Grande successo per il XIII ASAP Service Management Forum sul futuro degli smart service che si è svolto presso la prestigiosa cornice della Villa Reale di Monza in collaborazione con Accademia+ ed il network di SAP Italia (ESPEDIA e ICM.S).
Oltre cento dirigenti e manager hanno preso parte alla giornata che ha visto prestigiosi relatori discutere di innovazione digitale di prodotto, servizio e del business. Università e Imprese possono collaborare e, soprattutto, fare innovazione insieme: così Nicola Saccani, coordinatore di ASAP SMF, ha aperto il convegno. Saccani ha infatti sottolineato come, nonostante le difficoltà del momento attuale, la rivoluzione digitale in atto offra un contesto favorevole per generare nuove collaborazioni e sviluppare innovazione di prodotti, servizi e business.
Dello stesso avviso è Carla Masperi di SAP, che ha però sottolineato come il mondo digitale non generi solo opportunità: molte sono ancora oggi le criticità relative all’economia digitale e Università ed Impresa devono lavorare fianco a fianco per poterle risolvere.
Nel keynote di apertura Francesco Grillo ha quindi voluto stimolare i partecipanti ad una riflessione più ampia e provocatoria: la rivoluzione digitale di cui tanto si parla, si sta effettivamente verificando? Alcuni dati propendono verso una risposta positiva nonostante non si siano ancora riscontrate le caratteristiche di crescita economica che dovrebbero accompagnare una tale rivoluzione. Probabilmente siamo ancora agli inizi: si stanno velocemente sviluppando conoscenze e strumenti ma ancora non abbiamo capito come applicarli per generare benessere all’intero ecosistema. Anche in questa trasformazione, secondo Barbara Cominelli di Vodafone, l’elemento chiave è rappresentato dai clienti, oggi sempre connessi e sempre più alla ricerca delle migliori esperienze d’uso.
La “disponibilità digitale” che offre oggi il cliente, è un’enorme opportunità per le aziende: l’utilizzo intelligente delle informazioni permetterà di sviluppare tutta una serie di nuovi servizi che saranno in grado di fornire esattamente l’esperienza che il cliente richiede, quando la richiede. Sarà quindi la capacità di saper sfruttare le nuove tecnologie per generare la migliore customer experience a fare la differenza. Questo è vero anche nel mondo B2B: Jukka Salmikuukka di Kone, ha infatti mostrato come il paradigma della digitalizzazione abbia cambiato la concezione e la relazione con il mondo anche di prodotti tradizionali, come gli ascensori: mentre prima erano chiusi ed isolati, ora sono interagenti ed in grado di fornire nuovi smart service. Non si deve più considerare il sistema ascensore singolarmente ma lo si deve rapportare all’edificio in cui è installato, parte integrante della nuova smart city.
Considerare il prodotto come parte integrante di un ecosistema, può quindi generare beneficio non solo per i clienti ma anche per tutti gli altri attori che possono usufruire di servizi più efficaci abilitati da questa integrazione. Marco Artioli, Managing Director di Espedia Consulting, ha quindi chiuso la mattinata, illustrando attraverso alcuni casi di studio come le realtà italiane stiano oggi affrontando il mutato scenario economico ed approcciando le nuove tecnologie. I paradigmi dell’Industry 4.0, IoT and Smart Enterprises, sono oggi noti a molte aziende ma all’atto pratico sono poche le implementazioni nella realtà.
Ancora una volta, questa situazione rappresenta un’opportunità: gli sviluppi della tecnologia e la disponibilità di strumenti aprono scenari sempre più imprevedibili in cui ci sono possibilità di miglioramento e di crescita rapida per le imprese. Al termine delle presentazioni, si è quindi svolta la discussione tra la platea ed i relatori, moderata da Enzo Argante di Academia+, in cui si sono approfonditi alcuni aspetti chiave della trasformazione in atto, quali la formazione e la cultura delle risorse aziendali che sembrano essere elementi imprescindibili per poter cogliere le opportunità che le nuove tecnologie e lo sviluppo di nuovi modelli di business basati sul servizio, stanno offrendo. Anche su questi temi si è articolata la tavola rotonda pomeridiana, moderata da Mario Rapaccini dell’Università di Firenze, dove si è parlato di gestione dell’innovazione nelle imprese. Lucia Chierchia di Electrolux ha aperto panel, illustrando i concetti e gli elementi chiave che definiscono il nuovo paradigma dell’open innovation. Luca Pagetti di Banca Intesa San Paolo, ha quindi spiegato come l’innovazione sia diventata un elemento strategico anche per la banca. In particolare, l’open innovation permette oggi lo sviluppo di nuovi servizi di educazione e accelerazione per le aziende attraverso nuove piattaforme digitali.
Innovare rappresenta spesso anche l’unica soluzione per rispondere agli stravolgimenti del mercato. Ne è convinta Cristina Tomassini di Engie, che ha illustrato come anche l’innovazione oggi necessiti di un processo strutturato che la definisca e la guidi. Tuttavia, un errore che molto spesso si commette è quello di associare il concetto di innovazione a componenti puramente tecniche e tecnologiche. Fare innovazione strategica consiste invece, secondo Luca Sacchi di Piaggio, nel riuscire a “dare la direzione”. Il processo di innovazione è quindi tale solo se partorisce, prodotti, servizi o soluzionei in grado di essere utili, utilizzabili e desiderabili dai clienti. Anche nell’innovazione, il punto fondamentale è quindi dato dalla costruzione di valore per il consumatore e per l’ecosistema. Ad esempio, come ha illustrato Paolo Carri di Scania Italia, oggi l’innovazione deve poter generare miglioramenti anche dal punto di vista ambientale.
L’innovazione sul prodotto non è sufficiente ma deve quindi poter generare benefici all’ecosistema attraverso, ad esempio, soluzioni in grado di generare una maggior efficienza energetica. Anche qui, ancora una volta, le nuove tecnologie risultano determinanti: puntare sulla connettività è l’occasione giusta per imparare e apprendere dai dati raccolti, facilitando l’appartenenza all’ecosistema. Per questo motivo, ha sottolineato Andrea Stella di Espedia, anche le nuove soluzioni software devono essere sviluppate già con l’ottica di poter supportare l’innovazione.
Dopo un’interessante discussione con la platea, come da tradizione, la giornata si è chiusa con l’Assemblea ASAP, dove Nicola Saccani ha ripercorso le attività svolte nel corso dell’anno dai centri di ricerca che animano la Community. Più di trenta manager si sono poi ritrovati per le attività sociali riservate alle aziende aderenti ad ASAP.