Oggi un miliardo e 200mila persone nel mondo consumano prodotti agroalimentari italiani, soprattutto vino, dolci, formaggi, pasta e ortaggi trasformati (fonte: Federalimentare). Sono consumatori europei e nord-americani in primis, ma anche giapponesi, canadesi, russi, australiani, cinesi, coreani, turchi e via dicendo.
E se è vero che viene esportato solamente il 20,5% della produzione globale alimentare italiana (una percentuale inferiore a quella di altri paesi europei), va però sottolineato che l’export italiano è mediamente di qualità superiore e, conseguentemente, ha valore e prezzo maggiore. Per esempio, la percentuale di export della Germania è del 33% sul totale prodotto, ma il valore aggiunto delle loro merci raggiunge appena gli 11 miliardi di euro di valore contro i 24 miliardi dell’export italiano. Per aumentare l’export italiano è necessario fare sistema, ridurre la polverizzazione ed il nanismo delle imprese, sviluppare piattaforme distributive all’estero, contrastare le barriere non tariffarie pretestuose e il fenomeno della contraffazione.
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