04-12-2020
È uno dei fattori più importanti per la gestione efficiente di un magazzino della GDO: la “conformità” dei colli in entrata, provenienti dai fornitori, alle caratteristiche richieste dai retailer evita respingimenti, colli di bottiglia, costi addizionali e aggiunge così efficienza all’intera supply chain. Ma quali sono le caratteristiche del “collo perfetto”?
A rispondere è GS1 Italy nel documento “Ottimizza la consegna ai magazzini”, realizzato in ambito ECR con le aziende della supply chain (produttori, distributori, operatori logistici e trasportatori) e messo a disposizione di tutta la business community. Tra i tanti suggerimenti operativi, in questo paper GS1 Italy mette a fuoco i requisiti dei colli in arrivo nei Ce.Di. ricorrendo anche a un sistema grafico a semaforo che evidenzia a colpo d’occhio il grado di accettabilità delle diverse pratiche adottate dagli operatori della filiera. Il primo requisito sono le dimensioni: i colli devono avere una base regolare (rettangolare o quadrata) con dimensioni “isomodulari”, come prevede la norma ISO 3394:2012. In pratica le due dimensioni di base del collo devono essere entrambe sottomultipli delle dimensioni del pallet intero. In questo modo si raggiunge la massima efficienza nell’occupazione della pianta del pallet: infatti si arriva al 100% nel caso di strati omogenei di colli e si ottiene una migliore composizione anche nel caso dei pallet misti (o dei roll, nel caso di flussi in uscita dai Ce.Di.).
Nel caso delle cassette rigide in materiale plastico, destinate all’utilizzo di impianti di movimentazione, possono non essere isomodulari in quanto sono vincolate all’impianto e utilizzate solo all’interno del sito logistico. Diverso il caso delle cassette a sponde abbattibili: sono generalmente concepite come isomodulari in quanto, ad esempio nel settore dell’ortofrutta, agevolano la composizione di pallet misti nel punto di ricezione. Il secondo requisito del collo perfetto è la capacità di soddisfare le caratteristiche richieste dai sistemi di movimentazione automatizzata o robotizzata dei Ce.Di. In particolare, deve avere forma regolare, con base rettangolare e/o quadrata, e deve presentare una simmetria tra base e sommità.
Il paper segnala anche i fattori che possono pregiudicare l’idoneità dei singoli colli alla manipolazione automatica o robotizzata, come l’utilizzo di collanti tra colli, l’uso di cartone “preinciso” (per agevolarne l’apertura) e i danneggiamenti subiti dal packaging per manipolazione errata o altre cause. Anche il peso di un collo è determinante per ottimizzarne il ricevimento nei magazzini della distribuzione moderna: nei casi in cui la movimentazione del collo è svolta in modo manuale da personale fisico, la norma ISO 11228 stabilisce che il peso ideale è compreso tra i 15 e i 25 kg/collo per gli operatori e tra i 15 e i 20 kg/collo per le operatrici di magazzino.
Infine, esiste un terzo requisito: l'identificazione standard dei colli con un codice a barre GS1, che consente di risparmiare significativamente tempo e costi nella gestione delle consegne delle merci. Ne esistono diversi a seconda della destinazione finale e dell’uso che viene assegnato, ma per tutti è consigliabile che la rappresentazione del codice sia apposta in verticale su almeno due lati delle unità imballo. Per i colli e le cassette, si raccomanda di posizionare il fondo del simbolo del codice a barre a 32 millimetri dalla base naturale dell’imballo e il simbolo comprensivo dei margini ad almeno 19 mm da qualsiasi bordo verticale.
Per approfondimenti, il documento “Ottimizza la consegna ai magazzini” è disponibile gratuitamente sul sito di GS1 Italy.
A rispondere è GS1 Italy nel documento “Ottimizza la consegna ai magazzini”, realizzato in ambito ECR con le aziende della supply chain (produttori, distributori, operatori logistici e trasportatori) e messo a disposizione di tutta la business community. Tra i tanti suggerimenti operativi, in questo paper GS1 Italy mette a fuoco i requisiti dei colli in arrivo nei Ce.Di. ricorrendo anche a un sistema grafico a semaforo che evidenzia a colpo d’occhio il grado di accettabilità delle diverse pratiche adottate dagli operatori della filiera. Il primo requisito sono le dimensioni: i colli devono avere una base regolare (rettangolare o quadrata) con dimensioni “isomodulari”, come prevede la norma ISO 3394:2012. In pratica le due dimensioni di base del collo devono essere entrambe sottomultipli delle dimensioni del pallet intero. In questo modo si raggiunge la massima efficienza nell’occupazione della pianta del pallet: infatti si arriva al 100% nel caso di strati omogenei di colli e si ottiene una migliore composizione anche nel caso dei pallet misti (o dei roll, nel caso di flussi in uscita dai Ce.Di.).
Nel caso delle cassette rigide in materiale plastico, destinate all’utilizzo di impianti di movimentazione, possono non essere isomodulari in quanto sono vincolate all’impianto e utilizzate solo all’interno del sito logistico. Diverso il caso delle cassette a sponde abbattibili: sono generalmente concepite come isomodulari in quanto, ad esempio nel settore dell’ortofrutta, agevolano la composizione di pallet misti nel punto di ricezione. Il secondo requisito del collo perfetto è la capacità di soddisfare le caratteristiche richieste dai sistemi di movimentazione automatizzata o robotizzata dei Ce.Di. In particolare, deve avere forma regolare, con base rettangolare e/o quadrata, e deve presentare una simmetria tra base e sommità.
Il paper segnala anche i fattori che possono pregiudicare l’idoneità dei singoli colli alla manipolazione automatica o robotizzata, come l’utilizzo di collanti tra colli, l’uso di cartone “preinciso” (per agevolarne l’apertura) e i danneggiamenti subiti dal packaging per manipolazione errata o altre cause. Anche il peso di un collo è determinante per ottimizzarne il ricevimento nei magazzini della distribuzione moderna: nei casi in cui la movimentazione del collo è svolta in modo manuale da personale fisico, la norma ISO 11228 stabilisce che il peso ideale è compreso tra i 15 e i 25 kg/collo per gli operatori e tra i 15 e i 20 kg/collo per le operatrici di magazzino.
Infine, esiste un terzo requisito: l'identificazione standard dei colli con un codice a barre GS1, che consente di risparmiare significativamente tempo e costi nella gestione delle consegne delle merci. Ne esistono diversi a seconda della destinazione finale e dell’uso che viene assegnato, ma per tutti è consigliabile che la rappresentazione del codice sia apposta in verticale su almeno due lati delle unità imballo. Per i colli e le cassette, si raccomanda di posizionare il fondo del simbolo del codice a barre a 32 millimetri dalla base naturale dell’imballo e il simbolo comprensivo dei margini ad almeno 19 mm da qualsiasi bordo verticale.
Per approfondimenti, il documento “Ottimizza la consegna ai magazzini” è disponibile gratuitamente sul sito di GS1 Italy.