28-06-2018
Si è appena svolto a Milano, presso la sede di Confcommercio, il convegno tematico dal titolo: “Blockchain Business Case Forum”, organizzato dalla Community NdT per fare un punto della situazione sul livello di reale applicazione delle soluzioni Blockchain e Distributed Ledger Technologies (DLT) in Italia.
Introdotto da Enrico Camerinelli della Community NdT, e patrocinato da Assintel, Assofintech e AITI, l’incontro ha composto un programma molto interessante di aziende, sia nazionali che internazionali, che a diverso titolo si stanno impegnando su queste soluzioni, come utenti o come fornitori di soluzioni. Fra i secondi, ad esempio, Indra con i progetti Minsait e Minchain, Nodalblock, DNV-GL e Avantgarde; mentre le prime hanno annoverato diverse realtà, a cominciare dalla World Food Programme. Di particolare interesse il caso di questa agenzia umanitaria, presentato da Giovanni Pio, responsabile dei progetti innovativi. La WFP infatti ha cominciato a sperimentare la blockchain per gestire le transazioni economiche fra l'associazione e i beneficiari, con un progetto pilota svolto presso un campo rifugiati in Giordania. La blockchain consente di risarcire con esattezza i rifugiati, nel momento in cui fanno la spesa presso il negozio di alimentari del campo, in base a quanto viene acquistato. Il vantaggio sta nel fatto che il rimborso in pratica può avvenire immediatiamente, sostituendo il prestito da parte della banca che risultava molto più oneroso in termini di commissioni. Come sviluppi futuri, l’associazione sta pensando di allargare tale modello ad altri servizi, come ad esempio quelli scolastici e di assistenza in generale.
Le presentazioni successive sono poi passate ai settori del fashion e del made in Italy, notoriamente affamati di soluzioni per la tracciabilità e la valorizzazione dei brand soprattutto a livello internazionale.
Alessandra Vittoria, di Unionfiliere, l'associazione che riunisce le Camere di Commercio, ha presentato un progetto rivolto ai settori dell'oro e della moda: T-Fashion, un sistema di tracciabilità volontario, che comprende identificazione certa del prodotto, raccolta e garanzia delle informazioni e loro trasmissione al consumatore finale. In questo contesto, la blockchain conferisce uno strumento in più, sostanzialmente la possibilità di automatizzare i controlli, gestendo in modo più automatico l'inserimento e il controllo delle informazioni, soprattutto grazie al modulo di intelligenza artificiale. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con Avantgarde.
Anche l’Agenzia delle Dogane – come riferito da Maria Laura Comito – sta ampiamente approfondendo la tecnologia blockchain, nell’ambito di un percorso di miglioramento e di innovazione continua che ha visto le Dogane passare ad un modello “eCustoms” (dalla carta al digitale) e da questo a un’idea di Customs 4.0, alimentata cioè dalle tecnologie più innovative quai IoT, AI e blockchain. Il progetto concreto presentato riguarda una bevanda di antica tradizione, il Genepì, un liquore a base di erbe tipico del Piemonte: tutto ciò che va dalla sua produzione all'imbottigliamento è oggi replicato su blockchain (con un codice QR come veicolo di comunicazione al consumatore) mentre per il futuro è previsto l’allargamento della catena informativa alla fase di trasporto. Il progetto è stato condotto in collaborazione con il partner tecnologico Sogei, con prodotti open source e su protocollo Ethereum.
Introdotto da Enrico Camerinelli della Community NdT, e patrocinato da Assintel, Assofintech e AITI, l’incontro ha composto un programma molto interessante di aziende, sia nazionali che internazionali, che a diverso titolo si stanno impegnando su queste soluzioni, come utenti o come fornitori di soluzioni. Fra i secondi, ad esempio, Indra con i progetti Minsait e Minchain, Nodalblock, DNV-GL e Avantgarde; mentre le prime hanno annoverato diverse realtà, a cominciare dalla World Food Programme. Di particolare interesse il caso di questa agenzia umanitaria, presentato da Giovanni Pio, responsabile dei progetti innovativi. La WFP infatti ha cominciato a sperimentare la blockchain per gestire le transazioni economiche fra l'associazione e i beneficiari, con un progetto pilota svolto presso un campo rifugiati in Giordania. La blockchain consente di risarcire con esattezza i rifugiati, nel momento in cui fanno la spesa presso il negozio di alimentari del campo, in base a quanto viene acquistato. Il vantaggio sta nel fatto che il rimborso in pratica può avvenire immediatiamente, sostituendo il prestito da parte della banca che risultava molto più oneroso in termini di commissioni. Come sviluppi futuri, l’associazione sta pensando di allargare tale modello ad altri servizi, come ad esempio quelli scolastici e di assistenza in generale.
Le presentazioni successive sono poi passate ai settori del fashion e del made in Italy, notoriamente affamati di soluzioni per la tracciabilità e la valorizzazione dei brand soprattutto a livello internazionale.
Alessandra Vittoria, di Unionfiliere, l'associazione che riunisce le Camere di Commercio, ha presentato un progetto rivolto ai settori dell'oro e della moda: T-Fashion, un sistema di tracciabilità volontario, che comprende identificazione certa del prodotto, raccolta e garanzia delle informazioni e loro trasmissione al consumatore finale. In questo contesto, la blockchain conferisce uno strumento in più, sostanzialmente la possibilità di automatizzare i controlli, gestendo in modo più automatico l'inserimento e il controllo delle informazioni, soprattutto grazie al modulo di intelligenza artificiale. Il progetto è stato sviluppato in collaborazione con Avantgarde.
Anche l’Agenzia delle Dogane – come riferito da Maria Laura Comito – sta ampiamente approfondendo la tecnologia blockchain, nell’ambito di un percorso di miglioramento e di innovazione continua che ha visto le Dogane passare ad un modello “eCustoms” (dalla carta al digitale) e da questo a un’idea di Customs 4.0, alimentata cioè dalle tecnologie più innovative quai IoT, AI e blockchain. Il progetto concreto presentato riguarda una bevanda di antica tradizione, il Genepì, un liquore a base di erbe tipico del Piemonte: tutto ciò che va dalla sua produzione all'imbottigliamento è oggi replicato su blockchain (con un codice QR come veicolo di comunicazione al consumatore) mentre per il futuro è previsto l’allargamento della catena informativa alla fase di trasporto. Il progetto è stato condotto in collaborazione con il partner tecnologico Sogei, con prodotti open source e su protocollo Ethereum.
Nel pomeriggio, l’incontro è proseguito con la tavola rotonda su temi legali con gli studi Gattai Minoli Agostinelli e Loconte, che hanno affrontato le criticità legate a cybersecurity, blockchain ed emissione di prestiti obbligazionari, contratti non sempre smart e approfondimento sulla tassazione della blockchain nell’emissione degli strumenti finanziari. Come riferito da Sergio Mottola, Presidente di San Marino Innovation, un organo istituzionale posseduto al 100% dalla Eccellentissima Camera della Repubblica di San Marino, questo Paese si vuole proporre come hub mondiale della blockchain, per attrarre aziende che vogliano sviluppare applicazioni basate su blockchain per innovare il mercato.
Infine, altre aziende di diversi settori hanno presentato i loro business case: parliamo infatti di Guerra SpA, Verovino, Tasca D’Almerita, Carrefour e Banca Mediolanum.
Per ulteriori informazioni sulle attività associative: https://ndt-community.it/
Infine, altre aziende di diversi settori hanno presentato i loro business case: parliamo infatti di Guerra SpA, Verovino, Tasca D’Almerita, Carrefour e Banca Mediolanum.
Per ulteriori informazioni sulle attività associative: https://ndt-community.it/