Si è tenuto il 31 maggio il convegno “Pharma Logistic 4.0: quali sfide per le altri filiere?”, promosso dalla LIUC – Università Cattaneo, in collaborazione con Columbus Logistics.
Il convegno ha aperto la nuova edizione del percorso formativo “LIUC & Columbus Logistics Workshops”, costituito da quattro sessioni di lavoro e pensato per direttori logistici e responsabili della supply chain interessati ad apprendere metodologie innovative attraverso esperienze di successo, confrontandosi con relatori di estrazione accademica e aziendale.
Obiettivo dell’incontro era quello di analizzare le nuove sfide che si troveranno ad affrontare aziende farmaceutiche, distributori intermedi e operatori logistici nei prossimi 5 anni, valutando quali best practice siano esportabili verso le altre filiere. Protagonisti del dibattito sono stati gli esponenti di aziende del settore come Bayer, Pfizer, Recordati, AFI e QuintilesIMS; aziende di altri settori, come Royal Canin, Vivisol, sono state inoltre coinvolte col fine di mettere in luce criticità e soluzioni condivisibili nella gestione della supply chain. Attraverso gli interventi susseguitisi sono quindi state analizzate le esigenze che la logistica del pharma presenta oggi: tracciabilità, sicurezza, efficienza dei trasporti e, non ultimo, la necessità di dedicare attenzioni concrete al paziente.
Gli attori del settore si trovano quindi a dover proporre servizi sempre più personalizzati e in grado di unire affidabilità e innovazione. Verso questo orizzonte si orienta il progetto di TaiLorgistics, presentato dalla Pfizer, che vede al centro dell’organizzazione del lavoro le esigenze del cliente e, soprattutto, quelle del paziente che dovrà usufruire dei farmaci.
Altro tratto decisivo della filiera è costituito dalla digitalizzazione, realtà in costante affermazione e che comporta una più efficace condivisione di dati e informazioni tra i vari nodi della catena. Tuttavia gli esperti sottolineano come siano ancora necessarie implementazioni ai sistemi oggi in uso, al fine di ottimizzare i processi a favore di una chiara tracciabilità dei prodotti. Basato sulla digitalizzazione è il progetto della Bayer, diretto allo sviluppo di una piattaforma collaborativa per la gestione della supply chain e diventato un mezzo di incontro e confronto ben oltre i confini aziendali.
Durante l’evento sono stati inoltre presentati i risultati dello studio svolto dall’Ateneo: “Supply chain in Italia. Modelli distributivi e strategie di outsourcing”. La ricerca ha sottolineato come l’adozione delle nuove regole per la conservazione e il trasporto dei farmaci, unitamente all’avvento della serializzazione sulle singole confezioni, richiedano un ripensamento dei processi produttivi e logistici, nonché delle scelte di outsourcing.
Pur trattandosi di un settore il cui valore è molto considerevole, stimato intorno ai 17 milioni di euro, questo non può articolarsi esclusivamente secondo la logica economica del profitto, tipica delle aziende, ma deve tenere ben presenti quelli che sono gli obblighi legati alla partecipazione al sistema di “tutela della salute”. Per questo i vari attori devono agire e scegliere strategie che rispettino le normative vigenti e che non mettano in secondo piano gli obiettivi più sensibili di questo settore. Produttori, depositari e grossisti sono quindi alla costante ricerca di aree di ottimizzazione e collaborazione, al fine di garantire la massima disponibilità al cliente-paziente.