Ha avuto luogo a Milano, presso la sede di Gi Group, adiacente alla Stazione Centrale, il primo convegno organizzato dalla neocostituita "Tavola Rotonda" per Italia e Svizzera Italiana di CSCMP, associazione americana di nascita ma diffusa in tutto il mondo, nata nel 1963 come luogo di incontro e condivisione per i professionisti della supply chain.
Ed è proprio questo lo spirito specifico e originale di questa realtà, che non vuole essere, come chiarito da Giuseppe Boschi, Presidente Onorario Italy and Italian Switzerland Round Table, nella sua introduzione, una nuova associazione di logistica che si sovrappone a quelle esistenti. L'idea è infatti non quella di formare un'associazione di logistica erogatrice di servizi alle imprese, bensì un luogo di condivisione di esperienze, competenze, spunti utili ad una professione che è sempre più complessa: un ruolo pertanto nient'affatto alternativo a quello delle altre realtà associative, bensì pienamente complementare. L'obiettivo di questo gruppo di persone è proprio quello di comporre una piattaforma di scambio di pratiche e competenze a beneficio del settore, in termini estremamente concreti e pragmatici. La Round Table Italiana del CSCMP si propone insomma come luogo d'incontro dei professionisti della Supply Chain per scambiarsi conoscenze ed esperienze, collaborare a progetti di interesse comune, offrire e trovare opportunità di lavoro.
Fra le particolarità del CSCMP, prosegue Igino Colella, Presidente della Round Table Italy e Partner di Achieve Global, non vi è solo la consuetudine di riunire annualmente i professionisti della supply chain – ultimo incontro a settembre a San Diego – ma anche quella di avere un focus specifico sull'innovazione. A tal fine anche assegna un premio specifico all'innovazione, proprio per stimolare e promuovere idee nuove di cui c'è molto bisogno nel settore. Per esempio quest'anno il premio è stato conferito ad un'azienda canadese per un sistema di pallettizzazione intelligente e automatica, che interpreta le dimensioni sempre diverse dei colli misti per comporre un pallet di dimensioni standard. Altri, un'azienda di produzione, hanno ideato un sistema di previsione della domanda via machine learning per la previsione del bisogno di parti di ricambio nel servizio tecnico. L'idea è che l'innovazione sia uno degli strumenti cardine per consentire alle piccole e medie imprese di competere su un panorama di cui non possono fissare le regole: devono solo combattere, e possibilmente con le armi più efficaci.
Ancora da San Diego emergono indicazioni strategiche sullo stato dell'outsourcing logistico, fra luci e ombre, sfide e opportunità. A beneficio del comparto per esempio il CSCMP ha compilato una sorta di scheda di valutazione operativa da cui le aziende possono capire il proprio grado di maturità e prendere provvedimenti, punto per punto.
L'idea di introdurre nuovi modelli di gestione della supply chain è stata proposta da Enrico Camerinelli, Vice Presidente della Round Table Italy, United Nations Economic Commission for Europe, con la descrizione di una tesi di laurea discussa all'Università Tor Vergata nella quale si definisce un modello di calcolo – denominato EVA - che descrive la correlazione fra gli elementi economici legati alla supply chain e la situazione finanziaria dell'azienda, insomma fra supply chain e bilancio aziendale. In questo modo si possono modificare i parametri sul lato operations, per poter ottenere un effetto positivo sull'andamento dell'azienda nel suo complesso. Il modello permette di stabilire KPI operativi a cui far corrispondere KPI finanziari. Il supply chain manager insomma può cominciare a parlare la lingua del valore: non ha più il compito di tagliare i costi, bensì quello di creare valore all'interno dell'azienda.
Il punto di vista della terziarizzazione è stato offerto da Marco Covarelli, Board Member RT Italy e Amministratore Delegato di ManHandWork. La crisi dell'industria e comunque un mercato in continua evoluzione – io lo chiamo, afferma Covarelli, un magazzino su ruote, intendendo con questo una struttura in grado di muoversi e di cambiare in continuo a seconda delle mutate esigenze – hanno portato la classica dicotomia fra fornitura di personale e gestione del servizio; oggi chi ha la responsabilità di un appalto che comprende la fornitura di personale deve essere in grado non solo di gestire il personale nel rispetto della legge, ma anche quello di fornire un servizio logistico vero e proprio e un quadro di competenze complete su flussi logistici e processi allo stato dell'arte.
Sempre in tema di lavoro e gestione delle persone, ha preso la parola Giuseppe Mandurino, Board Member della Round Table, e Business Manager Gi On Board di Gi Group Company. Di grande interesse il quadro, anche terminologico, legate all'outsourcing di un servizio, che si può distinguere in somministrazione, outsourcing diretto o outsourcing a terzi. L'idea è che l'outsourcing debba essere utilizzato come uno strumento positivo di ricerca della competitività del lavoro e di condivisione di risultati operativi, ma questi devono nascere dalla condivisione di competenze e obiettivi, non dal taglio indiscriminato e illegale di quanto spetta ai dipendenti come retribuzione e contribuzione. L'azienda a cui viene affidato l'outsourcing inoltre è soggetta a pene molto severe in termini economici per situazioni di illegalità e attenzione: le aziende committenti ne sono pienamente implicate per la responsabilità solidale che hanno con i propri fornitori. A tal fine, il CSCMP che vuole costruire un metodo di lavoro che permetta agli associati di avere un costante confronto con professionisti del settore per ottenere tutte le informazioni aggiornate per gestire in modo corretto questa delicata materia.
La mattinata è poi proseguita con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato (in ordine di presenza sul tavolo da sinistra a destra) Giuseppe Mandurino, Marco Covarelli, Luca Brandellero (Rinascente), Igino Colella, Andrea Redaelli (Hugo Boss), Luca Priori (Composad), Paolo Rangone (già Carrefour, dal 15 dicembre comincia una nuova sfida sempre nella supply chain) e Pierluigi Ferri (Studio legale Faotto-Tricarico). La voce degli operatori ha portato ai presenti una serie di stimoli concreti, derivanti dalla pratica maturata in vari ambiti dell'industria. Una nota di particolare umanità è stata quella fornita da Paolo Rangone che ha segnalato il divario fra un'età pensionabile sempre più lontana e il lavoro di logistica, che è faticoso e usurante. Si tratta di un aspetto delicato che chi fornisce lavoro o chi richiede lavoro per fornire un servizio di logistica dovrà considerare sempre più attentamente. Da un punto di vista più formale si richiama un obbligo vero e proprio ad una costante vigilanza sulla qualità del servizio – una mentalità che, fortunatamente, si sta diffondendo sempre più -, che per le aziende dovrà essere gestita in modo parallelo ad una giusta esigenza di delegare ad altri compiti, oneri e responsabilità operative. Covarelli inoltre ha segnalato la questione multietnica: la quasi totalità delle persone che lavorano nei nostri magazzini ormai è extracomunitaria, con una dozzina di etnie diverse, e certamente questo introduce una notevole complessità dovuta non solo ad una semplice questione di comunicazione, ma anche alla possibilità che gruppi di persone diverse abbiano competenze diverse e che a questi si debbano sovrapporre i nostri compiti e le nostre esigenze. L'importanza e la strategicità di un'ottica di filiera è inoltre stata richiamata come opportunità per una maggior efficienza di processi, evitando però i pericoli di un eccesso di servizio, come richiamato anche in riferimento, per esempio alla distribuzione alle farmacie: l'idea insomma è sempre quella di introdurre, ovunque, un concetto di KPI, cioè di misurazione fra il costo di un'azione o meglio fra lo sforzo che questa comporta a livello economico per l'azienda, e i risultati effettivi che questo sforzo consente di ottenere. Può emergere dunque che vi siano livelli di efficienza più che adeguati conseguibili attraverso una giusta commisurazione fra costi e benefici.
Per informazioni, il sito da consultare è www.cscmp.org