09-12-2013
di Michela Del Pizzo
di Michela Del Pizzo
DA UN CONVEGNO DI INIZIO APRILE...
Il tutto prende avvio dalle riflessioni e dagli spunti suscitati da un interessante convegno, “Il pallet: stato dell’arte e impatto sull’ambiente – prospettive ed opportunità”, organizzato da Assologistica CulturaeFormazione in collaborazione con Conlegno e Assoimballaggi e che si è tenuto lo scorso aprile a Milano. Una giornata interamente dedicata al bancale, strumento indispensabile, seppur “invisibile”, per lo svolgimento delle attività logistiche lungo la supply chain, e rivelatasi un’ottima occasione per fare il punto della situazione sullo stato del pallet in Italia e soffermarsi in particolare sulle novità e sulle opportunità da cogliere per ottimizzare i flussi logistici e salvaguardare l’ambiente.
Il convegno si è aperto infatti con tre importanti interventi incentrati sul grande protagonista della logistica italiana, il pallet EPAL. Sebastiano Cerullo, segretario generale di Conlegno, ha presentato lo stato dell’arte del Sistema EPAL, che attualmente movimenta oltre 450 milioni di pallet in 14 paesi europei. «Il pallet è uno strumento indispensabile che ha un valore importante – ha dichiarato Cerullo – per questo deve essere conosciuto in ogni suo aspetto e deve essere gestito bene. I pallet EPAL, grazie ai numerosi controlli qualitativi, sono completamente sicuri e affidabili, ma devono essere acquistati da imprese omologate che operano secondo gli standard di qualità richiesti». Giusto per dare qualche dato, i pallet EPAL in Italia sono i più utilizzati dalla filiera della logistica, tanto che solo nel 2012 ne sono stati prodotti 4.924.946 e riparati 3.368.052. Emanuele Barigazzi, coordinatore del Comitato Tecnico EPAL di Conlegno, ha successivamente illustrato le ultime novità riservate a tutte le imprese che producono, riparano, selezionano e commercializzano pallet EPAL: «A partire da marzo 2013 – ha spiegato Barigazzi – queste aziende, previa espressa adesione al Sistema Monitorato di Prevenzione e Riutilizzo del Sistema EPAL ideato da Conlegno, hanno il diritto di assoggettare al calcolo del contributo ambientale CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) solo il 40% del peso dei pallet immessi al consumo, siano essi nuovi o usati.» Con queste nuove formule agevolative, il CONAI ha voluto premiare la sostenibilità di un sistema che non solo migliora la qualità e l’efficienza del trasporto delle merci, ma permette anche di mitigare l’effetto serra poiché ogni singolo pallet EPAL sottrae all’atmosfera una quantità totale di -18,4 kg di CO2 equivalente.
La sostenibilità ambientale è stata al centro anche dell’intervento di Nicola Semeraro, consigliere di Assoimballaggi, che ha sottolineato l’importanza della tutela delle risorse e del riutilizzo dei materiali. «EPAL – ha dichiarato Semeraro – è un vero e proprio sistema sociale a responsabilità condivisa che coinvolge diversi settori, tra cui logistica, ambiente, economia e società civile. Avvalendosi dell’interscambio EPAL, non solo si risparmia e si ottimizzano i flussi logistici, ma si dimostra anche di avere a cuore il sistema ambientale».
Oltre al sistema EPAL e ai servizi di pallet pooling (erano presenti PAKI, Nolpal e Polymer Logistics), sono stati presentati anche due brillanti casi aziendali di gestione del parco pallet: il gruppo Bacardi-Martini & Rossi, che ha scelto la strada della collaborazione con i propri partner logistici per responsabilizzare il trasportatore, il quale diventa a tutti gli effetti il gestore dei pallet per conto del cliente, e IKEA che ha invece studiato delle soluzioni ad hoc per ridurre i costi legati alla movimentazione delle merci, preferendo la carta e il polipropilene per la realizzazione di sostegni (dai supporti angolari a scaffali con profili standard, ecc.) da impiegare nella fase di stoccaggio e trasporto al posto dei tradizionali bancali in legno.
L’evento si è concluso con una tavola rotonda che ha coinvolto la grande distribuzione (Auchan, Barilla, Gruppo PAM, Fater e Finiper), gli operatori logistici (FM Logistics, Fratelli Di Martino e Rampinini Ernesto) e la Planet Life Economy Foundation, che sviluppa e concretizza progetti votati alla sostenibilità.
… IL GRUPPO DI LAVORO PALLET
A fine convegno, i numerosi retailer presenti hanno apertamente espresso agli enti organizzatori la propria disponibilità a collaborare per risolvere quelle che sono le principali tematiche che ruotano attorno al bancale, tra cui la necessità di una maggiore coordinazione degli attori e di una standardizzazione delle procedure più elevata, la lotta alla contraffazione e al mercato parallelo del “compro/vendo pallet”, il problema dello sfrido e l’esigenza di un maggior controllo qualitativo per un pallet che, oltre agli standard tecnici, rispetti anche l’ambiente. Da questo appello corale, avanzato da chi ogni giorno deve fare i conti con le difficoltà legate al pallet, è nata l’idea di creare un gruppo di lavoro sul pallet, coordinato da Donatella Rampinelli, presidente di Assologistica CulturaeFormazione e Nicola Semeraro, consigliere di Assoimballaggi, incentrato principalmente su due aspetti: la tracciabilità del pallet e la sua trasparenza lungo tutta la filiera.
«Il gruppo di lavoro Pallet – spiega Rampinelli – intende creare i presupposti per garantire una volta per tutte la massima trasparenza sulle transazioni in filiera legate alla movimentazione del pallet, gestendo sul nascere, ovvero nella fase di consegna, ogni possibile contestazione relativamente al mancato interscambio o allo scarto per qualità non idonea del pallet». Prosegue la stessa Rampinelli: «Grazie alle nuove tecnologie già presenti sul mercato, oggi abbiamo la possibilità di risolvere i grossi interrogativi che da sempre hanno accompagnato il pallet. Perché dunque non provarci, soprattutto quando sono i produttori, i retailer e gli operatori logistici a chiedercelo?» Il primo dei quattro incontri susseguitesi nel corso dell’estate per definire le fasi operative del progetto, ha avuto luogo presso la sede di Federlegno Arredi a Milano a fine giugno. Un’intensa mattinata di dibattiti e scambio di opinioni tra retailer, aziende di pallet pooling, noti brand della GDO e operatori logistici che si sono impegnati formalmente per raggiungere in tempi rapidi i seguenti obiettivi:
- creare e garantire i presupposti per ottenere la massima trasparenza sulle transazioni nella filiera legate alla gestione dei pallet;
- gestire sul nascere ogni possibile contestazione alla consegna relativamente al mancato interscambio o allo scarto per qualità non idonea del pallet;
- costruire un sistema monitorato e condiviso per gestire ogni possibile anomalia, utilizzando supporti informatici, anche allo scopo di eliminare, ove possibile, ogni supporto cartaceo;
- studiare forme innovative di prossimo sviluppo con particolare riferimento alla tecnologia RFID applicata al pallet e a forme della movimentazione alternative e/o integrative, verificandone l’impatto ambientale;
- verificare attraverso progetti pilota la correttezza delle procedure condivise, con riferimento all’interscambio e al noleggio.
Volendo lasciare sin da subito la parola agli attori della filiera, l’intera mattinata è trascorsa dando ai presenti la possibilità di raccontare le proprie difficoltà legate alla gestione del pallet e di confrontarle con quelle similari degli altri partecipanti all’incontro. Semplicemente perché, se si vuole cambiare un sistema, è necessario partire dal dialogo tra le parti, mettere le persone nella condizione di potersi parlare e scambiare i propri punti di vista. «Questo è il primo passo verso il cambiamento», sostiene Donatella Rampinelli che, in seguito, aggiunge: «I disagi manifestati dalle aziende derivano dalla mancata regolamentazione della filiera, basata esclusivamente sulle raccomandazioni che Indicod-ECR ha emesso nel 2006. A questo si aggiungono poi le diverse modalità di gestione del pallet presenti sul mercato, la pluralità dei bancali in circolazione e così via». Inoltre, aggiunge successivamente il presidente di Assologistica CulturaeFormazione: «Siamo gli unici in Europa a sentire il pallet come un peso e non come uno strumento abilitante per il sistema logistico. La nostra intenzione, con questo gruppo di lavoro, è fornire delle soluzioni concrete partendo dal basso, coinvolgendo chi ogni giorno deve affrontare le mille questioni legate al bancale (un esempio tra tutti: i buoni pallet) e che sono un ostacolo allo svolgimento delle attività logistiche e distributive». La sede di Federlegno si è prestata ad ospitare anche il secondo incontro, svoltosi verso metà luglio e durante il quale è stato deciso di suddividere i lavori in due sottogruppi, ciascuno dei quali si sarebbe occupato rispettivamente della trasparenza della filiera e della tracciabilità del bancale. «Grazie alla tecnologia e all’innovazione, – spiega Donatella Rampinelli – esistono già degli strumenti sul mercato in grado di rendere tracciabile un pallet e che permettono la dematerializzazione dei buoni pallet, fonte quest’ultimi di discrete perdite per le aziende che spesso non hanno la possibilità di poterli riscuotere. L’intento, con questo gruppo di lavoro, è quello di partire a breve con dei test pilota “concreti” per dimostrare, dati alla mano, che un’altra gestione del pallet è possibile». La pragmaticità con cui i fautori del gruppo di lavoro intendono portare avanti i lavori, si percepisce anche solo dal semplice fatto che, per tutta la durata del secondo incontro, è stata mostrata ai partecipante un’unica slide d’introduzione, dettaglio che sottolinea ancora una volta l’operatività e la rapidità con cui i partecipanti al progetto intendono portare avanti gli studi sull’ottimizzazione del pallet. Nella fase conclusiva della mattinata, sono state presentate infine le due aziende che hanno acconsentito di fare da pilota per i progetti di tracciabilità e trasparenza sul pallet, in quanto da tempo hanno introdotto un sistema di gestione pallet che gli ha consentito di abbattere gran parte dei costi legati ai bancali.
DUE AZIENDE DA PRENDERE COME MODELLO
La prima di queste è Finiper, holding finanziaria della catena di ipermercati Iper La Grande i, che adoperando già da tempo il portale di logistica collaborativa TC1 GDO di Tesisquare (nuova denominazione aziendale del Gruppo Tesi) per la prenotazione degli slot di scarico, ha chiesto al proprio partner tecnologico di aggiungere un ulteriore modulo al sistema cloud di filiera già in uso, specifico per la gestione in formato elettronico di tutte le informazioni relative al pallet, così da avere una contabilità online sempre aggiornata e una tracciabilità certa dei bancali all’interno del circuito distributivo del gruppo. «Dopo l’ennesimo accumulo di pallet a credito che andava perso, abbiamo deciso di strutturare le informazioni legate al pallet, mettendole online attraverso la piattaforma TC1 e trasformandole in strumenti utili per risolvere la maggior parte dei problemi che un pallet può generare. – afferma Nicola Morchio, direttore logistico Finiper – Grazie al nuovo modulo fornito dal nostro partner Tesisquare, che traccia qualsiasi movimento del bancale all’interno del nostro circuito, abbiamo sempre chiaro lo stato del nostro parco pallet aggiornato in tempo reale, e proprio per questo siamo in grado di gestire qualsiasi tipo di contestazione sul nascere, accettando solo scambi alla pari ed evitando di emettere buoni pallet difficilmente riscuotibili». TC1 GDO (Tesi Collaboration One per la Grande Distribuzione Organizzata) è il primo portale di filiera attivo in Europa, che consente un approccio collaborativo esteso tra tutti gli operatori del settore retail (produttori, operatori logistici e distributori) e che ha come obiettivo quello di creare efficienza e valore, riducendo i costi e migliorando il servizio offerto al cliente finale, attraverso lo scambio e la tempestiva condivisione di informazioni e documenti. Inoltre, TC1 è già in uso presso 50 centri di distribuzione della GDO sul territorio italiano, viene impiegato da circa 800 trasportatori e operatori verlogistici e 1.800 produttori, registrando ogni giorno oltre 1.200 utenti collegati. «Estendere a tutta la filiera quel che Finiper ha già realizzato all’interno del proprio circuito distributivo, fino a pochi anni fa era impensabile. – chiosa Rampinelli – Ora invece esistono sul mercato soluzioni come quella proposta da Tesisquare che consentono di mettere in rete le informazioni, scambiarle e condividerle. Anche il poter scattare una fotografia al pallet a testimonianza di qualsiasi vizio, sembra una banalità ma può far risparmiare tempo e denaro a un’azienda». La seconda azienda presa come modello dal gruppo Pallet è invece Grandi Salumifici Italiani (GSI) che, recentemente insediatasi all’interno dell’Interporto di Bologna, ha adottato la tecnologia RFID per la tracciabilità dei bancali che ogni giorno entrano ed escono dal proprio magazzino di 30.000 mq, applicando la logica del pallet tagging col supporto del fornitore di tecnologie Id- Solutions, coordinatore l’intero progetto. In pratica, presso il magazzino di GSI, al termine dell’attività di preparazione dei pallet, viene stampata un’etichetta SSCC (Serial Shipping Container Code) che indica tutte le informazioni relative al contenuto del bancale: prodotti, date di scadenza, destinazione e così via. Si tratta però di un’etichetta RFID, dato che tutto il processo di uscita e di spedizione dei pallet è appunto supportato da un sistema RFID ideato e realizzato da Id-Solutions in collaborazione con l’Università di Parma. Ogni SSCC in spedizione, per un totale di 400.000 pallet all’anno, è quindi identificato con etichetta RFID; di conseguenza il sistema di tracciabilità automatica delle spedizioni identifica automaticamente il carico dei prodotti che vengono caricati sui camion. Il passaggio del pallet in vicinanza dell’antenna RFID, posta presso la baia di carico (per un totale di 42 baie attrezzate) conferma la correttezza del pallet e acquisisce i dati, che saranno subito disponibili anche per il cliente. I benefici principali sono ovviamente l’eliminazione degli errori nelle spedizioni e nei dati contenuti nei documenti di trasporto; un miglior servizio ai destinatari qualora già attrezzati con banchine di ricevimento RFID, e una maggior velocità di carico. In futuro, si pensa di estendere il sistema RFID anche ai pallet in ricevimento dagli stabilimenti di produzione.
LA COLLABORAZIONE ALLA BASE DI TUTTO
Il terzo incontro del gruppo pallet si è svolto invece presso la sede di Assologistica a Milano. Nel corso della riunione è stato letto un comunicato di Assologistica CulturaeFormazione per chiarire ogni dubbio, per chi l’avesse, sul fatto che i progetti portati avanti dal gruppo pallet non intendono essere in contrasto né con le raccomandazioni ECR che dal 2006 vengono seguite dagli attori di questa filiera, né con l’Osservatorio permanente ECR sul valore di mercato del pallet. Di seguito, riportiamo il comunicato letto per l’occasione in versione sione integrale da Donatella Rampinelli: «Il pallet è un tema molto sentito e problematico. ECR, che da sempre presiede alla definizione delle regole di interscambio nella filiera logistica del largo consumo, e Assologistica Cultura e Formazione hanno recentemente attivato proprie iniziative. Teniamo a precisare che il Gruppo di Lavoro Pallet, condotto da Assologistica Cultura e Formazione, intende presentare e diffondere le soluzioni di tracciabilità del pallet, riferite ai processi descritti nelle raccomandazioni di interscambio ECR realizzate ad opera di alcuni fornitori di soluzioni e adottate in alcune aziende della Distribuzione Moderna. L’intento è quello di valutarne l’estendibilità verso altre aziende del settore, interessando Produttori, Distributori e Operatori Logistici. A qualcuno dei presenti alle precedenti riunioni, la nostra iniziativa può essere sembrata in sovrapposizione a quelle di ECR. Di fatto, in base a quanto sopra descritto, Assologistica intende qui precisare che non vi è nessun intento di contrasto o contrapposizione alle attività svolte da ECR nell’ambito delle prerogative definite dalle sue aziende associate. Inoltre, Assologistica coinvolgerà le aziende del settore logistico e del trasporto associate in progetti pilota che sperimenteranno direttamente la fattibilità delle soluzioni. Saranno anche valutati applicabilità e vantaggi, in termini di qualità ed efficienza, derivanti dall’uso di tecnologie informatiche avanzate». Successivamente, si è passati alla descrizione dei due progetti pilota coordinati rispettivamente da Tesisquare e Id-Solutions. Tesisquare, già dall’incontro precedente, si era infatti offerta di sviluppare un nuovo modulo della propria piattaforma web TC1 per la condivisione delle informazioni riguardo il pallet lungo la filiera, il tutto a costo zero. Le aziende che hanno voluto prendere parte al progetto, sono state:
- retailer: Iper, Pam
- produttori: Bauli, Coca-Cola, Fater, Ponti, L’Oreal
- operatori logistici: DHL, FM Logistic, Geodis, ND Logistics, Number 1, Zanardo
Nello specifico, i retailer hanno messo a disposizione due dei propri centri di distribuzione (Iper il deposito di Soresina, Cremona, e PAM quello di Pontedera, Pisa), mentre produttori e operatori logistici si sono impegnati ad utilizzare la piattaforma TC1 come tramite per tutte le attività relative allo scambio / intercambio pallet all’interno dei centri. Nelle prime settimane, gli aderenti al progetto hanno movimentato tramite piattaforma web il 19% dei pallet ricevuti presso il magazzino di Soresina e il 14% dei pallet ricevuti presso Pontedera. «L’intenzione è quella di proseguire con la fase di test fino a metà ottobre, cercando di estendere il progetto ad altri produttori e logistici, così da arricchire il database con ulteriori dati e informazioni. » asserisce Nicola Morchio. Passando invece al progetto di pallet tracking coordinato da Id-Solutions, l’obiettivo prefissato dal gruppo è quello di riuscire a tracciare ogni singolo pallet identificato dal suo numero seriale univoco, realizzando una vera e propria targa del pallet che associata all’SSCC, identifichi in maniera univoca il pallet. Il processo di tracciabilità che il gruppo Pallet intende mettere a punto, prevede che ogni tracking point attrezzato con lettore RFID (varco fisso o terminale mobile all’interno del magazzino) registri i movimenti di ciascun bancale in entrata/ uscita dal deposito. Da sottolineare inoltre che i dati relativi a questi movimenti non vengono registrati da un sistema proprietario, ma sono disponibili a qualsiasi integrazione attraverso lo standard mondiale EPC. «Ci piacerebbe riuscire a trovare una soluzione RFID da poter applicare all’interno di ciascun pallet, ad esempio inserendola nel legno in fase di produzione, così da eliminare definitivamente l’utilizzo di etichette col tag. – spiega Francesco Fantoni Guerci, CEO di Id-Solutions – Esistono un’infinità di tipologie di RFID sul mercato, la sfida è riuscire a trovare quella maggiormente adatta a questo particolare contesto e che abbia un rapporto costi/benefici che giustifichi tale investimento. Staremo a vedere quali risultati scaturiranno dai test del gruppo Pallet».
I RISULTATI DEL PRIMO PILOTA
Questa volta è l’Antico Mulino dell’Abbazia di Chiaravalle alle porte di Milano a fare da cornice all’incontro del gruppo di lavoro sul pallet, svoltosi a metà novembre per presentare ufficialmente i risultati del primo test sulla trasparenza del bancale. Dopo il saluto di apertura da parte di Donatella Rampinelli, presidente di Assologistica CulturaeFormazione, e Nicola Semeraro, consigliere di Assoimballaggi, ha preso la parola Roberto Graziotin di Tesisquare, azienda che ha messo a disposizione a titolo gratuito la piattaforma web TC1 GDO ai partecipanti del gruppo pallet (retailer: Iper, Pam; produttori: Bauli, Coca- Cola, Fater, Ponti, L’Oreal; operatori logistici: DHL, FM Logistic, Geodis, ND Logistics, Number 1, Zanardo) per monitorare la movimentazione dei bancali nei centri di distribuzione Iper di Soresina, (CR) e PAM a Pontedera (PI).
La fase di test è durata cinque settimane, dal 4 ottobre al 20 novembre, e su un potenziale parco di 65.000 pallet, sono stati monitorati i 5.652 dichiarati EPAL all’origine (8,7% del totale). Di questi pallet EPAL, 5.387 (95,3%) sono stati accettati dai centri di distribuzione, 157 sono stati dichiarati rotti e 64 a perdere (per un totale di 3,9%), mentre 28 erano marchiati EUR e 16 sono risultati non consegnati (per un totale di 0,8%). La quasi totalità dei pallet dichiarati idonei (5.379 su 5.387) è stata restituita con modalità di interscambio e solo per 8 bancali è stato necessario emettere dei buoni pallet (0,1%), un risultato molto incoraggiante per i retailer che, anzi, hanno avanzato l’ulteriore richiesta di poter emettere un buono pallet di tipo elettronico, così da poter registrare anche tale documento. «Adesso – afferma Rampinelli – dobbiamo lavorare affinché quel 3,9% si abbassi ulteriormente e per farlo intendiamo altri retailer nel nostro progetto ed abbinare allo scambio dati telematico la tracciabilità del pallet, avvalendoci della tecnologia RFID.
La RFID è la protagonista del secondo progetto del gruppo di lavoro, seguito questa volta da Id-Solutions ed ancora in corso di svolgimento. Il test si sta effettuando su 1.000 pallet movimentati dal deposito di Grandi Salumifici Italiani di Bologna a quello di Marconi Freddeuropa a Fidenza, sia con che senza prodotti. Su ciascun bancale sono stati applicati due tag (uno su lato lungo e uno su lato corto) così da garantire al 100% la lettura tramite varchi, mentre resta ancora da capire se sia meglio applicare un tag esterno al bancale (più facile da leggere) o interno (meno soggetto a manomissioni ma più sensibile all’umidità). «L’idea sarebbe quella di creare un prototipo di “premium pallet” dotato di RFID da presentare poi a EPAL per la messa in produzione, mettendo tale associazione a garanzia della conformità del pallet.», spiega Semeraro che ricorda come l’Unione Europea esorti le associazioni di competenza a creare delle forme di tracciabilità degli imballaggi. I risultati di questo secondo test saranno disponibili nei primi mesi del nuovo anno e, data la validità del progetto,saranno sicuramente incoraggianti.
Il tutto prende avvio dalle riflessioni e dagli spunti suscitati da un interessante convegno, “Il pallet: stato dell’arte e impatto sull’ambiente – prospettive ed opportunità”, organizzato da Assologistica CulturaeFormazione in collaborazione con Conlegno e Assoimballaggi e che si è tenuto lo scorso aprile a Milano. Una giornata interamente dedicata al bancale, strumento indispensabile, seppur “invisibile”, per lo svolgimento delle attività logistiche lungo la supply chain, e rivelatasi un’ottima occasione per fare il punto della situazione sullo stato del pallet in Italia e soffermarsi in particolare sulle novità e sulle opportunità da cogliere per ottimizzare i flussi logistici e salvaguardare l’ambiente.
Il convegno si è aperto infatti con tre importanti interventi incentrati sul grande protagonista della logistica italiana, il pallet EPAL. Sebastiano Cerullo, segretario generale di Conlegno, ha presentato lo stato dell’arte del Sistema EPAL, che attualmente movimenta oltre 450 milioni di pallet in 14 paesi europei. «Il pallet è uno strumento indispensabile che ha un valore importante – ha dichiarato Cerullo – per questo deve essere conosciuto in ogni suo aspetto e deve essere gestito bene. I pallet EPAL, grazie ai numerosi controlli qualitativi, sono completamente sicuri e affidabili, ma devono essere acquistati da imprese omologate che operano secondo gli standard di qualità richiesti». Giusto per dare qualche dato, i pallet EPAL in Italia sono i più utilizzati dalla filiera della logistica, tanto che solo nel 2012 ne sono stati prodotti 4.924.946 e riparati 3.368.052. Emanuele Barigazzi, coordinatore del Comitato Tecnico EPAL di Conlegno, ha successivamente illustrato le ultime novità riservate a tutte le imprese che producono, riparano, selezionano e commercializzano pallet EPAL: «A partire da marzo 2013 – ha spiegato Barigazzi – queste aziende, previa espressa adesione al Sistema Monitorato di Prevenzione e Riutilizzo del Sistema EPAL ideato da Conlegno, hanno il diritto di assoggettare al calcolo del contributo ambientale CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) solo il 40% del peso dei pallet immessi al consumo, siano essi nuovi o usati.» Con queste nuove formule agevolative, il CONAI ha voluto premiare la sostenibilità di un sistema che non solo migliora la qualità e l’efficienza del trasporto delle merci, ma permette anche di mitigare l’effetto serra poiché ogni singolo pallet EPAL sottrae all’atmosfera una quantità totale di -18,4 kg di CO2 equivalente.
La sostenibilità ambientale è stata al centro anche dell’intervento di Nicola Semeraro, consigliere di Assoimballaggi, che ha sottolineato l’importanza della tutela delle risorse e del riutilizzo dei materiali. «EPAL – ha dichiarato Semeraro – è un vero e proprio sistema sociale a responsabilità condivisa che coinvolge diversi settori, tra cui logistica, ambiente, economia e società civile. Avvalendosi dell’interscambio EPAL, non solo si risparmia e si ottimizzano i flussi logistici, ma si dimostra anche di avere a cuore il sistema ambientale».
Oltre al sistema EPAL e ai servizi di pallet pooling (erano presenti PAKI, Nolpal e Polymer Logistics), sono stati presentati anche due brillanti casi aziendali di gestione del parco pallet: il gruppo Bacardi-Martini & Rossi, che ha scelto la strada della collaborazione con i propri partner logistici per responsabilizzare il trasportatore, il quale diventa a tutti gli effetti il gestore dei pallet per conto del cliente, e IKEA che ha invece studiato delle soluzioni ad hoc per ridurre i costi legati alla movimentazione delle merci, preferendo la carta e il polipropilene per la realizzazione di sostegni (dai supporti angolari a scaffali con profili standard, ecc.) da impiegare nella fase di stoccaggio e trasporto al posto dei tradizionali bancali in legno.
L’evento si è concluso con una tavola rotonda che ha coinvolto la grande distribuzione (Auchan, Barilla, Gruppo PAM, Fater e Finiper), gli operatori logistici (FM Logistics, Fratelli Di Martino e Rampinini Ernesto) e la Planet Life Economy Foundation, che sviluppa e concretizza progetti votati alla sostenibilità.
… IL GRUPPO DI LAVORO PALLET
A fine convegno, i numerosi retailer presenti hanno apertamente espresso agli enti organizzatori la propria disponibilità a collaborare per risolvere quelle che sono le principali tematiche che ruotano attorno al bancale, tra cui la necessità di una maggiore coordinazione degli attori e di una standardizzazione delle procedure più elevata, la lotta alla contraffazione e al mercato parallelo del “compro/vendo pallet”, il problema dello sfrido e l’esigenza di un maggior controllo qualitativo per un pallet che, oltre agli standard tecnici, rispetti anche l’ambiente. Da questo appello corale, avanzato da chi ogni giorno deve fare i conti con le difficoltà legate al pallet, è nata l’idea di creare un gruppo di lavoro sul pallet, coordinato da Donatella Rampinelli, presidente di Assologistica CulturaeFormazione e Nicola Semeraro, consigliere di Assoimballaggi, incentrato principalmente su due aspetti: la tracciabilità del pallet e la sua trasparenza lungo tutta la filiera.
«Il gruppo di lavoro Pallet – spiega Rampinelli – intende creare i presupposti per garantire una volta per tutte la massima trasparenza sulle transazioni in filiera legate alla movimentazione del pallet, gestendo sul nascere, ovvero nella fase di consegna, ogni possibile contestazione relativamente al mancato interscambio o allo scarto per qualità non idonea del pallet». Prosegue la stessa Rampinelli: «Grazie alle nuove tecnologie già presenti sul mercato, oggi abbiamo la possibilità di risolvere i grossi interrogativi che da sempre hanno accompagnato il pallet. Perché dunque non provarci, soprattutto quando sono i produttori, i retailer e gli operatori logistici a chiedercelo?» Il primo dei quattro incontri susseguitesi nel corso dell’estate per definire le fasi operative del progetto, ha avuto luogo presso la sede di Federlegno Arredi a Milano a fine giugno. Un’intensa mattinata di dibattiti e scambio di opinioni tra retailer, aziende di pallet pooling, noti brand della GDO e operatori logistici che si sono impegnati formalmente per raggiungere in tempi rapidi i seguenti obiettivi:
- creare e garantire i presupposti per ottenere la massima trasparenza sulle transazioni nella filiera legate alla gestione dei pallet;
- gestire sul nascere ogni possibile contestazione alla consegna relativamente al mancato interscambio o allo scarto per qualità non idonea del pallet;
- costruire un sistema monitorato e condiviso per gestire ogni possibile anomalia, utilizzando supporti informatici, anche allo scopo di eliminare, ove possibile, ogni supporto cartaceo;
- studiare forme innovative di prossimo sviluppo con particolare riferimento alla tecnologia RFID applicata al pallet e a forme della movimentazione alternative e/o integrative, verificandone l’impatto ambientale;
- verificare attraverso progetti pilota la correttezza delle procedure condivise, con riferimento all’interscambio e al noleggio.
Volendo lasciare sin da subito la parola agli attori della filiera, l’intera mattinata è trascorsa dando ai presenti la possibilità di raccontare le proprie difficoltà legate alla gestione del pallet e di confrontarle con quelle similari degli altri partecipanti all’incontro. Semplicemente perché, se si vuole cambiare un sistema, è necessario partire dal dialogo tra le parti, mettere le persone nella condizione di potersi parlare e scambiare i propri punti di vista. «Questo è il primo passo verso il cambiamento», sostiene Donatella Rampinelli che, in seguito, aggiunge: «I disagi manifestati dalle aziende derivano dalla mancata regolamentazione della filiera, basata esclusivamente sulle raccomandazioni che Indicod-ECR ha emesso nel 2006. A questo si aggiungono poi le diverse modalità di gestione del pallet presenti sul mercato, la pluralità dei bancali in circolazione e così via». Inoltre, aggiunge successivamente il presidente di Assologistica CulturaeFormazione: «Siamo gli unici in Europa a sentire il pallet come un peso e non come uno strumento abilitante per il sistema logistico. La nostra intenzione, con questo gruppo di lavoro, è fornire delle soluzioni concrete partendo dal basso, coinvolgendo chi ogni giorno deve affrontare le mille questioni legate al bancale (un esempio tra tutti: i buoni pallet) e che sono un ostacolo allo svolgimento delle attività logistiche e distributive». La sede di Federlegno si è prestata ad ospitare anche il secondo incontro, svoltosi verso metà luglio e durante il quale è stato deciso di suddividere i lavori in due sottogruppi, ciascuno dei quali si sarebbe occupato rispettivamente della trasparenza della filiera e della tracciabilità del bancale. «Grazie alla tecnologia e all’innovazione, – spiega Donatella Rampinelli – esistono già degli strumenti sul mercato in grado di rendere tracciabile un pallet e che permettono la dematerializzazione dei buoni pallet, fonte quest’ultimi di discrete perdite per le aziende che spesso non hanno la possibilità di poterli riscuotere. L’intento, con questo gruppo di lavoro, è quello di partire a breve con dei test pilota “concreti” per dimostrare, dati alla mano, che un’altra gestione del pallet è possibile». La pragmaticità con cui i fautori del gruppo di lavoro intendono portare avanti i lavori, si percepisce anche solo dal semplice fatto che, per tutta la durata del secondo incontro, è stata mostrata ai partecipante un’unica slide d’introduzione, dettaglio che sottolinea ancora una volta l’operatività e la rapidità con cui i partecipanti al progetto intendono portare avanti gli studi sull’ottimizzazione del pallet. Nella fase conclusiva della mattinata, sono state presentate infine le due aziende che hanno acconsentito di fare da pilota per i progetti di tracciabilità e trasparenza sul pallet, in quanto da tempo hanno introdotto un sistema di gestione pallet che gli ha consentito di abbattere gran parte dei costi legati ai bancali.
DUE AZIENDE DA PRENDERE COME MODELLO
La prima di queste è Finiper, holding finanziaria della catena di ipermercati Iper La Grande i, che adoperando già da tempo il portale di logistica collaborativa TC1 GDO di Tesisquare (nuova denominazione aziendale del Gruppo Tesi) per la prenotazione degli slot di scarico, ha chiesto al proprio partner tecnologico di aggiungere un ulteriore modulo al sistema cloud di filiera già in uso, specifico per la gestione in formato elettronico di tutte le informazioni relative al pallet, così da avere una contabilità online sempre aggiornata e una tracciabilità certa dei bancali all’interno del circuito distributivo del gruppo. «Dopo l’ennesimo accumulo di pallet a credito che andava perso, abbiamo deciso di strutturare le informazioni legate al pallet, mettendole online attraverso la piattaforma TC1 e trasformandole in strumenti utili per risolvere la maggior parte dei problemi che un pallet può generare. – afferma Nicola Morchio, direttore logistico Finiper – Grazie al nuovo modulo fornito dal nostro partner Tesisquare, che traccia qualsiasi movimento del bancale all’interno del nostro circuito, abbiamo sempre chiaro lo stato del nostro parco pallet aggiornato in tempo reale, e proprio per questo siamo in grado di gestire qualsiasi tipo di contestazione sul nascere, accettando solo scambi alla pari ed evitando di emettere buoni pallet difficilmente riscuotibili». TC1 GDO (Tesi Collaboration One per la Grande Distribuzione Organizzata) è il primo portale di filiera attivo in Europa, che consente un approccio collaborativo esteso tra tutti gli operatori del settore retail (produttori, operatori logistici e distributori) e che ha come obiettivo quello di creare efficienza e valore, riducendo i costi e migliorando il servizio offerto al cliente finale, attraverso lo scambio e la tempestiva condivisione di informazioni e documenti. Inoltre, TC1 è già in uso presso 50 centri di distribuzione della GDO sul territorio italiano, viene impiegato da circa 800 trasportatori e operatori verlogistici e 1.800 produttori, registrando ogni giorno oltre 1.200 utenti collegati. «Estendere a tutta la filiera quel che Finiper ha già realizzato all’interno del proprio circuito distributivo, fino a pochi anni fa era impensabile. – chiosa Rampinelli – Ora invece esistono sul mercato soluzioni come quella proposta da Tesisquare che consentono di mettere in rete le informazioni, scambiarle e condividerle. Anche il poter scattare una fotografia al pallet a testimonianza di qualsiasi vizio, sembra una banalità ma può far risparmiare tempo e denaro a un’azienda». La seconda azienda presa come modello dal gruppo Pallet è invece Grandi Salumifici Italiani (GSI) che, recentemente insediatasi all’interno dell’Interporto di Bologna, ha adottato la tecnologia RFID per la tracciabilità dei bancali che ogni giorno entrano ed escono dal proprio magazzino di 30.000 mq, applicando la logica del pallet tagging col supporto del fornitore di tecnologie Id- Solutions, coordinatore l’intero progetto. In pratica, presso il magazzino di GSI, al termine dell’attività di preparazione dei pallet, viene stampata un’etichetta SSCC (Serial Shipping Container Code) che indica tutte le informazioni relative al contenuto del bancale: prodotti, date di scadenza, destinazione e così via. Si tratta però di un’etichetta RFID, dato che tutto il processo di uscita e di spedizione dei pallet è appunto supportato da un sistema RFID ideato e realizzato da Id-Solutions in collaborazione con l’Università di Parma. Ogni SSCC in spedizione, per un totale di 400.000 pallet all’anno, è quindi identificato con etichetta RFID; di conseguenza il sistema di tracciabilità automatica delle spedizioni identifica automaticamente il carico dei prodotti che vengono caricati sui camion. Il passaggio del pallet in vicinanza dell’antenna RFID, posta presso la baia di carico (per un totale di 42 baie attrezzate) conferma la correttezza del pallet e acquisisce i dati, che saranno subito disponibili anche per il cliente. I benefici principali sono ovviamente l’eliminazione degli errori nelle spedizioni e nei dati contenuti nei documenti di trasporto; un miglior servizio ai destinatari qualora già attrezzati con banchine di ricevimento RFID, e una maggior velocità di carico. In futuro, si pensa di estendere il sistema RFID anche ai pallet in ricevimento dagli stabilimenti di produzione.
LA COLLABORAZIONE ALLA BASE DI TUTTO
Il terzo incontro del gruppo pallet si è svolto invece presso la sede di Assologistica a Milano. Nel corso della riunione è stato letto un comunicato di Assologistica CulturaeFormazione per chiarire ogni dubbio, per chi l’avesse, sul fatto che i progetti portati avanti dal gruppo pallet non intendono essere in contrasto né con le raccomandazioni ECR che dal 2006 vengono seguite dagli attori di questa filiera, né con l’Osservatorio permanente ECR sul valore di mercato del pallet. Di seguito, riportiamo il comunicato letto per l’occasione in versione sione integrale da Donatella Rampinelli: «Il pallet è un tema molto sentito e problematico. ECR, che da sempre presiede alla definizione delle regole di interscambio nella filiera logistica del largo consumo, e Assologistica Cultura e Formazione hanno recentemente attivato proprie iniziative. Teniamo a precisare che il Gruppo di Lavoro Pallet, condotto da Assologistica Cultura e Formazione, intende presentare e diffondere le soluzioni di tracciabilità del pallet, riferite ai processi descritti nelle raccomandazioni di interscambio ECR realizzate ad opera di alcuni fornitori di soluzioni e adottate in alcune aziende della Distribuzione Moderna. L’intento è quello di valutarne l’estendibilità verso altre aziende del settore, interessando Produttori, Distributori e Operatori Logistici. A qualcuno dei presenti alle precedenti riunioni, la nostra iniziativa può essere sembrata in sovrapposizione a quelle di ECR. Di fatto, in base a quanto sopra descritto, Assologistica intende qui precisare che non vi è nessun intento di contrasto o contrapposizione alle attività svolte da ECR nell’ambito delle prerogative definite dalle sue aziende associate. Inoltre, Assologistica coinvolgerà le aziende del settore logistico e del trasporto associate in progetti pilota che sperimenteranno direttamente la fattibilità delle soluzioni. Saranno anche valutati applicabilità e vantaggi, in termini di qualità ed efficienza, derivanti dall’uso di tecnologie informatiche avanzate». Successivamente, si è passati alla descrizione dei due progetti pilota coordinati rispettivamente da Tesisquare e Id-Solutions. Tesisquare, già dall’incontro precedente, si era infatti offerta di sviluppare un nuovo modulo della propria piattaforma web TC1 per la condivisione delle informazioni riguardo il pallet lungo la filiera, il tutto a costo zero. Le aziende che hanno voluto prendere parte al progetto, sono state:
- retailer: Iper, Pam
- produttori: Bauli, Coca-Cola, Fater, Ponti, L’Oreal
- operatori logistici: DHL, FM Logistic, Geodis, ND Logistics, Number 1, Zanardo
Nello specifico, i retailer hanno messo a disposizione due dei propri centri di distribuzione (Iper il deposito di Soresina, Cremona, e PAM quello di Pontedera, Pisa), mentre produttori e operatori logistici si sono impegnati ad utilizzare la piattaforma TC1 come tramite per tutte le attività relative allo scambio / intercambio pallet all’interno dei centri. Nelle prime settimane, gli aderenti al progetto hanno movimentato tramite piattaforma web il 19% dei pallet ricevuti presso il magazzino di Soresina e il 14% dei pallet ricevuti presso Pontedera. «L’intenzione è quella di proseguire con la fase di test fino a metà ottobre, cercando di estendere il progetto ad altri produttori e logistici, così da arricchire il database con ulteriori dati e informazioni. » asserisce Nicola Morchio. Passando invece al progetto di pallet tracking coordinato da Id-Solutions, l’obiettivo prefissato dal gruppo è quello di riuscire a tracciare ogni singolo pallet identificato dal suo numero seriale univoco, realizzando una vera e propria targa del pallet che associata all’SSCC, identifichi in maniera univoca il pallet. Il processo di tracciabilità che il gruppo Pallet intende mettere a punto, prevede che ogni tracking point attrezzato con lettore RFID (varco fisso o terminale mobile all’interno del magazzino) registri i movimenti di ciascun bancale in entrata/ uscita dal deposito. Da sottolineare inoltre che i dati relativi a questi movimenti non vengono registrati da un sistema proprietario, ma sono disponibili a qualsiasi integrazione attraverso lo standard mondiale EPC. «Ci piacerebbe riuscire a trovare una soluzione RFID da poter applicare all’interno di ciascun pallet, ad esempio inserendola nel legno in fase di produzione, così da eliminare definitivamente l’utilizzo di etichette col tag. – spiega Francesco Fantoni Guerci, CEO di Id-Solutions – Esistono un’infinità di tipologie di RFID sul mercato, la sfida è riuscire a trovare quella maggiormente adatta a questo particolare contesto e che abbia un rapporto costi/benefici che giustifichi tale investimento. Staremo a vedere quali risultati scaturiranno dai test del gruppo Pallet».
I RISULTATI DEL PRIMO PILOTA
Questa volta è l’Antico Mulino dell’Abbazia di Chiaravalle alle porte di Milano a fare da cornice all’incontro del gruppo di lavoro sul pallet, svoltosi a metà novembre per presentare ufficialmente i risultati del primo test sulla trasparenza del bancale. Dopo il saluto di apertura da parte di Donatella Rampinelli, presidente di Assologistica CulturaeFormazione, e Nicola Semeraro, consigliere di Assoimballaggi, ha preso la parola Roberto Graziotin di Tesisquare, azienda che ha messo a disposizione a titolo gratuito la piattaforma web TC1 GDO ai partecipanti del gruppo pallet (retailer: Iper, Pam; produttori: Bauli, Coca- Cola, Fater, Ponti, L’Oreal; operatori logistici: DHL, FM Logistic, Geodis, ND Logistics, Number 1, Zanardo) per monitorare la movimentazione dei bancali nei centri di distribuzione Iper di Soresina, (CR) e PAM a Pontedera (PI).
La fase di test è durata cinque settimane, dal 4 ottobre al 20 novembre, e su un potenziale parco di 65.000 pallet, sono stati monitorati i 5.652 dichiarati EPAL all’origine (8,7% del totale). Di questi pallet EPAL, 5.387 (95,3%) sono stati accettati dai centri di distribuzione, 157 sono stati dichiarati rotti e 64 a perdere (per un totale di 3,9%), mentre 28 erano marchiati EUR e 16 sono risultati non consegnati (per un totale di 0,8%). La quasi totalità dei pallet dichiarati idonei (5.379 su 5.387) è stata restituita con modalità di interscambio e solo per 8 bancali è stato necessario emettere dei buoni pallet (0,1%), un risultato molto incoraggiante per i retailer che, anzi, hanno avanzato l’ulteriore richiesta di poter emettere un buono pallet di tipo elettronico, così da poter registrare anche tale documento. «Adesso – afferma Rampinelli – dobbiamo lavorare affinché quel 3,9% si abbassi ulteriormente e per farlo intendiamo altri retailer nel nostro progetto ed abbinare allo scambio dati telematico la tracciabilità del pallet, avvalendoci della tecnologia RFID.
La RFID è la protagonista del secondo progetto del gruppo di lavoro, seguito questa volta da Id-Solutions ed ancora in corso di svolgimento. Il test si sta effettuando su 1.000 pallet movimentati dal deposito di Grandi Salumifici Italiani di Bologna a quello di Marconi Freddeuropa a Fidenza, sia con che senza prodotti. Su ciascun bancale sono stati applicati due tag (uno su lato lungo e uno su lato corto) così da garantire al 100% la lettura tramite varchi, mentre resta ancora da capire se sia meglio applicare un tag esterno al bancale (più facile da leggere) o interno (meno soggetto a manomissioni ma più sensibile all’umidità). «L’idea sarebbe quella di creare un prototipo di “premium pallet” dotato di RFID da presentare poi a EPAL per la messa in produzione, mettendo tale associazione a garanzia della conformità del pallet.», spiega Semeraro che ricorda come l’Unione Europea esorti le associazioni di competenza a creare delle forme di tracciabilità degli imballaggi. I risultati di questo secondo test saranno disponibili nei primi mesi del nuovo anno e, data la validità del progetto,saranno sicuramente incoraggianti.