Con oltre cento professionisti presenti presso il centro convegni di GiGroup, ha avuto un esito largamente positivo il workshop dedicato alla diffusione della tecnologia Blockchain per la gestione della supply chain, organizzato dalla Italy Roundtable di CSCMP, in collaborazione con la redazione e le testate di Editrice Temi – Impresa Sanità e Logistica Management.
Introdotto da Igino Colella ed Enrico Camerinelli, rispettivamente presidente e vicepresidente della Italy Roundtable di CSCMP, l'incontro ha voluto rispondere al crescente interesse che questo tema riscuote anche presso i manager dell'area logistica e operations. Nata in una nicchia specifica - talvolta oscura per i non addetti ai lavori - quale il circuito dei bitcoin e la conseguente necessità di autenticazione per finalità di tipo finanziario, la tecnologia Blockchain risulta altrettanto interessante in un contesto di supply chain complessa e distribuita a livello mondiale, dove rappresenta una soluzione per effettuare scambi reciproci che non un'autorità designata, bensì in modo condiviso ed equo fra tutti gli anelli della catena. Un modello di tipo “sharing” che, nel caso dei bitcoin è già realtà, ma nel contempo ha cominciato a destare l'interesse da parte di altri settori per i vantaggi che potrebbe comportare.
Nella prima parte della mattinata, hanno preso la parola i partner dell'evento, a partire da Alessandro Zamboni, Chairman & Managing Partner, The AvantGarde Group, che ha sottolineato l’opportunità da parte delle aziende di chiarire adeguatamente l’obiettivo di business che potrebbe essere soddisfatto dalla Blockchain, andando successivamente a definire i requisiti in termini di tecnologia, di compliance e di persone. Anche Mauro Giorgi, Senior Vice President di NTT Data, rileva l'enorme interesse che riscuote questa tecnologia, anche se, allo stato attuale, la situazione è ancora di grande frammentazione; anche per questo è necessario non perdere di vista le sue caratteristiche strutturali in modo da indirizzare adeguatamente le applicazioni che ne possano trarre vantaggio. Fra queste si può citare il progetto destinato al largo consumo e avviato in collaborazione con GS1, come riferito da Pierluigi Montanari, Supply Chain Expert di GS1 CH, sintetizzato come "GS1 Chain", che sta per GS1 EPCIS + Blockchain.
In seguito hanno preso la parola Simone Longo e Giacomo Russo, rispettivamente Business Consultant e Technical Leader practice Blockchain di Reply, il cui percorso di ricerca e sviluppo ha generato un approccio finalizzato a riunire diverse tipologie di applicazioni in un framework unico e coerente. Nella presentazione di Reply si fa riferimento ad un concetto che risulta essenziale per un utilizzo della Blockchain adeguato alle finalità della supply chain: la possibilità di identificare univocamente l'oggetto o il bene scambiato. Un aspetto fondamentale anche secondo Emanuele Bertoli, CMO di 1Trueid, che propone un sistema standard per l'attribuzione a un qualsiasi prodotto di un'identità certa, alla quale la Blockchain aggiunge incontrovertibilità e visibilità lungo tutta la supply chain, rafforzando dunque tutte quelle che sono le caratteristiche del prodotto e aprendo un efficace canale di marketing con il cliente.
Per commentare questi temi si è riunita una consistente tavola rotonda, alla quale hanno partecipato Maria Laura Comito (Direzione Centrale Tecnologie per l'Innovazione, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), Paolo Fontana (Credit Risk Senior Manager, Samsung Electronics Italia Spa), Marco Forzani (Business Strategy & Development Director, Binda Italia), Fausto Jori (Practice Leader e Direttore Competence Center Blockchain di Reply), Daniele Meldolesi (Direttore Generale di Cargill), Andrea Redaelli (Principal Corporate Project and Portfolio Management, Hugo Boss) e Michele Simbula (Business Manager di Logistic Company), oltre ai già citati Emanuele Bertoli, Mauro Giorgi e Alessandro Zamboni, incalzati dalle domande dei responsabili di CSCMP e in seguito da quelle del pubblico.
Le opinioni espresse via via hanno chiarito una fotografia che non è immediatamente facile da interpretare. Secondo Fausto Jori di Reply, ad esempio, la Blockchain oggi ha tanto in comune con Internet. Non solo per questo stupore iniziale che suscita - stupore che deve diventare al più presto interesse concreto – ma anche per il suo essere una soluzione già standardizzata, al pari dei formati Http o html che siamo soliti utilizzare ogni giorno. Come Internet è diventato parte integrante dei nostri processi quotidiani, così potrebbe essere la Blockchain: l'imperativo è quindi "hands on", sperimentare queste soluzioni per capire quali potrebbero essere i benefici per le nostre supply chain.
Secondo concetto importante, il collegamento fra un identificativo univoco, in grado di identificare in modo certo e permamente un qualsasi oggetto, e la Blockchain, grazie al quale l'oggetto identificato riceve da questa la sicurezza e la garanzia su tutti i suoi movimenti; in altri termini si raggiunge in questo modo un doppio livello di sicurezza, sull'oggetto stesso e sui suoi passaggi di stato. Un aspetto strategico, se consideriamo che le attuali supply chain sono sempre più lunghe e complesse. La Blockchain infatti non è un database che raccoglie i dati di "contenuto" dell'oggetto, bensì una rete che ne certifica tutti i passaggi, grazie al collegamento con un semplice "puntatore" all'oggetto stesso.
Dall'altro lato del tavolo, i rappresentanti dell'industria, della logistica e dell'Agenzia delle Dogane, hanno da un lato recepito spunti e opportunità, dall'altro espresso le proprie esigenze o perplessità su quella che potrebbe essere la fisiomia della supply chain dal punto di vista della Blockchain. Un dialogo estremamente vivace e che è andato a coinvolgere fronti di innovazione diversi, dall'efficienza logistica al dialogo di marketing con il cliente, passando per concetti come Internet of Things e Smart Contract, e che certamente verranno approfonditi via via sui nostri canali.
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