La notizia, di una decina di giorni fa, è che il Gruppo FISI, holding italiana attiva nel mondo della logistica con diverse realtà, e specializzata in particolare nel food and grocery e nella grande distribuzione, ha raggiunto un accordo con il Gruppo Barilla per l’acquisizione del pacchetto azionario di Number 1 Logistics Group SpA. In questo modo nasce un attore che si colloca al primo posto in Italia nella logistica nel mondo del largo consumo e alimentare, capace di generare un fatturato di oltre 400 milioni di euro.
«Credo che siano questi gli elementi caratterizzanti di questa operazione» risponde Gianpaolo Calanchi, Amministratore Unico del Gruppo FISI, chiamato a dare un suo ulteriore commento. «Number 1 è oggi leader nel campo della logistica dei prodotti di largo consumo, anche rispetto ad operatori più grandi, ma che hanno percentuali minori in questo mercato. Con i suoi 300 milioni di euro, tutti sviluppati nel mondo grocery, detiene infatti una quota del 25%. Direi innanzitutto che questa operazione rappresenta per noi l'affermazione della scelta di rimanere nel mondo della logistica del largo consumo e alimentare, nel segno della continuità con Number 1, dato che anche noi siamo cresciuti e maturati nello stesso mercato». Ma con una differenza: «da un lato Number 1 ha maturato la sua competenza dal punto di vista dell'industria, mentre il nostro gruppo è presente direttamente nel mondo della grande distribuzione. Ecco dove vediamo questa logica di integrazione della filiera: si vorrebbe avere un governo completo di tutto il processo, dal momento in cui il prodotto esce dalla linea di produzione, fino a quando arriva sullo scaffale del punto vendita, facendo dialogare il punto più a monte con il punto più a valle». È quanto Calanchi intende con il concetto di “accorciamento della filiera”. In più per Number 1 stessa questa operazione rappresenta la possibilità di entrare più direttamente nel mondo della grande distribuzione.
Ma come si presenta la strategia di questo nuovo attore, per il prossimo futuro? «Seguiremo alcuni punti fermi» risponde Calanchi. «Il primo è certamente la conferma di questa focalizzazione sul largo consumo e sull'alimentare. Secondariamente, abbiamo intenzione di aprirci fortemente ad un'offerta logistica a temperatura controllata, in aggiunta a quella “a temperatura ambiente” di Number 1, un campo nel quale riteniamo che in Italia ci siano ancora spazi interessanti di crescita, anche per soddisfare i tanti piccoli produttori che ci sono nel nostro territorio. Il terzo, è questa integrazione fra competenze che porterà all'accorciamento della filiera, ovvero ad una visione più integrata del percorso logistico che i prodotti fanno dalla produzione alla vendita. E infine il quarto, è un aspetto di cui siamo particolarmente orgogliosi: noi rappresentiamo una realtà territoriale italiana, e intendiamo valorizzare il patrimonio di competenze di Number 1, quindi conserveremo la sede di Parma – sia perché uno dei nostri principali clienti rimarrà Barilla, sia perché vogliamo fortemente essere presenti nella food valley emiliana. Tutte le persone, gli operativi e il management, verranno valorizzate nella nuova realtà anche perché questa era una delle condizioni alla base dell'operazione».
E in particolare come verrà gestito l'aspetto della distribuzione, ovvero l'ultimo miglio logistico? «Questo è un punto molto importante» chiarisce Gianpaolo Calanchi. «Perché oggi in Italia la distribuzione viene svolta sostanzialmente da operatori locali, eventualmente in subappalto rispetto ad altri operatori nazionali, ma a nostro avviso si sente la mancanza di una regia più elevata su queste attività. Secondo noi è possibile aprire una terza via, che è quella di valorizzare le realtà locali sul territorio, stringendo dei “matrimoni” nei quali l'imprenditore possa continuare a gestire la distribuzione a livello locale, quindi assicurando il servizio, mentre insieme a noi possa cercare di sviluppare tale servizio a livello commerciale. Anche perché con la centralizzazione nei cedi, la distribuzione capillare sta progressivamente perdendo di volumi, quindi è necessario trovare delle soluzioni in grado di concentrare maggiormente i volumi distribuiti. Noi insomma vediamo la possibilità di creare una rete di imprese, capaci di lavorare indipendentemente sulla distribuzione nell'ultimo miglio logistico, ma collegate e integrate fra di loro con un governo centrale».
Per finire, il marchio Number 1 rimarrà presente? E in quale rapporto si troverà con la denominazione Gruppo Fisi? «Il Gruppo Fisi è in realtà una holding, nata nel 2011, che raggruppa altre realtà attive su fronti particolari, come i trasporti, i servizi, le operazioni di magazzino. Quando si tratterà di portare avanti queste altre attività, di tipo più “commodity”, queste continueranno ad utilizzare i rispettivi marchi. Ma quando si tratterà di investire sulla logistica integrata, sui progetti di contract logistics o sul fronte della grande distribuzione, il nostro marchio di riferimento rimarrà sempre Number 1».