conquista fette sempre più importanti del mercato, ponendo la grande distribuzione in una situazione di crisi.
A cambiare quindi non è solo il mercato ma i compratori stessi i quali esprimono nuove esigenze, nuovi desideri che le aziende devono essere in grado di soddisfare. In questo contesto la logistica non può quindi più essere intesa come un servizio ma come un elemento propulsore per creare nuovi modelli di lavoro. Gli operatori logistici infatti, sono i soli a conoscere nello specifico le peculiarità del trasporto, i tempi, le necessità, le criticità dei percorsi, raccogliendo e gestendo questi dati per la creazione di algoritmi sarà possibile ottimizzare l’intera supply chain.
Il dott. Netti durante il suo intervento ha definito come le nuove frontiere di questo settore siano interessate da un “rinascimento”, come siano cioè impegnate in un periodo di rinascita e rinnovamento. In questa ottica va quindi rivista l’intera filiera, all’interno della quale ogni attore è allo stesso tempo fornitore e cliente degli altri nodi della catena, in un network in cui il lavoro del singolo impatta sull’andamento generale dell’intero processo. Il cliente richiede alla filiera velocità e qualità, senza voler rinunciare a nessuno di questi valori. Ciò comporta la necessità di trasportare in maniera ottimale e veloce le merci, affinché arrivino in tempi brevi e in condizioni perfette al consumatore.
Perché questo possa accadere è necessario che ogni impresa coinvolta parli un linguaggio condiviso dagli altri operatori, per garantire la massima efficienza e rinsaldare la collaborazione con i vari addetti al settore. Al contrario, un mancato aggiornamento alle nuove soluzioni dell’industria e della supply chain 4.0 può comportare la fuoriuscita dal mercato, vista la mancata capacità di rispondere alle necessità di clienti e fornitori.
Dall’incontro emerge come principio fondamentale per la logistica del futuro quello della collaborazione. Chiusura e individualismo non aiutano la produttività, al contrario, rappresentano freni fortissimi allo sviluppo di sinergie concrete e ricche, in cui diversi know how e capacità si fondano per la creazione di soluzioni innovative e funzionali. La leadership è oggi superata dalla collaborazione, letta in una chiave globale. Tendenza questa non pienamente recepita in Italia dove, purtroppo, permangono ancora forti resistenze alla condivisione di responsabilità e opportunità.