18-06-2021
Tracciabilità di materie prime e prodotti finiti e trasparenza della filiera sono i pilastri portati di tre progetti di economia circolare nel settore fashion&luxury presentati nel corso del webinar “Filiere moda trasparenti e sostenibili, il ruolo della tracciabilità e le tecnologie blockchain”, organizzato da R2B Research to business, Clust-er Create e Clust-er Innovate in collaborazione con Enea Cross-Tec e con il supporto della fondazione Democenter. Al centro del dibattito, l’uso della tecnologia blockchain come garante di autenticità dei dati lungo la filiera, al fine di ottenere una tracciabilità 100% trusted e condivisa dagli attori della filiera. Ma è davvero così semplice?
«È crescente la spinta del consumatore – afferma in apertura Piero De Sabbata di Enea Cross-Tec nonché moderatore dell’incontro - verso l’acquisto di prodotti sostenibili e che garantiscano la trasparenza dei cicli produttivi. Da qui l’aumento dei fenomeni di green washing, in cui affermazioni di sostenibilità dei cicli produttivi e dei componenti dei prodotti trovano difficoltà ad avere riscontri oggettivi, e la presenza di relazioni lungo le filiere sottoposte a pressioni per certificare e garantire la sostenibilità dei propri prodotti e processi. D'altro canto la circolarità della produzione, quindi il riuso a fine vita, richiede il controllo del processo e del materiale per essere efficace. Le tecnologie blockchain sono uno dei possibili supporti tecnologici per assicurare la raccolta di informazioni e la verificabilità di claim di sostenibilità. In questo incontro, ascolteremo tre esperienze in corso ed il loro approccio all’utilizzo delle tecnologie blockchain in ambito industriale per filiere sostenibili e trasparenti volte alla crescita dell'economia circolare».
Tracciabilità e trasparenza non sono sinonimi
Il primo a prendere la parola è Heinz Zeller di Hugo Boss fashion industry che prima di parlare dei progetti sostenibili intrapresi dal brand lancia alcune provocazioni: siamo davvero sicuri che la blockchain da sola sia sufficiente a garantire la veridicità della filiera? E poi trasparenza e tracciabilità sono entrambi obiettivi nobili, ma ben diversi: la prima si ferma ad un livello superficiale di analisi, mentre la seconda scende maggiormente nel dettaglio, attraverso l’analisi dei processi e dei prodotti. Detto questo, siamo davvero sicuri che quelli che sentiamo siano tutti progetti con alla base la tecnologia blockchain, decisamente costosa e ancora poco diffusa? Detto questo, da qualche anno Hugo Boss ha aderito al progetto della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, volto a rafforzare tracciabilità e trasparenza lungo tutta la filiera della moda con finalità di economia circolare, grazie all’impiego di tecnologie varia, tra cui la blockchain.
«È crescente la spinta del consumatore – afferma in apertura Piero De Sabbata di Enea Cross-Tec nonché moderatore dell’incontro - verso l’acquisto di prodotti sostenibili e che garantiscano la trasparenza dei cicli produttivi. Da qui l’aumento dei fenomeni di green washing, in cui affermazioni di sostenibilità dei cicli produttivi e dei componenti dei prodotti trovano difficoltà ad avere riscontri oggettivi, e la presenza di relazioni lungo le filiere sottoposte a pressioni per certificare e garantire la sostenibilità dei propri prodotti e processi. D'altro canto la circolarità della produzione, quindi il riuso a fine vita, richiede il controllo del processo e del materiale per essere efficace. Le tecnologie blockchain sono uno dei possibili supporti tecnologici per assicurare la raccolta di informazioni e la verificabilità di claim di sostenibilità. In questo incontro, ascolteremo tre esperienze in corso ed il loro approccio all’utilizzo delle tecnologie blockchain in ambito industriale per filiere sostenibili e trasparenti volte alla crescita dell'economia circolare».
Tracciabilità e trasparenza non sono sinonimi
Il primo a prendere la parola è Heinz Zeller di Hugo Boss fashion industry che prima di parlare dei progetti sostenibili intrapresi dal brand lancia alcune provocazioni: siamo davvero sicuri che la blockchain da sola sia sufficiente a garantire la veridicità della filiera? E poi trasparenza e tracciabilità sono entrambi obiettivi nobili, ma ben diversi: la prima si ferma ad un livello superficiale di analisi, mentre la seconda scende maggiormente nel dettaglio, attraverso l’analisi dei processi e dei prodotti. Detto questo, siamo davvero sicuri che quelli che sentiamo siano tutti progetti con alla base la tecnologia blockchain, decisamente costosa e ancora poco diffusa? Detto questo, da qualche anno Hugo Boss ha aderito al progetto della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, volto a rafforzare tracciabilità e trasparenza lungo tutta la filiera della moda con finalità di economia circolare, grazie all’impiego di tecnologie varia, tra cui la blockchain.

Negli ultimi anni, Hugo Boss si è impegnato nella ricerca di metodi di produzione e finitura della lana più ecologici, che l’hanno portato alla creazione della nuova collezione capsule “Lana tracciabile Boss”.
I nuovi modelli sono stati creati con la garanzia che l'intero processo produttivo è controllato e tracciato nei minimi dettagli: dall'origine della lana al prodotto finito. La lana usata per questa collezione, infatti, proviene da allevatori certificati che rispettano i più elevati standard di tutela degli animali. Ma non è tutto, perché per raggiungere questo livello di tracciabilità della filiera, è necessaria la collaborazione coi propri fornitori. Infatti, la lana utilizzata dal brand del lusso viene preparata, tinta e lavorata in Italia dai tessitori di Reda, iconica azienda a conduzione familiare sinonimo di eccellenza. REDA, partner di Hugo Boss da oltre 30 anni, che assicura la tracciabilità di ogni fase del processo produttivo. Inoltre, Hugo Boss collabora con altri partner come il Gruppo Marzotto, che condivide valori simili, assicura gli stessi standard di qualità elevati e adotta linee guida etiche.
Il progetto Trick
Alessandro Canepa di Fratelli Piacenza ha invece parlato di Trick, iniziativa incentrata anch’essa sulla tracciabilità per la circolarità nella filiera del prodotto di fascia alta. Tracciare materiali, attività e logistica significa essere più rapidi ed efficienti nel rispondere alle richieste del mercato evitando sprechi e ritardi ma anche assicurare qualità e sicurezza dei prodotti, dalle lavorazioni a monte al consumatore. Per le piccole e medie imprese italiane ed europee è stato avviato un progetto europeo di tracciabilità basato sulla blockchain che si inserisce nel programma europeo Horizon 2020. E il coordinamento è tutto italiano. Nel Progetto Trick, infatti, coordinato dal Lanificio Fratelli Piacenza, sono ventotto in tutto i soggetti coinvolti tra enti, associazioni e aziende con una nutrita partecipazione italiana. Oltre a Piacenza, partecipano a questo progetto Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie), CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), Holonix, Politecnico di Milano e Agenzia Delle Dogane italiana.
I nuovi modelli sono stati creati con la garanzia che l'intero processo produttivo è controllato e tracciato nei minimi dettagli: dall'origine della lana al prodotto finito. La lana usata per questa collezione, infatti, proviene da allevatori certificati che rispettano i più elevati standard di tutela degli animali. Ma non è tutto, perché per raggiungere questo livello di tracciabilità della filiera, è necessaria la collaborazione coi propri fornitori. Infatti, la lana utilizzata dal brand del lusso viene preparata, tinta e lavorata in Italia dai tessitori di Reda, iconica azienda a conduzione familiare sinonimo di eccellenza. REDA, partner di Hugo Boss da oltre 30 anni, che assicura la tracciabilità di ogni fase del processo produttivo. Inoltre, Hugo Boss collabora con altri partner come il Gruppo Marzotto, che condivide valori simili, assicura gli stessi standard di qualità elevati e adotta linee guida etiche.
Il progetto Trick
Alessandro Canepa di Fratelli Piacenza ha invece parlato di Trick, iniziativa incentrata anch’essa sulla tracciabilità per la circolarità nella filiera del prodotto di fascia alta. Tracciare materiali, attività e logistica significa essere più rapidi ed efficienti nel rispondere alle richieste del mercato evitando sprechi e ritardi ma anche assicurare qualità e sicurezza dei prodotti, dalle lavorazioni a monte al consumatore. Per le piccole e medie imprese italiane ed europee è stato avviato un progetto europeo di tracciabilità basato sulla blockchain che si inserisce nel programma europeo Horizon 2020. E il coordinamento è tutto italiano. Nel Progetto Trick, infatti, coordinato dal Lanificio Fratelli Piacenza, sono ventotto in tutto i soggetti coinvolti tra enti, associazioni e aziende con una nutrita partecipazione italiana. Oltre a Piacenza, partecipano a questo progetto Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie), CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), Holonix, Politecnico di Milano e Agenzia Delle Dogane italiana.

Lo scopo del progetto è creare una piattaforma digitale blockchain affidabile e sicura, per il settore tessile in una prima fase e poi anche per il settore food. Una particolare attenzione sarà sull'aspetto dei costi, con l'idea di renderli accessibili anche per le piccole e medie imprese europee. Inoltre, con questo progetto si creeranno le basi per una standardizzazione blockchain su scala europea per il tessile ed il food. Il modello di tracciabilità proposto terrà in considerazione per il suo sviluppo modelli sostenibili sia dal punto di vista dell’impatto ambientale che etico e sociale e attraverso la piattaforma le aziende potranno raccogliere dati protetti per prodotti, semilavorati e servizi lungo tutta la catena di fornitura creando così modelli di supply chain trasparenti al fine di garantire la qualità di produzione e definirne la provenienza in modo univoco. Decisamente di interesse è la partecipazione al progetto dell’Agenzia delle Dogane, in quanto proprio la blockchain ha l’obiettivo primario di sostenere la certificazione di origine preferenziale che viene utilizzata dalle Dogane per il calcolo dei dazi in sede di esportazione.
Il progetto SmartChain
Con Piero De Sabbata si passa invece al progetto Smart Chain basato sui sistemi interoperabili per la gestione di filiere industriali. Le tecnologie blockchain rappresentano un innovativo ecosistema di soluzioni per il tracciamento delle informazioni, la conservazione dei dati in ambienti distribuiti, e l’applicazione di accordi fra partecipanti alla pari. I principali vantaggi di queste soluzioni includono maggiore trasparenza e sicurezza degli interi sistemi, costi ridotti e funzionalità aggiuntive in virtù di tempi di processo più veloci. Il progetto SmartChain propone la realizzazione di un insieme di soluzioni basate su tecnologie blockchain per individuare e realizzare delle innovative piattaforme in grado di superare problemi che oggi affliggono i sistemi basati su tecnologie similari e che possano garantire alle imprese del territorio una gestione sicura e integrata di informazioni. Il progetto analizzerà gli attuali scenari di produzione, certificazione e tracciamento delle filiere, proponendo e realizzando dei sistemi software che possano migliorare le caratteristiche delle moderne soluzioni, o che possano creare dinamiche di mercato innovative.
Il progetto SmartChain
Con Piero De Sabbata si passa invece al progetto Smart Chain basato sui sistemi interoperabili per la gestione di filiere industriali. Le tecnologie blockchain rappresentano un innovativo ecosistema di soluzioni per il tracciamento delle informazioni, la conservazione dei dati in ambienti distribuiti, e l’applicazione di accordi fra partecipanti alla pari. I principali vantaggi di queste soluzioni includono maggiore trasparenza e sicurezza degli interi sistemi, costi ridotti e funzionalità aggiuntive in virtù di tempi di processo più veloci. Il progetto SmartChain propone la realizzazione di un insieme di soluzioni basate su tecnologie blockchain per individuare e realizzare delle innovative piattaforme in grado di superare problemi che oggi affliggono i sistemi basati su tecnologie similari e che possano garantire alle imprese del territorio una gestione sicura e integrata di informazioni. Il progetto analizzerà gli attuali scenari di produzione, certificazione e tracciamento delle filiere, proponendo e realizzando dei sistemi software che possano migliorare le caratteristiche delle moderne soluzioni, o che possano creare dinamiche di mercato innovative.

SmartChain supporterà l’apertura di nuovi scenari economici per tutte le aziende operanti nelle tre filiere in cui il progetto si sviluppa: filiere agroalimentari, delle tecnologie per la produzione di alimenti e dell’industria della moda. In parte introducendo in macchine automatiche sistemi di tipo blockchain, fino ad oggi assenti, per la certificazione di alcune procedure (es. corretta implementazione del ciclo di pastorizzazione o la corretta temperatura di conservazione del gelato); in parte supportando le imprese e le PMI del settore della moda nell’utilizzo di soluzioni di tipo blockchain capaci di offrire livelli di servizio più efficienti e affidabili con un valore estremamente riconoscibile anche per i brand internazionali. Maggiori informazioni sul SmartChain: www.smartchain-project.it/progetto.