28-09-2022
A fine settembre, sono stati discussi presso l'Auditorium Prysmian di Milano i risultati della seconda edizione del Barometro Integrated Supply Chain – (Bisc3), evento organizzato da NetConsulting cube in collaborazione con Prysmian Group.
Il Barometro è stato ideato da NetConsulting cube con l’obiettivo di capire quale sia l’attuale livello di maturità delle aziende nell’affrontare le sfide in ambito supply chain management, indagando da un lato quali siano le criticità di business che le aziende stanno indirizzando e dall’altro quale sia il supporto che le soluzioni digitali stanno offrendo per far si che le catene di approvvigionamento e distribuzione siano in grado di rispondere il più velocemente possibile al mutare delle arene competitive.
«Negli ultimi due anni – afferma in apertura dell’evento Annamaria Di Ruscio, CEO di NetConsulting cube - si sono susseguiti una serie di eventi che hanno cambiato lo scenario geo-politico a cui eravamo abituati. La sensazione di essere all’interno di un vortice è reale, ma dobbiamo imparare a fare i conti con la normalità dell’incertezza e dell’instabilità. La ragione per cui abbiamo costruito questo barometro è quella di capire se c’è bisogno di costruire una supply chain integrata tra aziende o addirittura tra ecosistemi».
Ma la supply chain incide sui risultati di business di un’azienda? Lo fa in modo diretto o indiretto? «La digitalizzazione gioca un ruolo chiave nel dare delle risposte a questi quesiti, ma solo quando diventa una leva predittiva. Siamo ancora abituati a ragionare per processi, quando invece dovremmo ragionare per dati aggregati» commenta Stefano Brandinali, Chief Digital Officer & Group CIO di Prysmian.
Successivamente, Vittorio Arighi e Alessandra Pinza di netConsulting Cube hanno illustrato le maggiori evidenze del Barometro, il cui advisory board comprende tre aziende tecnologiche - Engineering, Sedapta e Sopra Steria - che hanno sviluppato delle competenze verticali in ambito supply chain, contribuendo alla stesura del maturity model. A completare la compagine dell’advisory board, patrocinano l’iniziativa tre primarie associazioni di categoria. Assologistica in rappresentanza del mondo della logistica e dei trasporti, Farmindustria che rappresenta quel segmento di aziende che tanto è stato impattato dall’ondata pandemica e GS1, organizzazione non profit che sviluppa e mantiene standard globali per la comunicazione tra imprese, il più noto tra i quali è il codice a barre.
Il Barometro è stato ideato da NetConsulting cube con l’obiettivo di capire quale sia l’attuale livello di maturità delle aziende nell’affrontare le sfide in ambito supply chain management, indagando da un lato quali siano le criticità di business che le aziende stanno indirizzando e dall’altro quale sia il supporto che le soluzioni digitali stanno offrendo per far si che le catene di approvvigionamento e distribuzione siano in grado di rispondere il più velocemente possibile al mutare delle arene competitive.
«Negli ultimi due anni – afferma in apertura dell’evento Annamaria Di Ruscio, CEO di NetConsulting cube - si sono susseguiti una serie di eventi che hanno cambiato lo scenario geo-politico a cui eravamo abituati. La sensazione di essere all’interno di un vortice è reale, ma dobbiamo imparare a fare i conti con la normalità dell’incertezza e dell’instabilità. La ragione per cui abbiamo costruito questo barometro è quella di capire se c’è bisogno di costruire una supply chain integrata tra aziende o addirittura tra ecosistemi».
Ma la supply chain incide sui risultati di business di un’azienda? Lo fa in modo diretto o indiretto? «La digitalizzazione gioca un ruolo chiave nel dare delle risposte a questi quesiti, ma solo quando diventa una leva predittiva. Siamo ancora abituati a ragionare per processi, quando invece dovremmo ragionare per dati aggregati» commenta Stefano Brandinali, Chief Digital Officer & Group CIO di Prysmian.
Successivamente, Vittorio Arighi e Alessandra Pinza di netConsulting Cube hanno illustrato le maggiori evidenze del Barometro, il cui advisory board comprende tre aziende tecnologiche - Engineering, Sedapta e Sopra Steria - che hanno sviluppato delle competenze verticali in ambito supply chain, contribuendo alla stesura del maturity model. A completare la compagine dell’advisory board, patrocinano l’iniziativa tre primarie associazioni di categoria. Assologistica in rappresentanza del mondo della logistica e dei trasporti, Farmindustria che rappresenta quel segmento di aziende che tanto è stato impattato dall’ondata pandemica e GS1, organizzazione non profit che sviluppa e mantiene standard globali per la comunicazione tra imprese, il più noto tra i quali è il codice a barre.

Il maturity model si sviluppa sulla base di 6 ambiti di analisi. Il primo fa riferimento alle strategie business che le aziende hanno dovuto introdurre per affrontare questo momento di estrema incertezza. Sono cioè stati analizzati quali siano stati i freni alla crescita delle aziende in questo periodo, quali le fasi più critiche in ambito supply chain e nei processi del trasporto e della logistica e quali i principali ambiti di azione adottati dalle aziende per affrontare queste criticità. Il secondo ambito riguarda le strategie digitali adottate dalle aziende.
Si è quindi cercato di indagare quanto il digitale sia importante per le aziende e quanto sia da esse considerato una leva per aumentare la competitività. Il terzo ambito ha approfondito, più in dettaglio, quali siano le soluzioni IT utilizzate a supporto dei processi di supply chain e trasporto, con particolare attenzione all’integrazione sia interna alle aziende che esterna con gli altri attori della filiera, sia quelli che stanno a monte che quelli che si posizionano a valle della stessa, a ridosso dei mercati. Inoltre, vengono analizzate le soluzioni digitali presenti (gestione fornitori, logistica inbound, gestione magazzino e produzione, logistica outbound, gestione clienti), la presenza o meno di soluzioni di gestione e analisi dei dati, l’utilizzo del cloud computing, e le iniziative volte ad aumentare il livello di sicurezza della supply chain. Il maturity model ha poi l’obiettivo di indagare quali siano le strutture organizzative preposte alla gestione dei processi di supply chain e quali le interrelazioni con le altre funzioni aziendali. Argomento che ha poi permesso di affrontare il tema delle competenze e dello skill shortage, sia relativo alle competenze in ambito digitale che, specularmente, di tipo prettamente business.
L’ultima area indagata fa riferimento ai partner IT, e cioè a quei soggetti che supportano le aziende ad utilizzare ed implementare al meglio il digitale a supporto dei loro processi di business. Con il maturity model si cerca di individuare quali siano i fattori maggiormente ricercati in un partner tecnologico al fine di generare un vantaggio bilaterale tra domanda e offerta.
Le aziende che hanno partecipato all’iniziativa Bisc3 sono state posizionate all’interno del maturity model con l’obiettivo di analizzarne e valutarne:
- da un lato, il livello di readiness, ovvero la quantità e la qualità delle iniziative messe in campo in relazione alla gestione delle tematiche di supply chain;
- dall’altro, lo stato del loro percorso verso la completa integrazione delle loro supply chain al loro interno, tra i vari processi aziendali e con gli attori esterni (clienti, fornitori, competitor), ovvero il livello evolutivo delle diverse iniziative avviate.
Maggiori approfondimenti sul Barometro Integrated Supply Chain sono disponibili qui.
Si è quindi cercato di indagare quanto il digitale sia importante per le aziende e quanto sia da esse considerato una leva per aumentare la competitività. Il terzo ambito ha approfondito, più in dettaglio, quali siano le soluzioni IT utilizzate a supporto dei processi di supply chain e trasporto, con particolare attenzione all’integrazione sia interna alle aziende che esterna con gli altri attori della filiera, sia quelli che stanno a monte che quelli che si posizionano a valle della stessa, a ridosso dei mercati. Inoltre, vengono analizzate le soluzioni digitali presenti (gestione fornitori, logistica inbound, gestione magazzino e produzione, logistica outbound, gestione clienti), la presenza o meno di soluzioni di gestione e analisi dei dati, l’utilizzo del cloud computing, e le iniziative volte ad aumentare il livello di sicurezza della supply chain. Il maturity model ha poi l’obiettivo di indagare quali siano le strutture organizzative preposte alla gestione dei processi di supply chain e quali le interrelazioni con le altre funzioni aziendali. Argomento che ha poi permesso di affrontare il tema delle competenze e dello skill shortage, sia relativo alle competenze in ambito digitale che, specularmente, di tipo prettamente business.
L’ultima area indagata fa riferimento ai partner IT, e cioè a quei soggetti che supportano le aziende ad utilizzare ed implementare al meglio il digitale a supporto dei loro processi di business. Con il maturity model si cerca di individuare quali siano i fattori maggiormente ricercati in un partner tecnologico al fine di generare un vantaggio bilaterale tra domanda e offerta.
Le aziende che hanno partecipato all’iniziativa Bisc3 sono state posizionate all’interno del maturity model con l’obiettivo di analizzarne e valutarne:
- da un lato, il livello di readiness, ovvero la quantità e la qualità delle iniziative messe in campo in relazione alla gestione delle tematiche di supply chain;
- dall’altro, lo stato del loro percorso verso la completa integrazione delle loro supply chain al loro interno, tra i vari processi aziendali e con gli attori esterni (clienti, fornitori, competitor), ovvero il livello evolutivo delle diverse iniziative avviate.
Maggiori approfondimenti sul Barometro Integrated Supply Chain sono disponibili qui.