05-12-2017
L’industria chimica europea spende oltre 90 miliardi di euro all’anno per il trasporto e per la distribuzione delle proprie merci, mentre per l’industria chimica italiana il costo è di circa 7 miliardi di euro. Le imprese chimiche sono costantemente impegnate a migliorare la sicurezza e la riduzione dell’impatto ambientale delle attività logistiche, assicurando al tempo stesso la competitività economica in un contesto sempre più globalizzato.
Per ottimizzare i costi e la gestione in sicurezza nella distribuzione e nel trasporto delle merci chimiche, in particolare quelle catalogate come “merci pericolose", da circa un anno Federchimica, in stretta collaborazione con la Provincia di Novara, è impegnata insieme ad altri 14 partner europei nel progetto ChemMultimodal, finalizzato ad incrementare il trasporto intermodale chimico in Europa del 10% e ridurre di conseguenza le emissioni di CO2 del 5% entro il 2020.
ChemMultimodal (Promotion of Multimodal Transport in Chemical Logitics) è un progetto promosso e finanziato dal programma Interreg Central Europe e da ERDF (European Regional Development Fund), con lo scopo di migliorare la cooperazione tra l’industria chimica, i fornitori di servizi di logistica specializzata, gli operatori dei terminal e le Pubbliche Autorità nelle regioni del centro e dell’est Europa.
L’obiettivo principale è quello di incentivare e migliorare il trasporto intermodale delle merci chimiche. I Partner, che hanno unito le loro forze per la realizzazione di questo progetto, sono: Italia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia e Ungheria.
I dettagli del progetto ChemMultimodal
Presso la sede di FederChimica di Milano si è appena concluso il workshop “Multimodalità: il futuro del trasporto chimico" dedicato ai responsabili della logistica che hanno interesse ad aderire al progetto attraverso dei servizi di trasporto intermodale che soddisfino le particolare esigenze della distribuzione del comparto chimico. Moderata da Enrico Brena, SC Sviluppo Chimica SpA, la giornata è stata suddivisa in tre fasi: nella prima, è stato introdotto lo scenario in cui operano le aziende dell’industria chimica, sottolineando le particolarità del trasporto merci e le possibili leve a cui fare riferimento per lanciare uno sviluppo dell’intermodale che sia in linea con gli standard di sicurezza richiesti per la movimentazione di questi materiali; nella parte centrale, si è entrati nel dettaglio del progetto, presentando il pacchetto di strumenti realizzato in collaborazione con la Provincia di Novara, dove ricordiamo ha sede un importante terminal ferroviario, il CIM, e SC Sviluppo Chimica; nella fase conclusiva, la parola è passata alle aziende che hanno già integrato l’intermodale nei propri processi logistici, con ottimi risultati in termini di sostenibilità.
Basato su un'analisi dettagliata delle esigenze di miglioramento del trasporto multimodale di prodotti chimici, il progetto svilupperà entro il 2019 un tool box a supporto delle aziende chimiche e dei partner logistici che intendono aumentare la quota del trasporto multimodale nei loro traffici. Oggi il progetto si trova nella fase pratica, che prevede l’arruolamento di circa trenta aziende chimiche a livello europeo per l’avviamento di 7 pilot test che puntano a verificare l’efficacia dei tool realizzati in questo primo anno di attività, che consistono in: linee guida, il planner online “Intermodal links” e un calcolatore di CO2 per quantificare in pochi istanti l’impronta di carbonio emessa dal trasporto via camion.
Oltre al tool box, come raccontato da Valerio Cipolli, provincia di Novara, il gruppo di studio ha elaborato anche un database degli operatori logistici che già offrono un servizio intermodale adeguato al settore chimico ed ha anche messo a disposizione un servizio di consulenza per le aziende che intendono approcciarsi al multimodale per la prima volta.
Non ci resta che seguire gli sviluppi di questo interessante progetto che promuove la sostenibilità di una particolare filiera come quella chimica, nella speranza che delle tragedie come quella di Viareggio del 2009, che tutti ricordiamo vividamente, non capitino mai più.
Per ottimizzare i costi e la gestione in sicurezza nella distribuzione e nel trasporto delle merci chimiche, in particolare quelle catalogate come “merci pericolose", da circa un anno Federchimica, in stretta collaborazione con la Provincia di Novara, è impegnata insieme ad altri 14 partner europei nel progetto ChemMultimodal, finalizzato ad incrementare il trasporto intermodale chimico in Europa del 10% e ridurre di conseguenza le emissioni di CO2 del 5% entro il 2020.
ChemMultimodal (Promotion of Multimodal Transport in Chemical Logitics) è un progetto promosso e finanziato dal programma Interreg Central Europe e da ERDF (European Regional Development Fund), con lo scopo di migliorare la cooperazione tra l’industria chimica, i fornitori di servizi di logistica specializzata, gli operatori dei terminal e le Pubbliche Autorità nelle regioni del centro e dell’est Europa.
L’obiettivo principale è quello di incentivare e migliorare il trasporto intermodale delle merci chimiche. I Partner, che hanno unito le loro forze per la realizzazione di questo progetto, sono: Italia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia e Ungheria.
I dettagli del progetto ChemMultimodal
Presso la sede di FederChimica di Milano si è appena concluso il workshop “Multimodalità: il futuro del trasporto chimico" dedicato ai responsabili della logistica che hanno interesse ad aderire al progetto attraverso dei servizi di trasporto intermodale che soddisfino le particolare esigenze della distribuzione del comparto chimico. Moderata da Enrico Brena, SC Sviluppo Chimica SpA, la giornata è stata suddivisa in tre fasi: nella prima, è stato introdotto lo scenario in cui operano le aziende dell’industria chimica, sottolineando le particolarità del trasporto merci e le possibili leve a cui fare riferimento per lanciare uno sviluppo dell’intermodale che sia in linea con gli standard di sicurezza richiesti per la movimentazione di questi materiali; nella parte centrale, si è entrati nel dettaglio del progetto, presentando il pacchetto di strumenti realizzato in collaborazione con la Provincia di Novara, dove ricordiamo ha sede un importante terminal ferroviario, il CIM, e SC Sviluppo Chimica; nella fase conclusiva, la parola è passata alle aziende che hanno già integrato l’intermodale nei propri processi logistici, con ottimi risultati in termini di sostenibilità.
Basato su un'analisi dettagliata delle esigenze di miglioramento del trasporto multimodale di prodotti chimici, il progetto svilupperà entro il 2019 un tool box a supporto delle aziende chimiche e dei partner logistici che intendono aumentare la quota del trasporto multimodale nei loro traffici. Oggi il progetto si trova nella fase pratica, che prevede l’arruolamento di circa trenta aziende chimiche a livello europeo per l’avviamento di 7 pilot test che puntano a verificare l’efficacia dei tool realizzati in questo primo anno di attività, che consistono in: linee guida, il planner online “Intermodal links” e un calcolatore di CO2 per quantificare in pochi istanti l’impronta di carbonio emessa dal trasporto via camion.
Oltre al tool box, come raccontato da Valerio Cipolli, provincia di Novara, il gruppo di studio ha elaborato anche un database degli operatori logistici che già offrono un servizio intermodale adeguato al settore chimico ed ha anche messo a disposizione un servizio di consulenza per le aziende che intendono approcciarsi al multimodale per la prima volta.
Non ci resta che seguire gli sviluppi di questo interessante progetto che promuove la sostenibilità di una particolare filiera come quella chimica, nella speranza che delle tragedie come quella di Viareggio del 2009, che tutti ricordiamo vividamente, non capitino mai più.