Presso il centro congressi Fondazione Cariplo di Milano si è svolta l'assemblea pubblica di Fedespedi, durante la quale sono stati presentati i risultati dei sei mesi di ricerca svolta sul ruolo delle imprese di spedizione nel commercio internazionale, realizzata grazie al lavoro del professor Fabrizio Dallari e del C-log - Centro di Ricerca sulla Logistica dell'Università Cattaneo di cui è il presidente.
A fare gli onori di casa, Piero Lazzeri, presidente uscente Fedespedi che ha introdotto i lavori con una profonda analisi sui nodi e le criticità del sistema Italia, che spesso fanno desistere gli investitori ad aprire nuove aziende nel nostro Paese, per via della troppa burocrazia, il basso tasso di credito alle imprese, i tempi infinite della macchina giudiziaria, ecc. Lazzeri però ha guardato anche oltre, ricordando che il futuro dell'economia del Mediterraneo e dell'Italia si giocherà sulla capacità di saper cogliere la grande opportunità del raddoppio del canale di Suez e della zona economica speciale (dotata di una legislazione economica differente dalla legislazione in atto nella nazione di appartenenza per attrarre maggiori investimenti stranieri) che si dipanerà da Suez fino a Port Said, in Egitto: «Se sapremo, come Paese, aiutare le imprese semplificando il carico di burocrazia e nel contempo sostenere una intelligente deregulation, forse avremo a portata di mano non una utopia, ma una concreta possibilità di riscrivere la geografia economica dell'Europa a nostro favore riuscendo nei fatti a trasformare l'Italia nel gateway di accesso ed uscita delle merci da e per il Medio Oriente e l'Africa» afferma nelle battute conclusive Lazzeri.
“Fast Forwarding Italy” è invece il titolo del libro bianco sul mondo delle spedizioni commissionato da Fedespedi al professor Dallari, primo contributo oggettivo diretto a dare giusta visibilità e dignità al settore, nonché la prima fase di un percorso di accreditamento delle imprese di spedizioni internazionali che Lazzeri spera possa sfociare a breve in una proposta di aggiornamento normativo a cui Fedespedi sta lavorando da tempo.
I risultati della ricerca
È di 14 miliardi di euro il fatturato complessivo generato nel 2014 dalle 1.750 aziende di spedizioni attive in Italia che danno lavoro a circa 30.000 addetti diretti, mentre è di 14,9 miliardi di euro il valore dei diritti doganali (IVA e dazi) versati lo scorso anno alle casse dallo Stato dalle imprese del settore. E ancora, 14,9 miliardi di euro di diritti doganali (IVA e dazi) versati lo scorso anno nelle casse dello Stato per conto dei propri clienti. Questi, in sintesi, i numeri principali del comparto spedizionieristico operante in Italia contenuti all’interno dello studio elaborato da un team di ricercatori ed esperti di commercio internazionale guidato dal professore Fabrizio Dallari. La ricerca evidenzia le caratteristiche, il ruolo e il contributo delle imprese di spedizioni all’economia italiana in particolare nelle complesse fasi di import/export delle merci con provenienze e destinazioni in tutto il mondo.
Per quanto riguarda il profilo del comparto, lo studio evidenzia una struttura incentrata sulle piccole medie imprese (l’86% delle aziende realizza infatti un fatturato che arriva fino a 10 milioni di euro mentre solo il 2% supera i 50 milioni di euro) con forti specializzazioni merceologiche o geografiche e un buon numero di player strutturati che nel tempo si sono trasformati da case a imprese di spedizione (il 75% del mercato viene realizzato da meno del 15% delle aziende). Dal punto di vista della localizzazione geografica, la ricerca mostra una maggiore concentrazione delle imprese nel Nord Italia, dove è presente il 75% delle aziende di spedizione individuate. Milano, in particolare, risulta essere l’area privilegiata di insediamento degli spedizionieri, sia degli headquarters dei grandi gruppi nazionali e internazionali, sia delle unità operative di imprese con sede centrali fuori dalla Lombardia. Seguono per importanza le province caratterizzate da importanti cluster portuali, quali Genova, Livorno e Venezia e quelle che rivestono un ruolo trainante nel sistema manifatturiero italiano, come Bologna, Brescia, Firenze e Vicenza.
Con riferimento al peso economico delle aziende del settore, i 14 miliardi di euro di fatturato complessivo generato nel 2014 sono pari a circa il 20% del fatturato italiano dell’intero settore dei trasporti e della logistica, un dato rilevante se si considera che è il contributo di sole 1.750 aziende su un totale di 100.000 imprese della logistica attive nel nostro Paese.
Inoltre, dei 14 miliardi di euro totali ben 12 miliardi di euro costituiscono l’indotto per i fornitori impegnati a vario titolo nella catena logistica (autotrasportatori, compagnie marittime e aeree, terminalisti, doganalisti e CAD, ecc.), a testimonianza del valore che l’attività di spedizione genera per tutti gli attori della supply chain del settore. In virtù della normativa nazionale in merito alla responsabilità in solido degli spedizionieri nei confronti dell’Erario, le imprese di spedizioni svolgono un ruolo di grande rilevanza anche per lo Stato. Nel 2014, considerando solo le merci in import, i diritti doganali versati dalle aziende del settore alle casse dello Stato ammontano a 14,9 miliardi di euro, di cui 12,9 miliardi di euro di IVA (versata trimestralmente) e 2 miliardi di euro di dazi (di cui il 25% incassato dall’Erario per effetto dell’ingresso di merce di origine extra UE attraverso porti e aeroporti italiani).
La ricerca mostra anche come, per le aziende individuate, l’export costituisca una quota di fatturato superiore rispetto all’import e come il trasporto marittimo sia la modalità di trasporto più utilizzata seguita da quella terrestre e da quella aerea. Inoltre, in presenza di specializzazioni geografiche e merceologiche, la principale area di attività delle imprese di spedizione operanti in Italia risulta essere l’Asia, seguita dal Medio Oriente, Nord America e Centro Sud America e la tipologia di merce prevalentemente movimentata quella dei settori della meccanica, dell’automazione e dell’automotive, seguita dal tessile, dall’abbigliamento e dalle calzature e da quella legata al comparto dell’impiantistica.
Alberti nuovo presidente Fedespedi
Nel pomeriggio, a seguito delle votazioni svoltesi a porte chiuse, per il triennio 2015/2018 è stato nominato come nuovo presidente Fedespedi Roberto Alberti, già presidente e amministratore delegato di CIS SpA, impresa di famiglia attiva nel settore delle spedizioni internazionali.
Alberti succede al genovese Piero Lazzeri che ha presieduto la Federazione per due mandati consecutivi dal 2009 al 2015 contribuendo in modo determinante alla conoscenza del ruolo strategico del comparto rispetto alle esigenze di crescita e di internazionalizzazione del settore produttivo italiano. 55 anni, laureato in Giurisprudenza, Alberti ha maturato una lunga esperienza nel settore marittimo e logistico non solo a livello aziendale ma anche associativo, guidando la Spedimar – l’associazione degli spedizionieri livornesi – dal 2007 al 2013.
Alberti è stato inoltre Vice Presidente di Fedespedi nel precedente mandato e attualmente fa parte della Giunta Nazionale di Confetra - Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica. Completano il suo curriculum le nomine nel Comitato Portuale di Livorno (febbraio 2008 – gennaio 2014) e nella Giunta e nel Consiglio della Camera di Commercio di Livorno in rappresentanza del settore Trasporti e Spedizioni, incarico quest’ultimo tuttora in corso. Condivisione, coinvolgimento del territorio e centralità del ruolo dello spedizioniere e delle imprese di spedizioni rispetto alle dinamiche di sviluppo della normativa e del mercato sono le linee guida del programma del nuovo Presidente Fedespedi per il prossimo triennio.
«Nei prossimi anni – ha dichiarato Roberto Alberti – la nostra categoria sarà chiamata ad aggiornare il proprio ruolo non solo agli occhi della clientela ma anche a quelli della Pubblica Amministrazione. Lo richiede il quadro economico internazionale e lo sollecitano i piani governativi nazionali di sviluppo del sistema logistico».
«All’interno di uno scenario in continua evoluzione - ha proseguito Alberti - è necessario per le nostre aziende non solo ritagliarsi un nuovo ruolo ma anche dare ulteriore valore alle proprie competenze e alla propria professionalità. Per questo motivo sarà importante consolidare la capacità rappresentativa della Federazione e il suo ruolo ai tavoli internazionali e nazionali e nell’ambito del progetto governativo volto alla creazione di una Piattaforma Logistica Nazionale e dei progetti di process control system portuali e aeroportuali».