Presentato da Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e presidente di GS1 Italy, e condotto da Maria Cristina Origlia, direttore responsabile de L'impresa Il Sole 24 Ore, e, si è svolto ad Expo un convegno dal titolo “Fare Meglio Italiano”, organizzato da GS1 Italy, dedicato alle aziende agroindustriali (per questo il contesto Expo risulta ottimale) e finalizzato alla definizione di un valore per il comparto agroalimentare: valore che può essere trovato solo nel fare sistema e nell'essere filiera, ma in modo molto diverso che in passato.
Giorgio di Tullio, filosofo dell'innovazione, ha infatti offerto una presentazione a largo raggio, su come si radica nella nostra evoluzione culturale il concetto di rete, quello che può ricreare a livello globale quell'idea di fiducia reciproca con cui le nostre comunità hanno vissuto per secoli. Vi sono in tal senso una serie di parole chiave: per esempio regole pre-competitive; collaborazione; e un concetto di processo, al posto di quello di semplice prodotto. Per esempio, una volta si poteva esportare un vino come etichetta. Oggi invece si deve partire dal territorio di quel vino, natura, cultura, musei, aspetti abitativi. Questo è anche il miglior modo per difendersi dal problema dell'Italian Sounding: perché sarà forse possibile falsificare un Brunello, ma non sarà facile replicare un'intera regione Chianti. Il prodotto è il processo: e il processo è un atto di collaborazione e di condivisione. Anche perché il prodotto alimentare è un atto collaborativo di per sé (cibo come atto sociale, si sa), quindi l'approccio collaborativo è il suo. In altri termini: al mercato non dobbiamo più portare il frutto, ma tutto l'albero.
Riflessioni che sono state confermate e ulteriormente approfondite da Enzo Rullani, presidente Tedis Center Venice International University, che ha sottolineato l'importanza del concetto di filiera, ai giorni nostri – molto più ampie che in passato, sia come fornitori, che clienti. La chiave dei nuovi modelli di business sta nella capacità di condividere delle conoscenze. E questo tipo di reti funzionano se rendono: per esempio pensiamo ad una rete di aziende nelle quali ogni azienda si specializza su un prodotto; ognuna di loro raddoppia i clienti. Slow Food ad esempio: è un contenitore, che dà il senso al tutto. Al consumatore vendi un mondo, oltre che un prodotto. Sono seguiti poi i commenti di Stefano Agostini, presidente di Sanpellegrino NW, consigliere GS1 Italy e di Bruno Aceto, presidente di GS1 Italy: quest'ultimo in particolare ha ribadito l'importanza degli standard numerici di GS1 come supporto indispensabile a questo allargamento delle filiere, che presuppone condivisione delle informazioni e costruzione di reti di fiducia che non si basano più sul contatto fisico tra punti di una rete. Abbiamo insomma oggi più che mai strumenti abilitanti, che hanno supportato lo sviluppo della moderna distribuzione e sono pronti per supportare questi nuovi modelli di rete ancora più allargata.
Una tavola rotonda composta dal ministro Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti, Marco Pedroni, presidente Coop Italia e presidente GS1 Italy, e Alberto Frausin, amministratore delegato Carlsberg Italia e vice presidente GS1 Italy, ha concluso il pomeriggio. Ognuno dei partecipanti ha portato la sua testimonianza, luci e ombre di un mercato che vale molto oggi per l'Italia ma un domani potrebbe valere ancora di più. Il ministro stesso ha ribadito la necessità di dare una risposta “di sistema”, non solo alle aziende agricole e ai tantissimi giovani che si accostano a questi mestieri con crescente entusiasmo, ma anche ai consumatori, in termini di condivisione delle conoscenze, il vero e proprio ponte che permette di entrare in modo più diretto in relazione con il consumatore ed è anche ciò che il consumatore sempre di più chiede alle aziende.
Biodiversità, trasparenza, sicurezza, legalità, reti, collaborazione, tracciabilità, innovazione, e disintermediazione: sono i valori e le parole chiave che fanno parte del DNA del sistema agroalimentare italiano e che sono emerse nel corso del convegno. L’agroalimentare si è avviato verso una prospettiva evolutiva mediante la strutturazione in ecosistema, in grado di superare il concetto tradizionale e ormai obsoleto di filiera lineare, e le contrapposizioni agricoltura-industria-distribuzione o piccola/grande impresa che spesso caratterizzano il dibattito pubblico.
Secondo quanto emerso durante il dibattito, l’impresa solitaria è ormai in crisi e per poter guardare al futuro è necessario fare sistema. L’agroalimentare infatti è un sistema da tempo al centro di una profonda trasformazione ed il modello di filiera gerarchica e verticale ha ormai fatto il suo tempo. Solo gli appartenenti a sistemi dotati di una forte integrazione sopravvivono; filiere aperte, reti di relazioni che meglio rappresentino i reali snodi multipolari dell’evoluzione dei sistemi economici.
Le imprese oggi si rendono conto che se vogliono sfruttare al meglio le tecnologie e l’innovazione devono poter utilizzare le conoscenze, le prestazioni, i capitali di altri partecipanti all’ecosistema e questo è possibile solo grazie ad un collante che tenga insieme i molti e diversi contributi che devono integrarsi. Il collante è la collaborazione tra le imprese.
L’incontro ha portato i protagonisti presenti a condividere una serie di valori su cui puntare:
- la biodiversità è il valore italiano più potente; occorre tutelare e sviluppare la molteplicità delle produzioni e delle tradizioni enogastronomiche italiane;
- trasparenza e scambio informativo con i cittadini-consumatori;
- sicurezza e legalità nei processi di produzione e di distribuzione dei prodotti.
Su questi valori nascono le proposte per rafforzare il sistema agroalimentare italiano:
- l’agroalimentare è un ecosistema aperto che supera la separazione produttori, trasformatori, distributori: occorre riconoscere la molteplicità necessaria dei diversi attori;
- siamo nel tempo della disintermediazione: occorrono quindi meno passaggi ed è necessario che ognuno aggiunga valore per migliorare l'efficienza complessiva del sistema;
- il ruolo della P.A. è essenziale nell’incentivare qualità, sicurezza e legalità, nel potenziare reti fisiche e informatiche e nel supportare efficaci piattaforme per l’accesso ai mercati esteri.
«Credo che si debbano superare gli ostacoli che rendono difficoltosa l’evoluzione dell’agroalimentare; è ormai tempo per una consapevolezza condivisa del ruolo fondamentale di tutti gli attori del sistema, agricoltori, industria, distribuzione» afferma Marco Pedroni, Presidente GS1 Italy | Indicod-Ecr. «Le leve su cui agire sono la fiducia, la trasparenza, le esperienze di altri sistemi. Accordi di ampio respiro, riduzione delle intermediazioni che creano inefficienza, apertura e dialogo verso i cittadini-consumatori per una trasparenza informativa sui prodotti e sui processi. Queste le sfide che hanno davanti le imprese e le loro persone. Siamo altresì convinti che anche le azioni pre-competitive (dove è importante il ruolo concreto giocato dalle nostre associazioni) siano determinanti per valorizzare l’agroalimentare italiano».
«Soggetti che in passato hanno viaggiato spesso in conflitto oggi sono chiamati a convergere per partecipare attivamente alla ripresa del Paese» dichiara Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti, nel sottolineare che «in un momento di difficoltà economica occorre scommettere sul valore della trasparenza e della tracciabilità per valorizzare le identità territoriali. Dobbiamo saperlo fare tutti insieme, grandi e piccole imprese trasformatrici, distribuzione a vari livelli e produttori agricoli, proprio per dimostrare che nell’economia globale ci sono grandi opportunità per il Made in Italy».
I progetti di GS1 Italy
«In un contesto così caratterizzato, è determinante l’impegno verso la realizzazione di una infrastruttura per consentire la condivisione di informazioni univoche e la loro standardizzazione ne è la base precompetitiva» afferma Bruno Aceto, Ceo di GS1 Italy. «È un lavoro costantemente in progress, a mano a mano che aumentano le opportunità offerte dalle tecnologie in evoluzione. GS1 Italy è fortemente impegnata su diversi fronti con progetti che mettono a disposizione delle imprese gli strumenti più idonei per operare con efficienza».
Basti pensare ad Immagino, il servizio che permette la digitalizzazione delle fotografie dei prodotti con il loro corredo di informazioni da utilizzare nella stampa dei volantini, nell’inserimento nel Catalogo elettronico, nei siti di vendita online; oppure a Procedo, servizio web per la dematerializzazione dei documenti commerciali e amministrativi; o ancora il GS1 DataBar pensato appositamente per la lettura dei codici a barre alle casse di prodotti freschi a peso variabile in modo da gestirne la tracciabilità.
In particolare, il progetto Immagino consente di gestire, aggiornare, validare e condividere immagini e informazioni di prodotto, semplificando i processi di scambio tra produttori e distributori. L’obiettivo sin dal suo avvio è stato quello di farlo diventare una soluzione di sistema: ad oggi sono oltre 780 le aziende che hanno aderito al servizio, 50.000 i prodotti digitalizzati, appartenenti al 100% delle categorie FMCG e oltre 100 le caratteristiche di prodotto raccolte in un database in continua evoluzione.
Altro esempio veramente significativo di collaborazione tra gli attori della filiera a vantaggio di ciascun partecipante, e in questo caso anche dell'ambiente, è Intermodability® , il progetto che ha riunito in una logica di sistema l’universo degli attori della filiera del trasporto intermodale.
Un dialogo operativo tra le diverse componenti della supply chain – produttori, distributori, operatori logistici, trasportatori stradali, operatori ferroviari – che si sono messi in gioco per raggiungere in modo condiviso nuovi modelli di intesa e dare vita ad un collegamento tra domanda e offerta integrata strada-rotaia sulla base di un quadro condiviso delle prestazioni.
Un altro esempio di “nuova coscienza logistica” che consente di riprogettare la supply chain con una visione più ampia, non più ancorata ai soli confini aziendali, ma orientata alla collaborazione e ad un approccio di filiera allargata, è rappresentato dai progetti Ecr Atlante della logistica e SI.RI.O, una mappa geografica aggiornata e un censimento dei principali nodi logistici italiani la prima, un tool, il secondo, per valutare il differenziale di costo tra diverse ipotesi di riordino.