«È da oltre trent'anni che ci occupiamo di RFID» esordisce Giorgio Marcon, presso il Siemens Forum di Milano dove si è svolto un incontro dedicato al nuovo sistema RFID RF600 di Siemens, pensato per il mondo industriale ma anche per la logistica, che conferma e riassume la lunga esperienza Siemens in questo settore. «Abbiamo ancora a catalogo prodotti lanciati allora e che, per la loro validità, sono tuttora utilizzati lungo le linee industriali. Questa è la RFID per Siemens: una proposta tecnologica che ha come principio base l'affidabilità del prodotto e della soluzione, anche a lungo termine». Questa in sintesi l'introduzione al workshop organizzato da Siemens per sottolineare il lancio del nuovo sistema Simatic RF600, composto in particolare dalle versioni Simatic RF650R per applicazioni di logistica, Simatic RF685R e RF680R per siti produttivi e Simatic RF685R con antenna integrata configurabile.
Il quadro tecnologico è stato offerto da Gianluca Gervasoni, product manager della linea Simatic ID, che ha proposto le varie caratteristiche dei sistemi di identificazione, considerando i diversi supporti tecnologici: barcode 1D, 2D, OCR, object recognition, e infine la RFID con tutte le sue declinazioni, principalmente HF e UHF. Un lungo intervento che è andato al dettaglio della tecnologia RFID, con le possibilità applicative che può offrire, strettamente legate alle sue caratteristiche tecniche, dalla tecnologia di lettura alla distanza del campo in base alle varie configurazioni dell'antenna. Fra i tanti dettagli presentati, la necessità di una corretta schermatura per garantire la lettura dei tag corretti, e non di tutti i tag presenti nella zona: il principio che sta anche alla base dell'innovativa soluzione ideata e installata presso Wurth, in Germania, presentata da Michael Bock, di Siemens. In pratica si tratta di un processo kanban basato su RFID, che sostituisce i tradizionali cartellini per il riordino nati con il metodo Toyota, aggiungendovi l'efficienza, la tempestività e la precisione che solo la RFID può garantire. In questo caso, per evitare il rischio che il sistema legga sia i contenitori vuoti che quelli pieni, Siemens insieme al partner Tagnology (http://tagpilot.de) ha ideato il cosiddetto Kanban container return box, un armadio metallico dotato di sistema RFID, nel quale viene effettuata in tempi estremamente brevi e con assoluta certezza di evitare commistioni, la lettura di tutti i contenitori da riempire. All'incontro milanese era presente anche Toshiba in veste di partner tecnologico di Siemens, insieme alla quale era stata allestita un'essenziale area demo. Come riferito da Stefano Marcandalli, Marketing Manager di Toshiba Tec Italia, la crescita del settore RFID prosegue senza sosta e le previsioni per il futuro sono ugualmente in evoluzione, e a questo mercato Toshiba offre una serie di soluzioni di sicuro interesse e dotate di funzionalità uniche sul mercato, ad esempio la tecnologia di sollevamento della testina di stampa al passaggio del chip RFID, per evitare danni all'etichetta. L'obiettivo della stampante è infatti quello di produrre tag che siano al 100% affidabili.
Di notevole interesse anche i due clienti Siemens presenti all'incontro.
Nel campo medicale, Getinge, produttrice di soluzioni per la sanificazione di dispositivi medicali, ha installato lettori RFID all'ingresso e all'uscita delle sue quattro linee automatizzate. Un'applicazione che, per la notevole presenza di metalli, liquidi e agenti aggressivi, ha richiesto una delicata fase di progettazione.
Nel settore logistico, invece, Siemens ha fornito la tecnologia per un'applicazione che coniuga automazione, sostenibilità ambientale e progetti a beneficio del territorio: una case history presentata da Fernando Angeli, dello Studio Angeli di Lucca. Lucca e i territori circostanti, infatti, ospitano da tempo il distretto della carta, dove aziende storiche locali e grandi multinazionali producono la maggior parte della carta e dei tissue che utilizziamo tutti i giorni. Queste aziende sono estremamente attente all'ambiente e pronte a mettere in atto comportamenti sostenibili, spinte a ciò anche dalle severe certificazioni ambientali che devono adottare per poter operare sul mercato. E hanno trovato ascolto presso la Provincia di Lucca che ha effettuato un importante investimento sullo scalo ferroviario merci.
Oggi, presso il nuovo scalo ferroviario di Capannori, inaugurato ad aprile 2015, arrivano via treno i carichi di cellulosa proveniente dalla Finlandia e diretti a tutte le aziende della zona.
Il nuovo scalo è stato realizzato con l'intento di ridurre per quanto possibile i costi. Di conseguenza, il controllo avviene in modo del tutto automatizzato, senza personale. È quindi stato scelto lo Studio Angeli per lo studio di un sistema RFID in grado di gestire i camion in ingresso. Il tag è duplice, nel senso che una versione appesa serve per l'identificazione delle motrici, mentre una versione in policarbonato serve per identificare i semirimorchi: ed è, in più, luminescente per agevolare l'identificazione notturna (già nelle sere d'inverno vedere i carichi è difficile) oltre che dotata di replica della targa della motrice. A firmare la soluzione è la dirigente della Provincia di Lucca, architetto Francesca Lazzari, con il supporto di Francesco Bambini, assessore alle attività produttive, e del geometra Massimo Tardelli per l'esecuzione dei lavori. (Alcuni interessanti dettagli si possono trovare sull'articolo della stampa locale a questo link: http://www.comune.capannori.lu.it/node/15589. Inoltre il caso verrà approfondito ulteriormente nello speciale dedicato all'intermodalità, in pubblicazione su Logistica Management di settembre).