07-11-2018
Michela Del Pizzo
Michela Del Pizzo
Presso il Palazzo della regione Lombardia a Milano, si è svolta la prima edizione di ETOSummit, evento organizzato dalla società di advisory indipendente e consulenza direzionale Asset e dedicato alla governance delle operations e della supply chain nelle aziende che producono su commessa, ovvero con la logica dell’Engineering To Order, nei settori trainanti dell’industria italiana.
Prima di entrare nel vivo delle presentazioni, che hanno illustrato una serie di azioni efficaci per migliorare i processi e le collaborazioni tra fornitori/clienti, reparti produttivi e uffici tecnici, Alberto Grando, professore ordinario Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Università Bocconi, ha introdotto lo scenario macroeconomico in cui il commercio mondiale si trova ad operare, ricordandone la crescita recentemente “frenata” dalle tensioni commerciali innescate dagli Stati Uniti con una politica di stampo protezionista. Di riflesso, anche l’Eurozona va incontro ad un rallentamento della crescita del PIL per il trimestre 2018 anche nei paesi più solidi come Germania e Francia, mentre l’Italia registra un calo dello 0,2% della produzione industriale, nonostante le esportazioni in espansione che continuano a sostenere la nostra economia. La domanda interna è invece affetta dalla situazione di incertezza dello scenario appena tratteggiato e quando soffia questo vento, le famiglie italiane aumentano il risparmio precauzionale e rallentano gli investimenti anche per le imprese.
Successivamente con Alberto Bazzi, partner Asset, si è parlato di come creare e mantenere relazioni collaborative di successo lungo la supply chain applicando i pilastri del Lean management, che permette di ampliare l’orizzonte di efficienza non solo ai propri processi, ma anche a quelli dei clienti, moltiplicando di fatto i benefici. Per fare questo, è necessario pensare sempre al miglioramento continuo, accettare qualsiasi sfida come nuovo stimolo ma soprattutto condividere e rendere visibili le informazioni, sia interne riguardo i processi produttivi che esterne verso i clienti e la catena di fornitura, attraverso il Value Stream Mapping, che apre al confronto e al dialogo tra il management e gli operativi. Questo è il punto di partenza per poter strutturare al meglio e senza sprechi i propri processi produttivi, introducendo ad esempio una lavorazione just in sequence o, a seconda della complessità della commessa, strumenti utili quali i kanban o il kitting per alcune postazioni lungo la linea di produzione.
Prima di entrare nel vivo delle presentazioni, che hanno illustrato una serie di azioni efficaci per migliorare i processi e le collaborazioni tra fornitori/clienti, reparti produttivi e uffici tecnici, Alberto Grando, professore ordinario Dipartimento di Management e Tecnologia dell’Università Bocconi, ha introdotto lo scenario macroeconomico in cui il commercio mondiale si trova ad operare, ricordandone la crescita recentemente “frenata” dalle tensioni commerciali innescate dagli Stati Uniti con una politica di stampo protezionista. Di riflesso, anche l’Eurozona va incontro ad un rallentamento della crescita del PIL per il trimestre 2018 anche nei paesi più solidi come Germania e Francia, mentre l’Italia registra un calo dello 0,2% della produzione industriale, nonostante le esportazioni in espansione che continuano a sostenere la nostra economia. La domanda interna è invece affetta dalla situazione di incertezza dello scenario appena tratteggiato e quando soffia questo vento, le famiglie italiane aumentano il risparmio precauzionale e rallentano gli investimenti anche per le imprese.
Successivamente con Alberto Bazzi, partner Asset, si è parlato di come creare e mantenere relazioni collaborative di successo lungo la supply chain applicando i pilastri del Lean management, che permette di ampliare l’orizzonte di efficienza non solo ai propri processi, ma anche a quelli dei clienti, moltiplicando di fatto i benefici. Per fare questo, è necessario pensare sempre al miglioramento continuo, accettare qualsiasi sfida come nuovo stimolo ma soprattutto condividere e rendere visibili le informazioni, sia interne riguardo i processi produttivi che esterne verso i clienti e la catena di fornitura, attraverso il Value Stream Mapping, che apre al confronto e al dialogo tra il management e gli operativi. Questo è il punto di partenza per poter strutturare al meglio e senza sprechi i propri processi produttivi, introducendo ad esempio una lavorazione just in sequence o, a seconda della complessità della commessa, strumenti utili quali i kanban o il kitting per alcune postazioni lungo la linea di produzione.

Marco Bettucci, partner Asset, ha invece illustrato i dieci pilastri utili per pianificare sapientemente le operations nelle aziende che lavorano con logica di Engineering To Order, sottolineando il peso di ciascuno a seconda che il grado di complessità riguardi in particolar modo il prodotto, piuttosto che il progetto ingegneristico, oltre ai volumi e il grado di varietà della commessa. Visibilità e controllo sull’avanzamento delle attività attraverso una control tower end to end, una pianificazione integrata, l’identificazione delle variabili critiche per l’impatto sulle operations già dalla fase di BID, sono ad esempio le funzioni che accomunano entrambi gli scenari e rappresentano un buon punto di partenza per impostare delle operations certamente valide. Servono poi collaborazione – riprendendo i concetti di Bazzi – l’impiego dei corretti sistemi informativi e tecnologie, nonché un’attenta misurazione dei costi dell’ingegneria, del lead time, ecc. per ottenere l’efficienza a cui ogni azienda che lavora su commessa dovrebbe tendere.
Giuseppe Gherardi, partner Race Consulting, si è invece soffermato sull’approccio al prodotto, alla sua riconfigurazione come leva per ripensare i processi di sviluppo al fine di migliorare le operations. La sfida qui si gioca sul grado di configurabilità del prodotto, che solo un approccio integrato, basato non più sul costo del prodotto ma sull’impatto dei costi/benefici lungo tutto il suo ciclo vita, può permettere attraverso un ruolo più attivo delle operations. Gherardi ha poi portato un esempio concreto tratto dal settore automotive e che illustrava la nuova strategia di configurazione dei prodotti impiegata da Volvo (Compact Modular Architecture) per migliorare l’efficienza dei processi e del servizio al cliente.
Il pomeriggio di lavoro si è concluso con una tavola rotonda moderata da Alberto Grando, alla quale hanno preso parte Andrea Forzenigo (Sidel-Tetra Laval Group), Paolo Macchi (Weir Gabbioneta), Luca Manuelli (Ansaldo Energia) e Gianluca Penazzi (IMA Tea&Herbs e Gima Coffee), che hanno illustrato casi di successo nei quali sono stati ripensati paradigmi e processi di produzione su commessa.
Giuseppe Gherardi, partner Race Consulting, si è invece soffermato sull’approccio al prodotto, alla sua riconfigurazione come leva per ripensare i processi di sviluppo al fine di migliorare le operations. La sfida qui si gioca sul grado di configurabilità del prodotto, che solo un approccio integrato, basato non più sul costo del prodotto ma sull’impatto dei costi/benefici lungo tutto il suo ciclo vita, può permettere attraverso un ruolo più attivo delle operations. Gherardi ha poi portato un esempio concreto tratto dal settore automotive e che illustrava la nuova strategia di configurazione dei prodotti impiegata da Volvo (Compact Modular Architecture) per migliorare l’efficienza dei processi e del servizio al cliente.
Il pomeriggio di lavoro si è concluso con una tavola rotonda moderata da Alberto Grando, alla quale hanno preso parte Andrea Forzenigo (Sidel-Tetra Laval Group), Paolo Macchi (Weir Gabbioneta), Luca Manuelli (Ansaldo Energia) e Gianluca Penazzi (IMA Tea&Herbs e Gima Coffee), che hanno illustrato casi di successo nei quali sono stati ripensati paradigmi e processi di produzione su commessa.
