16-12-2013
Il progetto ha l’obiettivo di
portare innovazione nei sistemi informativi a supporto del trasporto
merci e passeggeri e favorire l’integrazione tra porti e entroterra.
Considerando che circa il 70% del trasporto merci globale avviene via
mare e che un terzo di questo passa attraverso il mediterraneo, una
grande opportunità per i porti risiede nella capacità di ridurre i tempi di
viaggio della merce per raggiungere le località di destino, attraverso un
miglioramento della loro accessibilità. Allo stesso tempo, la riduzione dei
tempi di transito, insieme all’utilizzo di sistemi di informazione,
porteranno ad una mobilità più facile ed economica anche per passeggeri
e turisti. Tutto ciò avrà effetti positivi sull’economia e sulla vivibilità del
territorio, così come sui settori interessati e sull’ambiente.
Con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sull’area marittima del mediterraneo, Futuremed, insieme al progetto Mednet, ha organizzato la conferenza internazionale “Quale sarà il futuro dei sistemi portuali nel mediterraneo?”, tenutasi a Civitavecchia (Roma, Italia) il 10 maggio. La conferenza ha portato ad un intenso scambio di esperienze e di opinioni di esperti, elementi questi fondamentali per proiettare lo scenario futuro dell’area mediterranea, partendo dall’individuazione delle principali sfide e tendenze. Particolare attenzione è stata rivolta al ruolo delle dogane, alla cooperazione territoriale e alla competitività dei trasporti nelle PMI. Le dogane rappresentano un problema rilevante, in quanto controlli e tempi di viaggio ridotti sono spesso in conflitto tra loro. Infatti, se da un lato i controlli sono necessari per garantire la sicurezza e la salvaguardia dei cittadini e la protezione dell’economia nazionale, dall’altro tempi di transito sempre più rapidi sono fondamentali per migliorare i flussi commerciali ed aumentare la competitività aziendale. In tale contesto, caratterizzato da una forte frammentazione degli enti di controllo, delle procedure e dei documenti, risulta dunque fondamentale individuare un punto di equilibrio.
A tale scopo, a livello europeo risulta necessario attuare un intenso lavoro che favorisca, la cosiddetta e-Customs, intesa come approccio completamente digitale alle attività di sdoganamento, e la finestra unica doganale, ovvero un meccanismo che consenta di facilitare il dialogo tra amministrazioni e enti coinvolti nelle operazioni doganali. Nella maggior parte dei Paesi europei esistono già sistemi ed implementazioni. Il futuro vede quindi l’integrazione tra e-Customs, SafeSeaNet e port community systems nella cosiddetta Finestra Unica del Mare, come stabilito dalla direttiva 2010/65/EU. La finestra unica può essere intesa come un sistema “cloud”, orientato ad aumentare l’efficienza dei porti e conseguentemente la loro accessibilità, con effetti positivi anche sugli aspetti economici. In quest’ottica, risulta fondamentale un processo di innovazione dei sistemi portuali. L’analisi svolta a livello europeo evidenzia la presenza di un ampio potenziale di miglioramento in termini di crescita ed occupazione dei settori marittimi. I porti garantiscono la continuità territoriale dell’Unione Europea, favorendo il traffico marittimo regionale e locale con le aree marginali e con le isole. Essi rappresentano i nodi logistici in cui vengono organizzati i flussi modali della rete transeuropea, favorendo, ove possibile, l’uso di spedizioni marittime di breve distanza, il trasporto ferroviario e fluviale, per minimizzare la congestione stradale e il consumo energetico. Molte sono le sfide che i porti devono affrontare.
Per poter ricoprire il ruolo di centro multi-modale, sarà necessario disporre di connessioni cross-modali innovative ed efficienti e di strumenti manageriali che consentano un miglioramento continuo della loro attrattività. I porti possono contribuire significativamente alla ripresa economica e alla competitività di lungo termine delle aziende europee nei mercati mondiali, creando valore aggiunto e lavoro nelle regioni costiere dell’Europa. I porti ricopriranno un ruolo chiave nello sviluppo di una rete trans-europea (TEN-T) efficiente e sostenibile, favorendo le scelte di modalità di trasporto alternative e del trasporto multimodale. Questa è la ragione per cui la Politica di Coesione continuerà a supportare in maniera selettiva gli investimenti destinati ai sistemi portuali.
L’innovazione nei sistemi portuali può essere introdotta attraverso il ricorso a soluzioni ICT efficaci ed efficienti, come ad esempio i sistemi di gestione dell’informazione, sia per la gestione delle attività portuali sia per garantire l’integrazione tra porto e operatori territoriali, quali, in particolare, le aziende di trasporto. Quest’ultime offrono solitamente attività di trasporto su gomma a servizio del porto. Le soluzioni ICT sono generalmente adottate per rendere più efficienti le operazioni logistiche e come vantaggio competitivo per le PMI per avere accesso alle filiere di trasporto globale e internazionale. Nonostante ciò, le aziende considerano più importante l’individuazione di procedure armonizzate atte a favorire la conformità delle regolamentazioni e delle procedure portuali, che favoriscono il raggiungimento di economie di scala. In aggiunta, la mancanza di competenze e il rischio di obsolescenza degli investimenti limita l’uso di soluzioni tecnologiche nel settore dei trasporti. L’interoperabilità delle soluzioni tecnologiche può supportare le aziende nelle scelte di investimento, mentre le tecnologie ICT per la visibilità della filiera e lo scambio di informazioni possono favorire una migliore gestione delle risorse. Uno dei principali benefici che le tali strumenti possono portare agli operatori riguarda la facile accessibilità alle informazioni inerenti i servizi portuali e le prestazioni dell’intera area mediterranea. Ciò potrà dunque supportare gli operatori durante il processo di pianificazione delle strategie aziendali. Inoltre, l’uso degli strumenti informatici può aumentare la competitività delle piccole e medie imprese di trasporto e di produzione del mediterraneo, ma, per garantire il raggiungimento di risultati positivi, devono essere disponibili soluzioni tecnologiche facili da usare e in grado di supportare le procedure armonizzate con le autorità e creare la massa critica di trasporto ottimale.
Futuremed ha raccolto le sfide riguardanti la realizzazione di un sistema cloud di finestra unica, l’innovazione dei sistemi portuali e l’implementazione di soluzioni ICT nella gestione delle operazioni portoentroterra. Tali sfide saranno elaborate all’interno delle attività di progetto e i primi risultati saranno visibili nei prossimi mesi. Sarà adotto un approccio strutturato di coinvolgimento degli stakeholder, al fine di aumentare la consapevolezza, validare dati e conclusioni, e gettare le basi per la creazione di un Osservatorio permanente volto a sfruttare i risultati del progetto anche dopo la sua conclusione. All’interno del progetto, saranno sviluppati inoltre 5 progetti pilota, intesi come “laboratori” per sperimentare e validare le soluzioni. I primi risultati saranno presentati durante la seconda conferenza internazionale di progetto (“Opportunities and challenges for territorial integration of seaports: ict, infrastructures and services), che sarà tenuta a Valencia (Spagna) il giorno 27 marzo 2014.
Con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sull’area marittima del mediterraneo, Futuremed, insieme al progetto Mednet, ha organizzato la conferenza internazionale “Quale sarà il futuro dei sistemi portuali nel mediterraneo?”, tenutasi a Civitavecchia (Roma, Italia) il 10 maggio. La conferenza ha portato ad un intenso scambio di esperienze e di opinioni di esperti, elementi questi fondamentali per proiettare lo scenario futuro dell’area mediterranea, partendo dall’individuazione delle principali sfide e tendenze. Particolare attenzione è stata rivolta al ruolo delle dogane, alla cooperazione territoriale e alla competitività dei trasporti nelle PMI. Le dogane rappresentano un problema rilevante, in quanto controlli e tempi di viaggio ridotti sono spesso in conflitto tra loro. Infatti, se da un lato i controlli sono necessari per garantire la sicurezza e la salvaguardia dei cittadini e la protezione dell’economia nazionale, dall’altro tempi di transito sempre più rapidi sono fondamentali per migliorare i flussi commerciali ed aumentare la competitività aziendale. In tale contesto, caratterizzato da una forte frammentazione degli enti di controllo, delle procedure e dei documenti, risulta dunque fondamentale individuare un punto di equilibrio.
A tale scopo, a livello europeo risulta necessario attuare un intenso lavoro che favorisca, la cosiddetta e-Customs, intesa come approccio completamente digitale alle attività di sdoganamento, e la finestra unica doganale, ovvero un meccanismo che consenta di facilitare il dialogo tra amministrazioni e enti coinvolti nelle operazioni doganali. Nella maggior parte dei Paesi europei esistono già sistemi ed implementazioni. Il futuro vede quindi l’integrazione tra e-Customs, SafeSeaNet e port community systems nella cosiddetta Finestra Unica del Mare, come stabilito dalla direttiva 2010/65/EU. La finestra unica può essere intesa come un sistema “cloud”, orientato ad aumentare l’efficienza dei porti e conseguentemente la loro accessibilità, con effetti positivi anche sugli aspetti economici. In quest’ottica, risulta fondamentale un processo di innovazione dei sistemi portuali. L’analisi svolta a livello europeo evidenzia la presenza di un ampio potenziale di miglioramento in termini di crescita ed occupazione dei settori marittimi. I porti garantiscono la continuità territoriale dell’Unione Europea, favorendo il traffico marittimo regionale e locale con le aree marginali e con le isole. Essi rappresentano i nodi logistici in cui vengono organizzati i flussi modali della rete transeuropea, favorendo, ove possibile, l’uso di spedizioni marittime di breve distanza, il trasporto ferroviario e fluviale, per minimizzare la congestione stradale e il consumo energetico. Molte sono le sfide che i porti devono affrontare.
Per poter ricoprire il ruolo di centro multi-modale, sarà necessario disporre di connessioni cross-modali innovative ed efficienti e di strumenti manageriali che consentano un miglioramento continuo della loro attrattività. I porti possono contribuire significativamente alla ripresa economica e alla competitività di lungo termine delle aziende europee nei mercati mondiali, creando valore aggiunto e lavoro nelle regioni costiere dell’Europa. I porti ricopriranno un ruolo chiave nello sviluppo di una rete trans-europea (TEN-T) efficiente e sostenibile, favorendo le scelte di modalità di trasporto alternative e del trasporto multimodale. Questa è la ragione per cui la Politica di Coesione continuerà a supportare in maniera selettiva gli investimenti destinati ai sistemi portuali.
L’innovazione nei sistemi portuali può essere introdotta attraverso il ricorso a soluzioni ICT efficaci ed efficienti, come ad esempio i sistemi di gestione dell’informazione, sia per la gestione delle attività portuali sia per garantire l’integrazione tra porto e operatori territoriali, quali, in particolare, le aziende di trasporto. Quest’ultime offrono solitamente attività di trasporto su gomma a servizio del porto. Le soluzioni ICT sono generalmente adottate per rendere più efficienti le operazioni logistiche e come vantaggio competitivo per le PMI per avere accesso alle filiere di trasporto globale e internazionale. Nonostante ciò, le aziende considerano più importante l’individuazione di procedure armonizzate atte a favorire la conformità delle regolamentazioni e delle procedure portuali, che favoriscono il raggiungimento di economie di scala. In aggiunta, la mancanza di competenze e il rischio di obsolescenza degli investimenti limita l’uso di soluzioni tecnologiche nel settore dei trasporti. L’interoperabilità delle soluzioni tecnologiche può supportare le aziende nelle scelte di investimento, mentre le tecnologie ICT per la visibilità della filiera e lo scambio di informazioni possono favorire una migliore gestione delle risorse. Uno dei principali benefici che le tali strumenti possono portare agli operatori riguarda la facile accessibilità alle informazioni inerenti i servizi portuali e le prestazioni dell’intera area mediterranea. Ciò potrà dunque supportare gli operatori durante il processo di pianificazione delle strategie aziendali. Inoltre, l’uso degli strumenti informatici può aumentare la competitività delle piccole e medie imprese di trasporto e di produzione del mediterraneo, ma, per garantire il raggiungimento di risultati positivi, devono essere disponibili soluzioni tecnologiche facili da usare e in grado di supportare le procedure armonizzate con le autorità e creare la massa critica di trasporto ottimale.
Futuremed ha raccolto le sfide riguardanti la realizzazione di un sistema cloud di finestra unica, l’innovazione dei sistemi portuali e l’implementazione di soluzioni ICT nella gestione delle operazioni portoentroterra. Tali sfide saranno elaborate all’interno delle attività di progetto e i primi risultati saranno visibili nei prossimi mesi. Sarà adotto un approccio strutturato di coinvolgimento degli stakeholder, al fine di aumentare la consapevolezza, validare dati e conclusioni, e gettare le basi per la creazione di un Osservatorio permanente volto a sfruttare i risultati del progetto anche dopo la sua conclusione. All’interno del progetto, saranno sviluppati inoltre 5 progetti pilota, intesi come “laboratori” per sperimentare e validare le soluzioni. I primi risultati saranno presentati durante la seconda conferenza internazionale di progetto (“Opportunities and challenges for territorial integration of seaports: ict, infrastructures and services), che sarà tenuta a Valencia (Spagna) il giorno 27 marzo 2014.
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