Ad ottobre di quest’anno siè conclusa l’acquisizione diNumber 1 Logistics da partedel Gruppo Fisi. Al momento,le due aziende sono impegnatein un profondo lavoro diintegrazione fra le strutture,con l’obiettivo di valorizzareal massimo l’esperienza e leaspirazioni di ciascuno. Lastruttura manageriale vedeoggi i due soci del GruppoFisi, Gianpaolo Calanchi eRenzo Sartori, nel ruolo spettivamente di Amministratoree Consigliere Delegatodi Number 1 Logistics. IlGruppo Fisi, dal canto suo, èla holding alla quale appartengono,insieme ad altre societàminori, le tre divisioni ConsorzioSincro (specializzata nellagestione del magazzino), Multiservizi(dedicata al trasporto)e da quest’estate, Number 1.La quale rimarrà anche per ilfuturo l’azienda dedicata allosviluppo di progetti di logistica integrata. Insomma, le coseallo stato attuale non cambieranno:Number 1 è il marchiocon cui questa società rimarràsul mercato, per progetti dilogistica integrata, che comprendonotutta la gestionedella supply chain. Lo stessovale per le altre società delgruppo, che continuerannoa seguire e a ricercare i propriclienti, secondo quelle chesono le loro strategie e la loroattività specifica.
Logistica Management: Vuolericordarci in breve l’originee la storia del Gruppo Fisi?Che cosa vi ha portato dovesiete ora?
Renzo Sartori: La storia nasceagli inizi degli anni 2000,quando insieme ad altri amiciin Veneto, ho cominciato asvolgere dei servizi in campologistico, soprattutto per lagestione di magazzini, e poisuccessivamente trasporti, legati per lo più al mondodella grande distribuzione.Al centro c’era un concettofondamentale di servizi perla logistica, e intorno a questo,si erano create via via unaserie di società, non ancorastrutturate in un gruppo veroe proprio.
In particolare la società dedicataai servizi per la logisticaforniva una visione completa,dalla progettazione,alla gestione del magazzino,comprese tutte le necessariecoperture in termini di sicurezza,di verifica della qualità,di gestione amministrativa eretributiva... Via via il gruppoera andato crescendo connomi come Despar, Unicom,Gruppo Selex e Gruppo Pam,per la grande distribuzione,o Gruppo Cremonini con ilmarchio MARR, per l’industria,cosa che gli aveva datoun’ottica nazionale, dovendogestire una serie di piattaformein tutta Italia. Insomma,questa struttura stava acquisendoun suo ruolo e una suadimensione sul mercato.Nel 2007, per una fortunatacombinazione, incontrammoi dirigenti di Number 1e in particolare GianpaoloCalanchi, ai tempi direttorerisorse umane e affari legali. Inquesto primo incontro essi rimaseropiuttosto colpiti dallavalidità e dalla concretezza delnostro concetto di servizi perla logistica, dal punto di vistaproprio degli operatori e dellaloro attività quotidiana. Dallenostre conversazioni nacquel’idea che la nostra realtàpotesse offrire a Number 1,nata come sappiamo in senoal Gruppo Barilla, un contributodi grande concretezzaproprio dal punto di vistadell’operatività quotidiana,della gestione dei magazzini.La nostra idea di servizi alargo raggio per chi lavora inmagazzino poteva migliorareulteriormente il loro concettodi logistica per e nell’industriaalimentare.
LM: È così che nasce Sincro?
RS: Esatto. Dopo le giusteriflessioni, nel 2007 nasceSincro, e Gianpaolo Calanchidecide di impegnarsi personalmentenella società. Dalcanto suo Sincro cominciaad elaborare operativamentetutta l’esperienza precedentematurata sul tema dell’operativitànella gestione del magazzino,e acquisisce comecontratto principale quellocon Number 1 stessa, allaquale fornisce i suoi servizicore. I volumi cominciano adaumentare notevolmente, enel frattempo, anche al di fuoridel rapporto con Number 1,soprattutto sul fronte dellagrande distribuzione, peresempio con l’acquisizionedi clienti importanti comeConad, Coop, Eurospin e cosìvia. Altrettanto importante losviluppo in progetti di distribuzionenel segmento horeca,con clienti come Carlsberg.E quindi, a seguito di questoconsolidamento, decidiamodi razionalizzare tutte questeattività, facendo confluirela precedente società diservizi in una nuova realtà, ilGruppo Fisi, il quale detienequote di partecipazione inSincro, in Multiservizi e nellealtre aziende minori; a tuttequeste fornisce, come Fisi,tutti i servizi necessari. Nelfrattempo, si era cominciatoa parlare con Barilla dell’ipotesidi cessione di Number 1Logistics. Una scelta, a mioavviso, più che corretta, nonsolo perché in questo modoBarilla avrebbe potuto concentrarsiancor meglio sulproprio core business, maanche perché a Number 1,come “figlia” dell’industria,erano precluse alcune opportunità,principalmente quellelegate ai servizi logistici perla grande distribuzione. Inquesto senso la scelta di Fisida parte di Barilla può considerarsistrategica per tutta unaserie di garanzie da noi offertein termini di know-how, condivisionedi progetti, accordosul mantenimento della sedea Parma e dei livelli occupazionaliesistenti.
LM: D’altro canto essere unacostola di Barilla forniva aNumber 1 un punto di vistaprivilegiato, in termini di conoscenzae di cura del prodottoalimentare, lungo tuttala sua supply chain. Riusciretea mantenere questo tipodi competenza anche nellevostre attività future? Se sì,come?
RS: Certamente, perchéquesto è uno dei nostri obiettiviprincipali. E questo perdue aspetti che erano già benchiari nella nostra operazione.Innanzitutto, come dicevoprima, vogliamo valorizzareal massimo le persone e leloro competenze; per noi lerisorse umane sono importantissime,e a maggior ragionequelle di Number 1. L’intentonostro è quello di dare ilmassimo risalto alle risorse diNumber 1, facendole crescerecon noi, e valorizzando tuttal’intelligenza e la conoscenzadel mondo alimentare provenientedall’ambiente nelquale Number 1 è nata. Laseconda ragione è la nostrafocalizzazione aziendale specifica,come Gruppo Fisi: noivogliamo rimanere nel settorealimentare. Vogliamo proporcicome operatore logistico specializzatonella logistica deiprodotti alimentari e grocery,allargandoci magari al segmentofresco e freddo, cometipologia di prodotto, o allagrande distribuzione comeprocesso. Ma la nostra ideaè quella di fornire un serviziocompleto in questo settore,dalla produzione alla grandedistribuzione. Con l’idea di“accorciare la filiera”.LM: Ecco, questo per voi èun concetto centrale. Vuolespiegarcelo meglio?RS: Sì. In pratica, pensiamo dipoter offrire una visione piùunitaria, sulle varie fasi della supply chain, che oggi moltospesso fanno capo a soggettidistinti. Si trovano infatti ilcommittente, poi l’operatorelogistico, poi i consorzi, ei subappalti dei consorzi, poile varie cooperative... Vi è unnumero di soggetti distintitroppo alto perché questafiliera possa essere considerataefficiente.La nostra idea è che oggi sipossano rendere più snellialcuni di questi passaggi, perarrivare più in “presa diretta”sulle ultime fasi della catena.In questa lunga catena di subappalti,gli ultimi anelli rischianodi essere schiacciatidai superiori, con ricadutenegative sulla gestione delleoperazioni e delle persone.Perché purtroppo, mentrequalsiasi terziarizzazionenormalmente ha una suaben precisa ragion d’essere– la ricerca sul mercatodella competenza maggiore,al prezzo minore – spessonel nostro mondo questeoperazioni nascevano daragioni di altra natura: dalloscarico della responsabilità,alla ricerca di agevolazioni abuon mercato. Oggi però la situazioneè stata normalizzatadalle ultime leggi in materia eper di più, da questo mese diagosto, il committente rispondein solido rispetto all’impresaa cui è affidato l’appalto.Vi sono perciò una serie diregole da rispettare, su piùpunti di vista: da quello contributivo,alla sicurezza, perdirne solo alcuni, che portanoper forza ad una maggior razionalizzazionedella catena.Fisi vuole andare esattamentein questa direzione: mettereordine nella catena del servizio,e portare i propri committentia non consideraresolo l’aspetto del prezzo: nelmondo di prima era l’unicodato determinante, a costodi strangolare l’ultimo anellodella catena. Sempre di piùcontano qualità del servizioe del lavoro.
LM: Entriamo ancora di piùnel dettaglio. Come pensatedi tradurre in pratica questoprincipio? In merito alla distribuzionecapillare ai puntivendita, quali idee avete perrealizzare il vostro “accorciamentodella filiera”?
RS: Innanzitutto partiamo dauna nostra rete, che già lavoraper diversi marchi anche per ilcanale horeca. Ma l’elementoimportante che intendiamomettere in piedi, è qualcosache va al di là di sempliciaccordi con distributorilocali. Vi saranno insommadelle società controllate,gestite da imprenditori localima partecipate da noi; dellejoint venture locali, quindi,che garantiranno la continuitàdell’azienda e del servizio inqualsiasi ramificazione distributiva.LM: E sulla grande distribuzione,quali sono le novitàche proponete?RS: In questo caso vedo conmolta chiarezza quello chedovrebbe essere il futuro delservizio logistico nella grandedistribuzione, un fronte su cuinoi puntiamo e crediamo moltissimo.Il futuro della grandedistribuzione è imperniato sutre elementi. Primo, bisognaparlare di logistica integrata:non si possono più consideraresolo i magazzini, trascurandoil trasporto. Secondo,si devono cominciare a immaginaredei centri distribuzionemulti-insegna, e terzo,a questo punto si deve lavoraresull’automazione dei cedi.Con l’apporto di sistemi automatici,per esempio riservatia determinate referenze adalta rotazione, si può lavoraresull’efficienza in modo moltointeressante. Ed è un aspettosu cui le grandi insegne stannogià lavorando: la possibilità difar capo a centri distribuzioneunificati, con un elevato livellodi efficienza.
LM: Per concludere: insintesi, qual è la vostra ideaper il futuro?
RS: Innanzitutto, noi vogliamoproporci come interlocutoriper progetti di logistica integrata,completa, nel mondoalimentare. Di più, ci proponiamocome operatori logistici“autentici”, nel sensodella concretezza, della capacitàpratica: siamo in questosettore, siamo capaci di lavorarcibene, non vogliamofare altro. Altri settori, comel’abbigliamento o l’automotive,li lasciamo volentieri achi ha maturato lì le proprieesperienze. Vogliamo crescereinvece in settori come ilfreddo e il fresco, in quantosi tratterebbe di un ampliamentodi attività che rientra inmodo naturale nella tipologiadel prodotto scelto, ed eventualmentenel farmaceutico,che vediamo molto compatibilecon noi soprattutto intermini di una sua prossimaevoluzione sul mercato.Inoltre, le farmacie sono giàall’interno della rete di distribuzioneNumber 1 per tuttele merceologie in comunecon i canali del grocery.Questo è ciò che vogliamofare: gestire la supply chaindei prodotti alimentari, dalproduttore, alla distribuzione,al consumo. Sviluppandoal meglio tutti i temi chesecondo noi compongono“la logistica”, intesa nel suosignificato più ampio e piùcompleto: dalla cura del personale,all’uso delle tecnologiepiù indicate, fino a tutte leinnovazioni che riusciremo aportare nelle nostre attività.