Si è svolto presso Fiera Milano il Forum Internazionale della Logistica e dell’Autotrasporto, un appuntamento di rilievo – divenuto ormai tradizione negli anni in cui Transpotec non è in programma – per capire le tendenze più significative del settore e confrontarsi, fra addetti ai lavori, sulle problematiche più urgenti. Organizzato da Fiera Milano in collaborazione con la rivista Vie&Trasporti, l’incontro, dal titolo “Siamo Sistema. Autotrasporti, interporti, logistica: verso una grande integrazione”, l’incontro ha proposto una serie di tavole rotonde, che hanno portato aziende, istituzioni, associazioni e soprattutto le diverse modalità di trasporto, ad un confronto aperto sulle opportunità per il settore.
Ne è emersa una parola chiave e una sorta di fil rouge che ha attraversato tutta la mattinata, che a nostro avviso segna un po’ una svolta rispetto agli argomenti che normalmente vediamo trattati in appuntamenti di questo tipo. Si è parlato, a lungo e con argomenti diversi, di tutto ciò che può comportare integrazione, sistema, visione strategica del settore logistica, in grado di mettere insieme non solo anelli diversi di supply chain sempre più complesse, ma soprattutto modalità diverse di trasporto e di organizzazione logistica.
Spunti interessanti in questo senso si sono generati in ognuna delle quattro sessioni “tematiche”. La prima era dedicata all’analisi della situazione attuale e alla ricerca di alternative oggi possibili nel mondo della logistica in generale. La seconda sessione puntava i riflettori sulle infrastrutture e sul ruolo cruciale che esse ricoprono per lo sviluppo e la competitività dell’autotrasporto. La terza si concentrava sui veicoli industriali, sulla loro evoluzione tecnologica e sulle prospettive del loro sviluppo in un sistema in cui il trasporto “su gomma” è ancora strategico per lo spostamento delle merci. Infine, la quarta sessione analizzava le prospettive possibili, identificando gli scenari futuri tra tendenze, istanze e ipotesi degli esperti.
Vediamo ancora meglio le parole chiave che sono emerse dalla giornata. Innanzitutto, l’idea del fare sistema, spesso ripetuta, è particolarmente significativa, perché nulla come la logistica ha necessità di considerare i flussi come un tutto integrato. E nulla come la frammentazione fra sistemi, modalità o contesti diversi ha rallentato invece lo sviluppo pieno di un comparto logistica, o meglio, ha privato le nostre industrie di quella che potrebbe essere la più potente delle alleate. In tal senso le parole di Paolo Gandolfi, della IX Commissione - Trasporti Poste e Telecomunicazioni - Camera dei Deputati, hanno confermato quest’ottica. «Avete centrato un punto: il fatto di cercare di unire il mondo del trasporto con gli altri elementi del flusso logistico, di mettere insieme parti che finora sono risultate frammentate» ha infatti concluso l’on. Gandolfi. «A tal fine, la mia idea è che di logistica, come di porti o interporti, non dovrebbe trattare una singola legge, per quanto ben scritta. Tutto questo dovrebbe afferire ad un livello superiore, un piano generale del governo, una strategia di appartenenza e di competenza dell’intero Paese. Riportare il piano logistico a livello centrale, di governo, è importante ed è qualcosa su cui stiamo lavorando, si sta vedendo un percorso in questo senso. E ci aiuta a scegliere bene soprattutto considerando la difficoltà nel reperire le risorse: avere un indirizzo forte significa sapere che i pochi soldi che possiamo spendere, li possiamo spendere bene».
Altrettanto collaborative sono apparse le altre forze in gioco, coinvolte nel dibattito. «La ferrovia è pronta al matrimonio con il camion» ha affermato ad esempio Guido Porta, Vice Presidente FerCargo e Presidente delle Imprese Ferroviarie InRail e FuoriMuro. «Logistica significa ottimizzazione dei diversi sistemi e modalità di trasporto, un'integrazione necessaria se la logistica stessa vuole continuare a essere il motore di sviluppo che è sempre stata dai tempi dell'impero romano fino al boom cinese dei giorni nostri». Porta ha quindi delineato gli elementi di positività emersi nel quadro di riferimento nazionale e nell'ambito del lavoro associativo: dagli importanti investimenti di RFI nella rete ad alta velocità e alta capacità, nata anche per il traffico cargo, fino ai numerosi tavoli di lavoro che hanno come obiettivo la maggior efficienza del sistema ferroviario.
Ferrovia, quindi intermodalità e soprattutto sostenibilità: «La logistica e l’autotrasporto non possono più rimandare la scelta della sostenibilità e dell’intermodalità», sostiene Antonio Malvestio, Presidente del Freight Leaders Council. L’indicazione è contenuta anche nel Quaderno 25 sulla sostenibilità ambientale del trasporto e della logistica, frutto del lavoro condiviso di rappresentanti istituzionali, imprenditoriali e del mondo scientifico, coordinati dal Presidente Malvestio. «La sostenibilità deve diventare un’ossessione» ha spiegato il Presidente del FLC. «I cambiamenti climatici sempre più rapidi stanno richiamando l’attenzione di tutti. Chi si occupa di trasporti e logistica sarà presto nell’occhio del ciclone. Mentre tutte le filiere hanno lavorato per il miglioramento dell’impronta ambientale riducendo la produzione di gas serra, i trasporti sono rimasti indietro. Con il trend attuale, saranno presto (tra il 2020 ed il 2030) responsabili per il 50% della produzione mondiale di CO₂. Di questa, il 60% per il trasporto delle persone ed il 40% per il trasporto delle merci. Migliorare drasticamente l’impronta ambientale del trasporto e delle aree adiacenti alla logistica è possibile ed è a portata di mano. Costituisce anche un risparmio, in quanto diminuire la produzione di CO₂ elimina gli sprechi. Occorre, però, decidere di non improvvisare e di seguire una pianificazione rigorosa». A tal fine la pubblicazione individua sei azioni strategiche per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità, ma anche dell’intermodalità e dell’integrazione. Ecco i sei passi da fare subito: imporre per legge il calcolo delle emissioni prodotte attraverso il trasporto delle merci. Lanciare un piano nazionale per sostituire progressivamente i combustibili fossili con fonti a ridotto impatto ambientale: LNG e bio carburanti. Accelerare il rilancio dell’intermodalità ferroviaria e lo sviluppo della smart mobility, incidendo anche sulla cultura manageriale dei committenti fino a prevedere un sistema premiale per i trasporti più lenti e rendere visibile lo sforzo delle aziende verso una migliore sostenibilità dei servizi di trasporto delle merci.
Il settore dell’autotrasporto tuttavia non sta a guardare: anzi, come sostenuto da Thomas Baumgartner, presente in veste di Presidente di Anita, il settore dei veicoli industriali e del trasporto su gomma ha compiuto importanti passi avanti, in termini di avanzamento tecnologico, di riduzione delle emissioni nocive e della rumorosità, di aumento della sicurezza. Vista l’indubbia strategicità del trasporto su gomma sia a livello locale, che ancor oggi a livello internazionale, questo sforzo da parte del comparto andrebbe riconosciuto sia dalla politica, che anche dall’opinione del pubblico, che tende ad addossare al trasporto stradale tutti i mali del settore.
Altrettanto interessante l’intervento dei gestori autostradali, Maura Tina Carta, Presidente di Milano Serravalle Milano Tangenziali e di Ugo Dibennardo, Direttore Operation e Coordinamento Territoriale ANAS, che stanno incrementando l’offerta di servizi immateriali e ad alto valore aggiunto da offrire a coloro che indubbiamente risultano essere i maggiori utenti delle autostrade, cioè i trasportatori. Si va quindi dalla trasformazione delle Case Cantoniere in punti informativi alla possibilità di offrire agli autisti applicazioni smart di condivisione dei dati sul traffico, sui lavori in corso e così via, grazie anche all’adeguamento della rete Wi-Fi nelle aree di sosta. E a proposito di aree di sosta, Paolo Ferrandino, Segretario Generale di Assoporti, propone, in luogo della “chiusura” acritica di parte dei porti italiani, una severa analisi della loro destinazione d’uso, perché i porti sono numerosi ma non sono tutti uguali e non devono per forza mirare agli stessi obiettivi. Anche questi devono essere visti come nodi strategici di una rete complessa: «se ben integrati con la rete dell'autotrasporto, potrebbero anzi aiutare a recuperare le carenze delle infrastrutture di terra, offrendo agli autotrasportatori spazi di sosta e di servizio a valore aggiunto, sia digitali che di supporto materiale».
L’idea di fondo insomma è che la logistica si possa oggi costruire su basi più solide, composte non solo dall’integrazione fra modalità e nodi diversi, ma anche da un progresso tecnologico che deve essere protagonista anche in questo settore e che servirà a portare intelligenza dove è più necessaria. Non solo nei settori tradizionali, ma anche e soprattutto in quelli più innovativi, come il filone e-commerce che viene citato come una delle sfide principali che attende le aziende di logistica ma anche gli ambienti urbani e tutto il settore delle infrastrutture. Non a caso il quaderno 26 del FLC di prossima pubblicazione - anticipa Malvestio - sarà dedicato proprio all’e-commerce.
Appuntamento, infine, a Transpotec 2017, la manifestazione che si terrà a Veronafiere dal 22 al 25 febbraio 2017, dove questi temi saranno ulteriormente sviluppati.