17-11-2022
Studiare l’evoluzione del mercato italiano dell’outsourcing delle attività logistiche, in tutte le sue declinazioni, dalle decisioni di outsourcing di tipo strategico alle decisioni di outsourcing di tipo tattico. Questo l’obiettivo, che si rinnova di anno in anno, dell’Osservatorio Contract Logistics ”Gino Marchet” del Politecnico di Milano, che ha da poco presentato presso il centro congressi MiCo di Milano i risultati dell’ultima indagine “Investimenti e collaborazione: la Logistica guida la sfida della capacità”. Insieme ad un ricco parterre di operatori del settore, che ha animato le discussione delle diverse tavole rotonde che si sono susseguite durante la mattinata, l'Osservatorio ha approfondito i principali fattori di evoluzione del settore e discusso sul ruolo di innovazione che l’ecosistema dei fornitori di Contract Logistics può rappresentare per la diffusione di pratiche di eccellenza nella gestione della logistica e della supply chain in Italia. Ma veniamo ai dati della ricerca.

Continua la crescita del mercato della Logistica conto terzi in Italia, che secondo le stime raggiungerà quota 91,8 miliardi di euro a fine 2022 (+2,8% sull’anno precedente), dopo un 2020 in cui ha risentito meno di altri settori delle prime ondate Covid e un 2021 di forte ripresa dei volumi. Ma il settore deve affrontare forti aumenti dei costi operativi, scarsità di capacità operativa nel trasporto e nei magazzini (mancanza di spazi su aerei, container e navi, carenza di autisti e addetti di magazzino, mancanza di spazi di stoccaggio e difficoltà a reperire le competenze), rallentamenti nelle supply chain internazionali e criticità a reperire energia e combustibili, con un conseguente forte aumento dei costi di funzionamento delle filiere. L’inflazione porta una variazione negativa del fatturato in termini reali (-5,2%).
«Se durante la crisi Covid la Logistica ha dimostrato resilienza, diventando un elemento cruciale per il corretto funzionamento e la continuità del business, oggi il mercato offre segnali positivi in termini di stabilizzazione del fatturato nella seconda parte del 2022, dopo la forte ripresa 2021. - analizza Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics - Si evidenzia, però, il forte aumento dei costi dei fattori produttivi, non solo quelli di manodopera, ma soprattutto per il trasporto su strada su cui incide l’effetto carburante e la mancanza di equilibrio domanda-offerta. Le sfide dei fornitori di servizi logistici si rispecchiano nelle numerose operazioni di M&A, che nel panorama internazionale vedono affermarsi grandi player caratterizzati da un alto livello di integrazione verticale e un ampliamento dei servizi. Per i Top Player aumenta il valore degli investimenti e delle immobilizzazioni, crescono i valori del CAPEX rispetto al fatturato e dell’incidenza del costo del lavoro diretto sul fatturato».
Prosegue, inoltre, la crescita della terziarizzazione: nel 2020 (ultimo anno con dati disponibili a consuntivo), il valore del mercato della Logistica conto terzi (cioè il fatturato diretto ai soli clienti) è di 50,7 miliardi di euro, pari al 43,6% del valore totale della Logistica in Italia (116,4 miliardi di euro). Si riscontra una riduzione del numero di operatori del settore (-2,1%) che arrivano a 84.500 imprese, 30mila in meno rispetto al 2009. Un consolidamento che riguarda soprattutto l’autotrasporto, acuendo i problemi di mancanza di capacità. «La Logistica oggi è il settore che guida la “sfida della capacità” - afferma Marco Melacini, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics - Nel 2022, infatti, i forti cambiamenti del settore si sono accentuati, accompagnandosi ad una vera e propria scarsità di capacità operativa. Per uscire da questa situazione occorrono proprio le capacità, in questo caso intangibili, dei manager, chiamati a trovare nuovi equilibri, nella valutazione degli investimenti necessari a introdurre soluzioni di Logistica 4.0 o di efficienza energetica, nella trasformazione dei processi e dei network logistici, nel potenziamento della collaborazione fra gli attori della filiera».
«Se durante la crisi Covid la Logistica ha dimostrato resilienza, diventando un elemento cruciale per il corretto funzionamento e la continuità del business, oggi il mercato offre segnali positivi in termini di stabilizzazione del fatturato nella seconda parte del 2022, dopo la forte ripresa 2021. - analizza Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics - Si evidenzia, però, il forte aumento dei costi dei fattori produttivi, non solo quelli di manodopera, ma soprattutto per il trasporto su strada su cui incide l’effetto carburante e la mancanza di equilibrio domanda-offerta. Le sfide dei fornitori di servizi logistici si rispecchiano nelle numerose operazioni di M&A, che nel panorama internazionale vedono affermarsi grandi player caratterizzati da un alto livello di integrazione verticale e un ampliamento dei servizi. Per i Top Player aumenta il valore degli investimenti e delle immobilizzazioni, crescono i valori del CAPEX rispetto al fatturato e dell’incidenza del costo del lavoro diretto sul fatturato».
Prosegue, inoltre, la crescita della terziarizzazione: nel 2020 (ultimo anno con dati disponibili a consuntivo), il valore del mercato della Logistica conto terzi (cioè il fatturato diretto ai soli clienti) è di 50,7 miliardi di euro, pari al 43,6% del valore totale della Logistica in Italia (116,4 miliardi di euro). Si riscontra una riduzione del numero di operatori del settore (-2,1%) che arrivano a 84.500 imprese, 30mila in meno rispetto al 2009. Un consolidamento che riguarda soprattutto l’autotrasporto, acuendo i problemi di mancanza di capacità. «La Logistica oggi è il settore che guida la “sfida della capacità” - afferma Marco Melacini, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics - Nel 2022, infatti, i forti cambiamenti del settore si sono accentuati, accompagnandosi ad una vera e propria scarsità di capacità operativa. Per uscire da questa situazione occorrono proprio le capacità, in questo caso intangibili, dei manager, chiamati a trovare nuovi equilibri, nella valutazione degli investimenti necessari a introdurre soluzioni di Logistica 4.0 o di efficienza energetica, nella trasformazione dei processi e dei network logistici, nel potenziamento della collaborazione fra gli attori della filiera».

Costi e trasporto: nasce il Transport Index
Il nuovo “Transport Index” - l’indice elaborato dall’Osservatorio per monitorare l’andamento mensile del mercato, differenziando per modalità di acquisto (Contract o Spot) - evidenzia per l’ambito Contract un grande aumento dei costi di trasporto in tutto il 2022, con due impennate a marzo (+5,1% rispetto a gennaio) e giugno (+8,7%), e il picco nel mese luglio (+9,2%). Aumenti dovuti soprattutto alla componente Fuel, ma anche alle condizioni di mercato e alla mancanza di equilibrio tra domanda-offerta. L’andamento della curva di acquisto Spot ha valori ancora più elevati. Il trasporto è stato l’area in cui il tema della mancanza di capacità si è avvertita probabilmente in modo più significativo. Nel corso del 2022 quasi tutte le aziende (il 96%) ne hanno modificato l’impostazione, lavorando sulla relazione mittente-destinatario-fornitore di servizi logistici in quattro direzioni – contratti, pianificazione, visibilità e processi –, declinate in modo diverso a seconda della modalità e della tipologia di servizio di trasporto. Ad esempio, nella pianificazione dei flussi, è aumentata la consapevolezza della “capacità finita” del trasporto e della necessità di introduzione del livello tattico di pianificazione (per il 59% delle aziende), con estensione dei vincoli legati alla “capacità finita” della Logistica nel Sales and Operations Planning (S&OP).
L'evoluzione 4.0 del settore
Nel campo della Logistica 4.0 le aziende italiane si stanno concentrando principalmente su soluzioni di Digitization, cioè tecnologie per la raccolta e la gestione di informazioni digitali: il 72% delle aziende ha realizzato almeno un progetto in questo ambito, tra tablet ai varchi di accesso, sistemi RFId o sensori che raccolgono dati in modo automatico e li inviano a un sistema informativo, API per scambiare dati tra sistemi informativi diversi, blockchain per notarizzare i dati raccolti, consentendo la certificazione delle informazioni. C’è poi una buona diffusione dei progetti di Automation (32%), che consentono di automatizzare le attività logistiche, come magazzini automatizzati dotati di sensoristica avanzata o soluzioni basate su flotte di mobile robot per la movimentazione dei materiali. Il 14% delle imprese ha avviato progetti di Analytics (soprattutto casi pilota) per l’analisi di dati, come software big data che, nei casi più avanzati, consentono di aggregare e organizzare moli di dati, produrre previsioni con artificial intelligence o simulazioni basate su dati real-time, applicare concetti di digital twin al processo logistico per valutare diversi scenari.
Il nuovo “Transport Index” - l’indice elaborato dall’Osservatorio per monitorare l’andamento mensile del mercato, differenziando per modalità di acquisto (Contract o Spot) - evidenzia per l’ambito Contract un grande aumento dei costi di trasporto in tutto il 2022, con due impennate a marzo (+5,1% rispetto a gennaio) e giugno (+8,7%), e il picco nel mese luglio (+9,2%). Aumenti dovuti soprattutto alla componente Fuel, ma anche alle condizioni di mercato e alla mancanza di equilibrio tra domanda-offerta. L’andamento della curva di acquisto Spot ha valori ancora più elevati. Il trasporto è stato l’area in cui il tema della mancanza di capacità si è avvertita probabilmente in modo più significativo. Nel corso del 2022 quasi tutte le aziende (il 96%) ne hanno modificato l’impostazione, lavorando sulla relazione mittente-destinatario-fornitore di servizi logistici in quattro direzioni – contratti, pianificazione, visibilità e processi –, declinate in modo diverso a seconda della modalità e della tipologia di servizio di trasporto. Ad esempio, nella pianificazione dei flussi, è aumentata la consapevolezza della “capacità finita” del trasporto e della necessità di introduzione del livello tattico di pianificazione (per il 59% delle aziende), con estensione dei vincoli legati alla “capacità finita” della Logistica nel Sales and Operations Planning (S&OP).
L'evoluzione 4.0 del settore
Nel campo della Logistica 4.0 le aziende italiane si stanno concentrando principalmente su soluzioni di Digitization, cioè tecnologie per la raccolta e la gestione di informazioni digitali: il 72% delle aziende ha realizzato almeno un progetto in questo ambito, tra tablet ai varchi di accesso, sistemi RFId o sensori che raccolgono dati in modo automatico e li inviano a un sistema informativo, API per scambiare dati tra sistemi informativi diversi, blockchain per notarizzare i dati raccolti, consentendo la certificazione delle informazioni. C’è poi una buona diffusione dei progetti di Automation (32%), che consentono di automatizzare le attività logistiche, come magazzini automatizzati dotati di sensoristica avanzata o soluzioni basate su flotte di mobile robot per la movimentazione dei materiali. Il 14% delle imprese ha avviato progetti di Analytics (soprattutto casi pilota) per l’analisi di dati, come software big data che, nei casi più avanzati, consentono di aggregare e organizzare moli di dati, produrre previsioni con artificial intelligence o simulazioni basate su dati real-time, applicare concetti di digital twin al processo logistico per valutare diversi scenari.

La Logistica guida la sfida della capacità
L’onore di chiudere i lavori della mattinata è andato a Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica, che ha sottolineato in apertura del suo discorso “la bellezza” del comparto logistico: «Un settore che dimostra, e anche oggi se ne è avuta conferma, una straordinaria capacità di innovare, di adeguarsi, ma soprattutto di crescere qualitativamente e quantitativamente. Il mio tema di discussione non sarà la legalità, perché - come ho già detto e lo ribadisco - la legalità non è in discussione, non è un tema. Occorre invece confrontarsi sulle regole. Le regole in un percorso civile vanno condivise tra le parti e rispettate».
La logistica è un settore che negli ultimi anni è cresciuta vertiginosamente, rimarca Ruggerone, e questo ha comportato che la realtà del lavoro si sia sviluppata senza che le regole che la sottendono abbiamo avuto parimenti un'adeguata riformulazione. In questa carenza di regole si annidano i maggiori rischi innanzitutto per le imprese, per le aziende connesse e anche per i lavoratori. «Proprio con questa consapevolezza abbiamo predisposto una serie di progetti e suggestioni, che abbiamo presentato al precedente governo e che continueremo a proporre anche a quello appena insediato. Penso alla legge sui pallet, alla modifica del codice civile, al progetto “cruscotto”, nato proprio sulla base delle evidenze emerse nel corso di questo evento nell'edizione dello scorso anno. Un impegno quello di Assologistica, quindi, principalmente riferito a sgombrare il campo da quelle incertezze o peggio inadeguatezze che la naturale evoluzione del mercato ha generato, anche a livello giuslavoristico. È un impegno che ci siamo assunti e che vogliamo condividere per quanto possibile anche con le altre rappresentanze datoriali, cogliendo gli spunti che ci uniscono, ma è un impegno che chiediamo anche alle rappresentanze confederali dei lavoratori» ha sottolineato il presidente in chiusura.
L’onore di chiudere i lavori della mattinata è andato a Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica, che ha sottolineato in apertura del suo discorso “la bellezza” del comparto logistico: «Un settore che dimostra, e anche oggi se ne è avuta conferma, una straordinaria capacità di innovare, di adeguarsi, ma soprattutto di crescere qualitativamente e quantitativamente. Il mio tema di discussione non sarà la legalità, perché - come ho già detto e lo ribadisco - la legalità non è in discussione, non è un tema. Occorre invece confrontarsi sulle regole. Le regole in un percorso civile vanno condivise tra le parti e rispettate».
La logistica è un settore che negli ultimi anni è cresciuta vertiginosamente, rimarca Ruggerone, e questo ha comportato che la realtà del lavoro si sia sviluppata senza che le regole che la sottendono abbiamo avuto parimenti un'adeguata riformulazione. In questa carenza di regole si annidano i maggiori rischi innanzitutto per le imprese, per le aziende connesse e anche per i lavoratori. «Proprio con questa consapevolezza abbiamo predisposto una serie di progetti e suggestioni, che abbiamo presentato al precedente governo e che continueremo a proporre anche a quello appena insediato. Penso alla legge sui pallet, alla modifica del codice civile, al progetto “cruscotto”, nato proprio sulla base delle evidenze emerse nel corso di questo evento nell'edizione dello scorso anno. Un impegno quello di Assologistica, quindi, principalmente riferito a sgombrare il campo da quelle incertezze o peggio inadeguatezze che la naturale evoluzione del mercato ha generato, anche a livello giuslavoristico. È un impegno che ci siamo assunti e che vogliamo condividere per quanto possibile anche con le altre rappresentanze datoriali, cogliendo gli spunti che ci uniscono, ma è un impegno che chiediamo anche alle rappresentanze confederali dei lavoratori» ha sottolineato il presidente in chiusura.